Qual è la situazione attuale delle donne nel mondo? Possiamo parlare davvero di femminismo se non prestiamo attenzione ai dati e alle statistiche che ci arrivano da ogni parte del globo? Ad aiutarci con tutte queste domande viene in nostro soccorso Jodi Saeger, con il suo L’atlante delle donne, protagonista di questa nuova recensione. Il volume, edito in Italia da Add Editore, ha proprio l’obiettivo di indagare la condizione femminile (e non solo) in numerosi ambiti; dalla salute allo sport, passando per il lavoro, l’istruzione e il potere.
Trama
Questo atlante ricco di dati ci aiuta ad aprire finalmente gli occhi e ci permette di abbracciare con un unico sguardo tutto il mondo. Solo così si può capire in modo inequivocabile qual è la vera situazione delle donne; quali progressi sono stati fatti e quali sono le distanze ancora da colmare. Con un meticoloso lavoro di ricerca e analisi, Joni Seager, geografa e docente di Global Studies alla Bentley University, racconta il mondo femminile in tutti i suoi aspetti; lavoro, salute, educazione, disuguaglianze, maternità, sessualità, contraccezione, aborto, alfabetizzazione, ricchezza, povertà, potere, diritti, femminismo…
Infografiche colorate, cartine e schede sono la chiave per entrare in universo in cui, ancora oggi, le donne devono chiedere permesso a un uomo per uscire di casa; o sono costrette a interrompere gli studi per mancanza di politiche che le tutelino, in cui subiscono le violenze, spesso da parte del partner, o in cui non possono praticare alcuni sport perché a loro vietati.
Recensione L’atlante delle donne
Quando si vive in uno dei paesi più fortunati del mondo, è facile pensare che il femminismo abbia vinto, e che non abbia più senso combattere. I numerosi successi e uno stile di vita agiato spesso ci danno l’idea di essere arrivate, e di non aver più bisogno di alzare la voce per farci sentire. Eppure, ad esempio, ancora oggi molte donne in Europa hanno salari più bassi della loro controparte maschile. Il femminicidio è ancora una realtà concreata della quale ha senso parlare e in molte piccole realtà sono ancora in atto meccanismi di dequalificazione e svalutazione delle figlie femmine.
Esagerata, sento già dire ad alcuni di voi dall’altra parte dello schermo. Cos’è il femminicidio se non un altro tipo di omicidio? C’è davvero bisogno di chiamarlo in un altro modo? E per quanto riguarda la differenza di salari… bah, io non la vedo poi così drastica, ormai le cose sono cambiate.
Sono certa che, a pensarla così, dall’altra parte ci siano anche molte donne. Perché è normale pensare che il femminismo non sia più necessario, quando si gode già dei diritti che questo ha conquistato per noi. Anche io, in una qualche misura, soffrivo di questo pregiudizio da classe privilegiata. Cominciare a lavorare alla Casa della donna ha dato il la a tutta una una serie di riflessioni profonde; e L’atlante delle donne, il protagonista di questa recensione, è arrivato proprio al momento giusto per darmi il colpo di grazia.
La realtà dei fatti
La realtà, dati alla mano, è che non è affatto vero che abbiamo vinto. Non è vero che abbiamo raggiunto la parità e che non serve più lottare, nemmeno quando si parla solo delle donne Europee. Figuriamoci quando rivolgiamo la nostra attenzione al resto del mondo.
Lo sapevate, ad esempio, che a parità di ore di servizio il conduttore più pagato della BBC fattura 4 volte quanto la loro conduttrice più pagata? E che in Francia il 25% delle donne dichiara di aver subito violenza domestica almeno una volta nella vita? Se poi spostiamo lo sguardo a stati come il Sudafrica, l’India e la Turchia, questi numeri assumono proporzioni quasi agghiaccianti.
Il 66% delle donne dell’Africa subsahariana centrale è stata vittima di violenza domestica (dati del 2010). Da un’indagine del 2011 è emerso che in Egitto 9 donne su 10 tra i 15 e i 49 anni di età sono state sottoposte a mutilazione genitale femminile. In sud America, sud Africa, nelle regioni dell’Arabia e in Indonesia l’aborto è ancora illegale, o praticato solo per salvare la vita delle madri.
Sono tutti dati che vanno analizzati e contestualizzati, certo, ma che comunque rivelano un fatto concreto: ancora dobbiamo lavorarci su. La parità, quella vera quella soddisfacente, è ancora molto lontana.
Un Atlante per riflettere sulla nostra realtà
L’obiettivo di Joni Saeger è cristallino nella sua semplicità: il suo intento infatti non è dare un giudizio, né portare avanti un pensiero attraverso esempi che ne esaltino il senso e il significato. È piuttosto fotografare la realtà e presentarla in tutta la cruda verità dei dati. Il suo Atlante delle Donne scatta un’istantanea del mondo sviscerandolo in ogni settore essenziale: salute, politica, diritti, lotte, lavoro, dignità. Per ognuno di questi settori, la Saeger ci presenta i fatti, con un occhio attento alla situazione delle donne ma comunque globale nel contenuto informativo.
Così, apprendiamo come vivono le donne nel mondo ma anche come vive la loro controparte maschile. E ci rendiamo conto che la disparità è spesso sbilanciata verso gli uomini, certo, ma che anche loro non ne traggono solo vantaggi. Perché vivere in un mondo che ti considera il sesso forte, il sesso dominante e indipendente e che non ti concede di essere te stesso è difficile quasi quanto essere, per statuto, il sesso sottomesso.
Il messaggio è chiaro e forte: nessuno di noi sarà mai libero finché non riusciremo a riequilibrare il nostro modo di vivere. Nessuna vittoria potrà mai essere reclamata, finché uomini e donne di tutto il mondo non potranno guardarsi negli occhi e riconoscere di essere uniti nella lotta per l’indipendenza.
Per la copia cartacea de L’atlante delle donne i nostri ringraziamenti vanno alla Add Editore, che ha supportato con entusiasmo il nostro progetto Un libro per la Casa.