Buon martedì, miei affezionati lettori!
Gli ultimi giorni di Ottobre sono infine arrivati, e mentre qui fervono i preparativi per Halloween, NaNoWriMo e Lucca Comics, nonché lo studio matto e forsennato per un esame giusto (saranno giorni intensissimi questi, me lo sento!), mi concedo un momento di graditissima pausa per parlarvi di una nuova uscita che personalmente attendevo con grandissima curiosità e che, al momento in cui vi scrivo, ho appena terminato di leggere. Tutti i nerd lì tra voi avranno già riconosciuto il nome dell’autore in questione dal titolo dell’articolo, ma per tutti gli altri, oggi arriva nelle librerie italiane l’ultimo lavoro del papà di Ready Player One, ovvero Armada.
Da nerd amante dell’universo cinematografico, videoludico e letterario di cui si nutre anche Ernest Cline, non potevo certo farmi sfuggire l’occasione di prender parte all’evento promozione dell’uscita di Armada, e dunque mi sono arruolata al volo nel team di blogger che tra oggi e domani daranno visibilità a questo nuovo romanzo, potendo così godere del privilegio di mettere le manine nutellose su questo nuovo libro con un poco di anticipo rispetto alla sua data di uscita ufficiale.
Ed eccomi quindi a parlarvi di questa nuova piccola perla di Ernest Cline, e ora bando alle formalità introduttive e immergiamoci subito in questo nuovo universo delirante che abbiamo davanti.
Se Ready Player One portava la realtà all’interno dei videogiochi, attraverso un mondo virtuale così avanzato e coinvolgente da sembrare reale, Armada fa l’esatto opposto, e porta i videogiochi nella realtà. Zack Lightman, giovane diciannovenne ultra appassionato di videgames di simulazione spaziale nonché uno dei migliori videogiocatori al mondo di Armada (il gioco più celebre del filone ammazza-alieni malvagi moderno), sta vivendo una normalissima e noiosissima giornata di scuola. quando dalla finestra dell’aula scorge un Falcione Sobrukai, una delle avanzate astronavi da ricognizione dei cattivi del suo universo videoludico preferito. Prima che possa comprendere del tutto le implicazioni di quella visione, Zack si trova arruolato dall’EDA, la società che nel gioco (e come scoprirà ben presto, anche nella realtà), si occupa di organizzare le difese della terra contro le pressanti minacce aliene; scopre così di essere stato addestrato a sua insaputa nel gioco per essere in grado di combattere anche nella realtà l’ultima battaglia concessa all’umanità da una minacciosa e sconosciuta razza aliena iper tecnologica, molto simile ai Sobrukai di Armada, e che molte delle cose che ha sempre ritenuto immaginarie sono in realtà ben più tangibili e vivide di quanto si sarebbe mai immaginato.
E ora so già cosa stanno pensando i nerd più navigati tra voi, perché è proprio ciò che ha pensato anche la sottoscritta appena ha letto queste righe: pare proprio la trama di un film anni 80, dico bene?
Ebbene, la risposta è che sì, non solo Armada ricade alla perfezione in quel filone di film, libri e videogiochi trash anni 80/90 che coinvolgevano giovani ragazzi in impensabili e assurde battaglie per la salvezza dell’umanità, ma ne è così consapevolmente legato da sguazzarvi dentro in grande stile. Ernest Cline sorride infatti dall’altra parte dello schermo, mentre pian piano la consapevolezza di star rivivendo un film della nostra infanzia si fa strada in noi, e ci osserva divertito mentre ogni cliché del filone, ogni battuta, ogni lato più gettonato e riprodotto negli anni 80/90 si materializza davanti ai nostri occhi poco dopo che lo immaginiamo e credetemi, è evidente quanto la cosa gli piaccia.
Armada segue alla perfezione la trama di un film cult dei decenni scorsi, e leggerlo è un po’ come ritrovarsi a guardare una puntata di Stargate, leggere un romanzo di Orson Scott Card o vedere un nuovo episodio di Guerre Stellari. Tutto, dal personaggio principale ai spaventosi e misteriosi nemici alieni, passando per l’Earth Defence Allience e per i suoi militari, è un voluto e perfetto richiamo a quelle ambientazioni, a quelle tematiche, a quelle atmosfere, e la sensazione è assolutamente impareggiabile.
Per chi ama quel mondo, quella cultura, quelle trame spesso strampalate eppure eccitanti, Armada è un tuffo nel passato fatto da un trampolino completamente nuovo e riprogettato con maestria. Cline gioca con il lettore con sagacia, distribuisce ami e occhiolini come fossero caramelle per bambini, e in ogni pagina sembra voler dire: “so che sai che ora succederà proprio questo, lo sa anche il protagonista, lo sappiamo tutti quanti qui; ma succederà, perché sotto sotto è proprio quello che speri che succeda”.
E quanto succede, non puoi che ridere ed entusiasmarti del modo in cui l’autore è riuscito a inserire quel dettaglio a te tanto caro anche in quel passaggio, in quel risvolto di trama, in quel personaggio particolare apparso una volta sola giusto per farti l’occhiolino e poi uscire di scena.
