Buon giorno e buon mercoledì Chiacchieroni!
Oggi sono qui, in compagnia di altre nove simpaticissime blogger, per celebrare l'uscita di un romanzo che attendevo con ansia da parecchi mesi. Ieri è infatti arrivato finalmente in libreria Il labirinto degli spiriti di Carlos Ruiz Zafón, il romanzo conclusivo della meravigliosa saga de Il Cimitero dei Libri Dimenticati, aperta con L'ombra del vento nel 2001 (uscito in Italia nel 2002) e proseguita con Il gioco dell'angelo e Il prigioniero del cielo. Io ho conosciuto questo autore e la sua saga ormai parecchi anni addietro, e oggi sono qui proprio per parlarvi di come ho iniziato a leggerla e di cosa ha rappresentato per me in questi anni. Anche le altre blogger partecipanti hanno da condividere con voi ricordi e sensazioni di questa saga, quindi mi raccomando, non dimenticatevi di passare a trovarle per saperne di più di loro e soprattutto dei romanzi che compongono questa tetralogia.
Prima di iniziare, lasciate che vi racconti qualcosina del nuovo romanzo appena uscito:
Titolo: Il labirinto degli spiriti
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Narrativa moderna e contemporanea
ISBN 9788804674573
Pagine: 832
Prezzo: € 23,00 (Amazon)
Formato: Cartonato con sovraccoperta
Data di Uscita: 22 novembre 2016
Traduttore: Bruno Arpaia
Trama:
Barcellona, fine anni '50. Daniel Sempere non è più il ragazzino che abbiamo conosciuto tra i cunicoli del Cimitero dei Libri Dimenticati, alla scoperta del volume che gli avrebbe cambiato la vita. Il mistero della morte di sua madre Isabella ha aperto una voragine nella sua anima, un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell'enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime. È in quel momento che fa la sua comparsa Alicia Gris, un'anima emersa dalle ombre della guerra, per condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia, anche se il prezzo da pagare sarà altissimo. Dodici anni dopo L'ombra del vento, Carlos Ruiz Zafón torna con un'opera monumentale per portare a compimento la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. Il Labirinto degli Spiriti è un romanzo inebriante, fatto di passioni, intrighi e avventure. Attraverso queste pagine ci troveremo di nuovo a camminare per stradine lugubri avvolte nel mistero, tra la Barcellona reale e il suo rovescio, un riflesso maledetto della città. E arriveremo finalmente a scoprire il gran finale della saga, che qui raggiunge l'apice della sua intensità e al tempo stesso celebra, maestosamente, il mondo dei libri, l'arte di raccontare storie e il legame magico che si stabilisce tra la letteratura e la vita.
Ho letto L'ombra del vento quando andavo alle superiori, sotto consiglio di una delle mie migliori amiche dell'epoca che lo aveva adorato e aveva deciso di prestarmelo. Ricordo di essermi sistemata nel mio lettino, il mio posto preferito allora dove leggere, e dopo poche pagine ero stata ghermita dalle parole di questo autore e dalle atmosfere che circondavano il protagonista, il giovanissimo Daniel Sempere e la sua Barcellona degli anni '40. In poco tempo avevo terminato la lettura, ma il fascino creato dalle parole di Zafón era rimasto a lungo con me; tutto in quel romanzo mi aveva affascinata: dal mistero che circondava lo scrittore maledetto, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un posto dove vengono custoditi scaffali e scaffali di romanzi, e dove il giovane Daniel viene condotto per la prima volta del padre libraio.
Ho dovuto attendere poco prima di poter leggere il seguito e anche in questo caso l'autore è riuscito di nuovo a rapirmi e trascinarmi a Barcellona, una città questa volta ancora più oscura, tenebrosa, misteriosa, quasi magica. Il terzo volume è arrivato molto in seguito, ma la magia si è ripetuta, e una volta terminato, ho sentito chiaramente che un pezzo della mia anima era rimasto ogni volta tra quelle pagine, un frammento in ogni volume, che ancora vive e sogna tra i vicoli di Barcellona.
All'inizio pensavo che questa sorta di affinità con i romanzi di Zafón dipendesse dai personaggi, che sentivo così vicini a me e alle mie passioni, o ancora dalla trama, avvincente, misteriosa, oscura, con le sue tinte gotiche e nebbiose e il suo filo sottile di tenebrosa magia. Ma ripensandoci bene a mente lucida, a distanza di qualche anno dall'ultima lettura dei romanzi, ora che la storia è sbiadita leggermente e le caratteristiche dei personaggi si sono fatte meno incisive, riesco a vedere chiaramente che il fascino che questa saga ha esercitato e ancora esercita su di me, deriva soprattutto dallo stile del suo autore; molte delle sue parole continuano a riecheggiare nella mia mente, sono state assorbite nel mio spirito, sono diventate parte di me.
Mi capita di citarle quando faccio qualche discorso, sono sempre tra le prime che mi vengono in mente quando si tratta di trovare l'aforisma giusto per le varie occasioni; anche se non con le parole esatte, i concetti che queste frasi mi hanno trasmesso restano vividi, e sono filtrati così bene proprio grazie al talento del loro creatore.
Così Daniel, il mio adorato Fermín, Beatriz, David e tutti gli altri, sono diventati i portatori di alcune delle verità che ora riconosco nella mia vita. veicolo di sensazioni, emozioni e considerazioni del mondo che ho in parte assorbito.
Forse non c'è cosa più bella che leggere un libro e lasciare che questo ci cambi; la serie de Il Cimitero dei Libri Dimenticati ha per me questo merito, e non vedo davvero l'ora di potermi riimmergere tra le strade di Barcellona con Il labirinto degli spiriti e lasciare che la magia si ripete ancora, e che alla fine una parte dello spirito di questo romanzo venga via con me e si depositi in un angolino, pronto a riemergere ogni volta che se ne presenti l'occasione.
Ho scelto alcune di queste frasi, quelle che trovo più incisive, più personali, per darvi un'idea di quello che intendo quando vi dico che sanno colpire nel profondo; spero riescano ad arrivare a voi come sono arrivate a me.
“L'invidia è la religione dei mediocri.
Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.
Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro.”
Il gioco dell'angelo
“Le guerre negano la memoria dissuadendoci dall'indagare sulle loro radici, finché non si è spenta la voce di chi può raccontarle. Allora ritornano, con un altro nome e un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato.”
L'ombra del vento
“Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o no una persona, hai già la risposta.”
L'ombra del vento
Ricordatevi di fare visita anche alle altre blogger che hanno deciso di parlarvi oggi della loro passione per questa saga e fatemi sapere sopratutto se conoscevate già i romanzi di questo autore, se lo amate quando noi e se correrete (o siete già corsi) in libreria per rientrare nella sua Barcellona.