Nuova rubrica Chiacchieroni, che andrà a sostituire il Recommendation Monday. Molti di voi la conosceranno già, visto che è famosa in molti blog letterari, ma per chi non l'avesse sentita ecco di cosa si tratta:
Ogni Mercoledì risponderò a tre domande sulle mie letture dell' ultimo periodo e voi potrete rispondere alle stesse qui sotto nei commenti; è un modo carino di tenerci aggiornati su quel che leggiamo, di scambiarci consigli di lettura e ovviamente di parlare di libri 😉
Le tre domande sono:
- What are you currently reading? Che cosa stai leggendo?
- What did you recently finish reading? Cosa hai appena finito di leggere?
- What do you think you’ll read next? Cosa pensi leggerai in seguito?
Cominciamo subito con il:
Buon mercoledì Chiacchieroni!
Dopo una lunga pausa, torna qui sul blog la rubrica del mercoledì, nella quale parliamo un po' delle letture dell'ultimo periodo, quelle che ci hanno tenuto compagnia nei giorni scorsi e che lo faranno nei giorni a venire.
La mia settimana letteraria è cominciata con il romanzo scelto dal gruppo di lettura del quale faccio parte (che si riunisce a Pisa, dunque se siete della zona e siete interessati potete contattarci qui). Si tratta del romanzo semi-autobiografico La campana di vetro, scritto dalla poetessa Sylvia Plath.
Il romanzo ripercorre una parte della vita dell'autrice molto complessa e delicata, raccontando la devastante depressione che l'ha colpita in varie parti della sua giovinezza e che l'ha portata in alcuni casi anche a tentare il suicidio (che poi è avvenuto nel 1963, anno di pubblicazione del romanzo sotto pseudonimo).
Si tratta come potrete intuire di una lettura non semplice, particolarmente intensa e a tratti dolorosa, dunque ho deciso di affiancarla ad un altro libro, che potesse spezzare il forte turbamento dato da questa lettura. Ho scelto la trascrizione del discorso tenuto da Chimamanda Ngozi Adichie, autrice nigeriana, in occasione della TEDxEuston Conference del 2012, incontro annuale che riunisce personalità africane e non con lo scopo di parlare dello sviluppo del paese e della sua cultura. Il testo è ovviamente incentrato sul tema del femminismo, e pur trattandosi di una lettura breve, riesce ad offrire molti spunti di riflessione alquanto interessanti.
Sempre rimanendo in territorio africano, ho terminato pochi giorni fa la lettura di Non dimenticare chi sei di Yaa Gyasi, la dura storia di una famiglia ghanese che si snoda tra la seconda metà dell'ottocento e i giorni nostri, soffermandosi sui momenti più drammatici della storia delle popolazioni africane, affrontando dunque lo schiavismo, la distruzione della cultura nativa e la perdita dell'identità di nascita di tutti gli esportati a forza in America e in Europa.
Per quanto molto toccante e doloroso in alcune parti, non sono riuscita ad affezionarmi quanto avrei voluto a questo romanzo; la sua struttura frammentaria infatti, estremamente divisa tra le epoche storiche e i personaggi protagonisti di questa famiglia, non mi ha permesso di vivere con l'intensità necessaria le loro drammatiche storie. Nonostante questo difetto però il romanzo si è rivelato una lettura intrigante ed importante, che mi ha permesso di approfondire una parte di storia dura ma indimenticabile.
Una volta posato questo romanzo, era difficile trovarne subito un altro che si concentrasse su temi così profondi, dunque il poco interesse suscitatomi da La ragazza nel giardino del tè di Janet MacLeod Trotter può essere in parte dovuto all'infelice scelta di ordine di lettura.
Fatto sta però che purtroppo questo libro si è rivelato una lettura del tutto rinunciabile, sia per lo scarso approfondimento storico e culturale dell'epoca in cui è ambientato (un'India del primo ventennio del novecento che avrebbe permesso un'interessante divagazione sulle guerre di indipendenza anti-colonialiste ahimè mancata), sia per lo svolgimento della trama, fin troppo superficiale e frivola, con personaggi del tutto dimenticabili e scarsamente tratteggiati. Un vero peccato come dicevo, soprattutto perché le premesse parevano alquanto buone, ben al di sopra di quello che si è rivelato alla fine dei conti niente più che un Harmony in edizione più curata.
Entrambi i libri sono omaggi delle case editrici, nello specifico della Garzanti il primo e della Newton Compton il secondo, dunque non posso non ringraziare gli uffici stampa per questi invii e dispiacermi per il mancato apprezzamento da parte mia di uno dei due romanzi.
La prossima lettura che affronterò nei giorni a venire sarà La torre del ribelle di Gabriele Dolzadelli, quarto volume della saga di Jolly Roger, saga piratesca che ormai conoscerete nel dettaglio se bazzicate il blog da un po'.
Abbiamo infatti già parlato di Gabriele e della sua saga in molti articoli e video, di cui vi lascio alcuni link qui sotto nel caso foste appena giunti nel nostro angolino letterario.
Ho grandi aspettative per questo nuovo volume e sono assai curiosa di vedere dove Gabriele porterà i suoi personaggi in questo capitolo.
-Recensione La terra di nessuno (primo volume)
-Recensione Le chiavi dello scrigno (secondo volume)
-Recensione I fratelli della costa (terzo volume)
Ma ora ho finito, e tocca a voi raccontarmi: come stanno andando le vostre letture? Avete scoperto qualche perla letteraria inaspettata? Fatemi sapere 🙂