Ovviamente, chi si approccia ad Armada cercando un romanzo totalmente innovativo com’era stato Ready Player One prende una poderosa e clamorosa botta in testa. Non mi stupisce, infatti, che siano fiorite critiche accese dai lettori che in questo nuovo romanzo si aspettavano qualcosa di diverso, di nuovo, di brillante, e di completamente mai visto; eppure a mio avviso Armada in realtà è qualcosa di innovativo, solo che molti non hanno compreso da che parte andasse osservato.
Cline ha creato un’innovazione prendendo a piene mani dal passato, e Armada è una bandiera che sventola nel panorama di nuove uscite spesso discutibili che il mondo letterario ci propina. È un inno al trash vecchio stile, un romanzo moderno che però urla a gran voce: “il passato non è morto, e piace ancora, forse più di allora.”
Chi ha amato ed è cresciuto con film e telefilm come Wargame, Lost in Space, Stargate, Guerre Stellari e così via, su Armada non può che sentirsi a casa.
E non può che apprezzare come Cline sia riuscito a cogliere tutti quegli elementi capaci di esaltarci allora, quando li guardavamo con occhi da bambini incantati, e incastrarli con maestria in una trama così scontata eppure proprio per questo così indicibilmente divertente.
Volete un esempio concreto di quello che intendo con questo discorso?
Provate a immaginare come potrebbe essere il comandante iper-cazzuto dell’esercito militare segreto americano.
Vi siete immaginati un omone grande e grosso con una banda sull’occhio, dico bene?
Ebbene, ecco a voi l’Ammiraglio Vance, capo dell’Earth Defence Allience.
O ancora, se doveste ipotizzare un abbigliamento per il nostro Zack Lightman il giorno che l’esercito lo arruola, cosa vi verrebbe in mente?
Sbaglio o avete pensato a una giacca da collage piena di toppe ultra nerd? Se sì, ci avete preso in pieno.
Armada è un inno alla cultura nerd 80-90, la celebrazione di un mondo nel quale Ernest Cline si riconferma un maestro, ma è anche un chiaro segno del fatto che quella cultura tanto amata vive ancora in molti di noi, autori come lettori, e continua a trovare presa perché ha costituito lo scheletro di quello che giochiamo, leggiamo e amiamo oggi.
E poter fare un tuffo in quel passato, poter riassaporare quegli elementi che tanto ci hanno emozionato allora in una ricetta nuova, è un regalo che questo autore fa a tutti gli appassionati come lui, che hanno lasciato un pezzo di cuore in quegli anni, e ancora faticano a lasciarli andare.
In conclusione dunque, come fare a capire se Armada fa per voi?
Molto semplice.
Se anche voi avete lasciato un pezzetto della vostra anima su un Ala-X, uno su Abydos, e uno ancora sulla Flotta Internazionale, allora su Armada non potrete che sentirvi a casa.
Parola di Jedi.
Volete sapere qualcosina in più sul romanzo e sul suo autore?
Qui sotto trovate la trama ufficiale della DeaPlaneta, l’editore italiano, mentre nel banner in alto e in coda all’articolo trovate tutte le altre recensioni delle blogger che hanno avuto il piacere di ospitare Armada in questi due giorni celebrativi.
Se invece il nuovo lavoro di Ernest Cline già vi ha convinto e non potete aspettare oltre per farlo vostro, vi lascio il nostro link da affiliate ad Amazon, attraverso il quale il sito ci fornirà una piccola percentuale del vostro pagamento se deciderete di finalizzare l’acquisto.
Per il momento io vi saluto, e Che la forza sia con voi!
Zack Lightman è un sognatore. Sogna un mondo un po’ più simile ai film di fantascienza e ai videogiochi che da sempre sono la sua più grande passione. Fantastica del cataclismico evento che un giorno giungerà a frantumare il monotono tran-tran della sua esistenza senza qualità. Dopotutto, sognare non ha mai fatto male a nessuno, specie quando il mondo reale si incarica di ricordarti a ogni passo quanto improbabile sia, per un ragazzo smanettone e pieno di rabbia, ritrovarsi in un futuro imminente a vestire i panni del Prescelto, l’Eroe Destinato a Salvare l’Umanità. Ma poi Zack vede il disco volante. Quel che è peggio, la strana navicella spaziale pare uscita direttamente dal videogioco su cui lui trascorre le notti: un popolarissimo simulatore di volo online in cui i giocatori sono chiamati a difendere il pianeta Terra dalla minaccia di un’invasione aliena. No, Zack non ha perso la testa. Per quanto impossibile possa sembrare, quello che vede è fin troppo reale e le sue capacità di gamer con pochi confronti si riveleranno essenziali nella corsa globale per scongiurare la fine del mondo. Finalmente, la epica occasione che aspettava è arrivata. Ma in mezzo al terrore e all’euforia della sua nuova missione, Zack non può fare a meno di ripensare alle storie fantascientifiche con le quali è cresciuto. E di chiedersi, in un crescendo di inquietudine, se lo scenario in cui si ritrova proiettato non sia un po’ troppo familiare per non nascondere una realtà persino più inquietante e sinistra di quello che appare.
Il fatto che Armada si avvicinava molto a un film degli anni 80/90 è stato uno dei fattori che mi ha fatto innamorare ancora di più durante la lettura.