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Recensione: Un cuore per un cuore di Ornella Calcagnile



Ebbene si, ho letto un altro romanzo steampunk, ultimamente mi sto immergendo in questo genere, che trovo particolarmente interessante e stimolante.
Un cuore per un cuore è il primo romanzo di una serie steampunk di rivisitazioni di fiabe classiche; questo primo libro si concentra sull'ambientazione di Biancaneve e in particolare sulle vicende di sua figlia, Biancabrina.
Avevo altissime aspettative, ma purtroppo non sono riuscita ad apprezzare questo romanzo come avrei voluto; ciò che fin da subito mi ha scoraggiata è stato lo stile dell'autrice: è la prima volta che leggo qualcosa di Ornella Calcagnile, quindi non so se in questo romanzo abbia fatto una particolare scelta stilistica o se questo sia il suo stile abituale, ma purtroppo questo non è entrato molto nelle mie corde; l'ho trovato a tratti frettoloso, a tratti un po' grezzo, immaturo; l'autrice ha scelto di narrare la storia in toni fiabeschi, ma questi spesso si scontrano con dei dialoghi gergali e molto moderni. L'effetto finale è a mio avviso ostico e rallenta un po' la lettura.
Il mondo ideato dall'autrice è senza dubbio molto particolare e ben congeniato, ma mi sarebbe piaciuto conoscerne maggiori dettagli, cosa che mi avrebbe aiutata anche ad immergermi maggiormente nell'ambientazione; ovviamente essendo questo il primo racconto di una serie non poteva soffermarsi troppo sui dettagli del mondo, ma credo che un minimo approffondimento in più avrebbe solo dato dei vantaggi.

Una parentesi a parte va aperta per la protagonista; Biancabrina è un personaggio volutamente ambiguo, non inserito almeno all'inizio né nel lato “buono” né in quello “cattivo”. Una scelta senza dubbio anticonvenzionale, ma che in certi tratti non mi sento di approvare in pieno; avrei sicuramente preferito un personaggio totalmente negativo piuttosto che una protagonista che non sa esattamente cosa vuole, né da che parte stare.
Inoltre il comportamente di Biancabrina è spesso più egoista che determinato, più infantile che coraggioso, cosa che la rende difficile da apprezzare e che non permette di apprezzare le vicende che la vadono coinvolta.
Il finale del racconto è lasciato volutamente aperto per introdurre i prossimi episodi della serie, ma lascia un po' l'amaro in bocca, riservando più domande che chiarimenti ai lettori.

Insomma, purtroppo non riesco a promuovere questo racconto, anche se sono molto curiosa di leggere altro di questa autrice, che potrebbe semplicemente essersi imbattuta in una storia o in un genere che non le erano del tutto congeniali.
Ringrazio come sempre la Dunwich Edizioni per la possibilità di leggere questo romanzo e spero di tornare presto con una recensione positiva.

Trama:
A Steamwood, nel piccolo regno di Enchanted Forest, Biancaneve e il suo principe hanno conseguito il tanto meritato lieto fine dando persino alla luce una bambina, riflesso della madre: Biancabrina.
Una felicità raggiunta a discapito però della “povera” Grimilde che, sopravvissuta, si è nascosta nella cittadina di Steamgrow e ha ordito una tremenda vendetta a danno della figliastra, lanciando nel momento più opportuno una maledizione sul regno, un sortilegio a cui, per sua sfortuna, Biancabrina è riuscita a sottrarsi.
Tra elementi della fiaba classica e quelli innovativi dello steampunk, una nuova improbabile principessa tenterà di riconquistare il regno che le spetta di diritto e apporre la parola fine sulla sua “nonnastra”. Nell’impresa non sarà sola, ma accompagnata dal fidato amico Dopey e i suoi mecha-nani.
Biancabrina riuscirà a guadagnarsi il lieto fine e portare a compimento la sua vendetta o sarà ostacolata dalle creature di Steamwood e dal Narratante, sommo signore di quelle terre?
Tra ferro e vapore, magie e pozioni, ottone e marchingegni, tutto ha inizio con… Once Upon a Steam.


5/10

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.