Anche un piccolo borgo signorile scozzese come Broughty Ferry può essere teatro di un omicidio violento ed inspiegabile. È questo che il sergente Frazer realizza una mattina autunnale del 1912, quando durante la sua ronda mattutina scopre il cadavere della signorina Jean Milne, orribilmente sfigurato e legato sul tappetto dell’enorme villa dove l’attempata zitella conduceva la sua vita ritirata. Il caso ha subito risalto mediatico e ad indagare viene mandato l’ispettore Trench direttamente da Glasgow, famoso per aver risolto casi complessi come questo.
La storia, narrata in prima persona dal sergente Frazer, riprende l’intero caso, seguendo tutte le “procedure moderne” che vengono messe in atto per scoprire l’assassino che ha turbato la pace del piccolo e tranquillo borgo. Andrew Nicoll ci regala un piccolo capolavoro del giallo tradizionale alla Agatha Christie, con una punta di innovazione e molte particolarità. In primis il fatto che il caso raccontato dallo scrittore scozzese è ripreso fedelmente dagli archivi dei casi giudiziari di Broughty Ferry, luogo del delitto ma anche cittadina d’origine dell’autore; un caso che all’epoca, alla vigilia della Grande Guerra, fece scalpore sia per la sua violenza che per la sua particolare risoluzione (o per meglio dire irresoluzione). Documenti, testimonianze e processi sono gli originali, mentre l’autore è intervenuto con particolare maestria sui dialoghi e sulla descrizione delle varie figure che si intrecciano in questa trama tutt’altro che banale.
La storia parte dalle domande che ossessionano gli addetti al caso, (chi ha ucciso Jean Milne, una zitella all’apparenza molto rispettabile ma che in realtà nasconde qualche segreto sotto il materasso che nessuno avrebbe mai sospettato? Chi è il misterioso e giovane uomo che molti hanno visto con lei per le vie di Broughty Ferry?), ma si discosta poi da queste e dal piccolo borgo per descriverci un’incredibile caccia all’uomo per l’Europa e un passato oscuro ma particolarmente interessante.
Il tratto saliente del romanzo è lo stile del suo autore: ironico e pungente nel descrivere gli uomini e le donne dei primi anni del Novecento, con tutte le loro contraddizioni, un perfetto mix di humor britannico e critica moderna ai valori di un tempo di rispettabilità e apparenza. Questo, accompagnato da una narrazione lineare e molto piacevole, capace di sorprendere a tratti per l’attenzione al dettaglio e alla creazione di un’immagine viva e palpabile. Ottimi anche i personaggi e le loro sfumature tutt’altro che banali, molto diversi l’uno dall’altro offrono un ottimo spaccato dei caratteri presenti in una società rigida ma piena di contraddizioni come questa.
A fare da ciliegina sulla torta, un colpo di scena finale inaspettato, che lascia il lettore scioccato e soddisfatto dalla lettura appena conclusa.
Un punto ulteriore a favore, la carinissima edizione della Sonzogno, con una copertina molto attraente e una grande cura della grafica interna. Insomma, a tutti gli effetti un giallo da non perdere, adatto agli amanti del genere, ma ottimo anche per chi di gialli se ne intende poco e vorrebbe cominciare a leggerne.
Ringrazio infinitamente la Sonzogno per questo invio graditissimo e vi invito a dare un’occhiata alla Segnalazione qui sul blog per ogni informazione aggiuntiva sul libro e su dove trovarlo.
Trama:
Nulla è come sembra a Broughty Ferry, tranquillo paesino sulla costa scozzese. Jean Milne, ad esempio, è una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitré stanze (quasi tutte chiuse) ed è, per i suoi concittadini, un modello di rispettabilità. Eppure, quando viene trovata brutalmente assassinata nella sua abitazione con i piedi legati e il cranio fracassato, l’immagine pubblica, che così a lungo ha resistito, comincia a incrinarsi. Chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata? E perché, di colpo, conoscenti e testimoni diventano elusivi e reticenti? E chi è l’uomo che, su carta violetta, le ha scritto, alla vigilia dell’assassinio, una lettera a dir poco personale? La notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando nei lettori delle gazzette una curiosità così morbosa che la polizia si sente subito sotto pressione: bisogna trovare un colpevole e bisogna trovarlo in fretta, anche a costo di qualche procedura non proprio scrupolosa. A indagare, con i più moderni ritrovati della scienza investigativa (siamo nel 1912), viene chiamato da Glasgow l’ispettore Trench, un esperto per i casi più difficili, affiancato dall’attento sergente Frazer, agente della polizia locale. Man mano che i due scavano nella vita della signorina Milne, i segreti della sua esistenza vengono a galla. E alla fine sarà uno shock per tutti. Basato su una storia vera, e ricostruito grazie a una meticolosa ricerca negli archivi della polizia e nei giornali dell’epoca, questo caso viene riaperto con sapiente talento narrativo e tocchi di britannico humour.