Quando un’autrice è capace di parlare alla tua anima, non una, ma due volte di seguito, capisci quasi subito che tra te lettore e le sue parole ci sia come un filo, indissolubile, che ti porta a sentire in modo chiaro ciò che vuole trasmetterti, a vedere nitidamente quelle immagini che affida alle pagine affinché viaggino fino al cuore dei suoi lettori.
È questo che è successo a me con i precedenti romanzi di Vanessa Roggeri, ed è quello stesso legame – che affonda le sue radici nella stessa terra nella quale siamo entrambe nate e che resta parte della mia anima anche adesso che sono lontana – che si è ripresentato e rinsaldato quando infine ho posato le mani sulla sua ultima creatura, e ho potuto respirare e vivere ancora una delle sue storie.
Come i suoi fratelli maggiori, anche La cercatrice di corallo mi ha raggiunta fino a qui a Pisa con la sua forte impronta territoriale, con quel fascino e quel profumo che parla di Sardegna e cattura chiunque l’abbia vissuta almeno una volta, e a maggior ragione che vi sia nato e vi abbia lasciato un frammento del proprio cuore.
Dietro la sua copertina rosata, arricchita da un prezioso corallo, si cela una storia che parla di appartenenza e di amore, per la propria terra, per la vita e per coloro che conducono la propria esistenza in quest’isola ricca di fascino e di mistero.
La cercatrice di corallo è la storia di una famiglia, di legami di sangue macchiati di rancore e vendetta, ma è anche un racconto che parla di tenacia, di forza e di amore, in tutte le sue sfaccettature.
Raccontarne la storia in poche parole, senza rovinarvi il fascino della scoperta, non è per nulla cosa semplice, ma il desiderio di farvi arrivare ciò che ho provato leggendo queste pagine vale il tentativo, quindi lasciate che vi racconti qualche accenno, ben dosato, della storia di questo romanzo:
Dolores Siddi, vedova disperata con otto bocche da sfamare, si reca in viaggio dal suo piccolo paese fino alla costa, con una richiesta d’aiuto carica di orgoglio e di fierezza; ottiene solo insulti da colui al quale ha chiesto rispetto e comprensione eppure, quello che per lei sul momento appare come il punto più basso della sua esistenza, diventa il momento della risalita, l’occasione che la sprona a dimostrare non solo al cugino pescatore di coralli, ma a tutti coloro che l’hanno denigrata nella povertà, quanto il coraggio e la tenacia siano in grado di innalzare coloro che vi si aggrappano quasi con disperazione.
Dolores però, con gli anni, diventa una donna bruciata dal rancore, un’anima macchiata dalla sete di vendetta, tanto da contaminare anche il suo figlio prediletto della stessa brama di giustizia. E il suo Achille cresce odiando coloro che li hanno denigrati, esasperando il suo odio per Fortunato Derosas, il cercatore di corallo che anni prima li ha cacciati dalla sua casa, tanto da progettare di rovinargli la cosa a lui più cara: la figlia Regina, creatura del mare che all’acqua scintillante pare appartenere più che alla terra della sua stessa isola.
Eppure, il destino vuole che tra i due giovani nasca un legame, una connessione che pare superare le differenze di mentalità, di coscienza, di vita e abitudini per parlare direttamente alle loro anime, così simili nell’innocenza e nella purezza, così come nella forza delle proprie passioni.
La cercatrice di corallo è dunque prima di tutto la storia di un amore, il ritratto del suo sbocciare lento e poetico, il racconto del suo fiorire e diventare sempre più forte e tenace. È un libro che parla di amori tormentati, perseguiti e sciupati dai rancori familiari, che attinge alla tradizione letteraria nota costruendo però qualcosa di nuovo e affascinante, sostenuto e arricchito dall’ambiente nel quale questo amore si sviluppa e dalle personalità intense e variegate che lo vivono e respirano come il più prezioso dei sentimenti.
Achille e Regina sorprendono e conquistano perché sono quasi due poli opposti, due parti dissonanti della stessa composizione; dove lui è terra, conoscenza, solidità e tradizione, lei è mare, istinto, libertà e voglia di vivere. I loro mondi non potrebbero essere più distanti, eppure i due paiono trovarsi e completarsi, fin dal primo incontro. Vederli legare regala momenti di dolcezza che si fa fatica a dimenticare e il loro rapporto pare quasi prendere forma in un’armonia delicata e musicale, che già di per sé basterebbe a fare l’intera storia.
Ma questo non è solo un romanzo d’amore; è prima di tutto e soprattutto un racconto di vite intrecciate, l’affresco di un’epoca storica ricca di contraddizioni, in equilibrio tra modernità e tradizioni, tra conoscenza e superstizione; è un continuo richiamo al folklore della Sardegna ma è anche l’occasione per metterne in mostra non solo i lati più affascinanti e misteriosi, ma quelli più neri e pericolosi.
È una storia di vendetta, come vi dicevo, ed è la rappresentazione di quanto l’odio e il rancore possano scavare nell’animo umano, tanto da offuscarne il ricordo della bellezza e dell’amore.
Vanessa Roggeri si dimostra ancora una volta magistrale nel saper gestire i travagli e i tormenti delle anime che si susseguono tra le sue pagine, perché riesce a dipingere ciascun personaggio con il giusto miscuglio di realismo e dolcezza, determinazione e passione, e al contempo riesce a calare ciascuna anima in un contesto verosimile e vivido, del quale possiamo respirare ogni piega e risvolto.
Ogni personalità incontrata resta impressa, ogni paesaggio evocato si materializza davanti ai nostri occhi e così ci ritroviamo a respirare la salsedine del mare, a sentire la frenesia e il fascino della ricerca dell’oro rosso e ancora, a percepire il sole cocente sulla pelle e la fatica del duro lavoro che freme tra le ossa.
E le sue parole tessono ognuna di queste storie di vita in un arazzo denso di colori e profumi, che vibra tra le pagine e sommerge il lettore con la forza delle sensazioni che porta con sé, ghermendo la sua attenzione e portandolo a respirare e vivere intensamente la terra che vuole celebrare.
Se dovessi riassumere in una sola frase il motivo per cui vi consiglio questo romanzo sarebbe proprio questa: che La cercatrice di corallo è un intreccio di anime e storie capace di avvolgervi nel suo abbraccio e trascinarvi tra i selvaggi e magnifici paesaggi della Sardegna del novecento, facendovi vivere amori intensi e passioni altrettanto brucianti.
E se queste parole non dovessero bastarvi per convincervi a dare un’opportunità a questa storia, allora dovreste provare a leggere le prime pagine del romanzo e a quel punto, ne sono certa, non avrete più alcun dubbio.
Voci dalla Sardegna
Non posso che concludere con un ringraziamento speciale alla Rizzoli, per avermi proposto in lettura questo romanzo e aver confidato che sarebbe riuscito a conquistarmi, e a Sara del blog Diario di un sogno, per aver riunito noi blogger sarde in questa piccola celebrazione di uno degli orgogli della nostra terra.
Questa recensione esce infatti come collegamento con un evento più ampio, tutto dedicato a La cercatrice di corallo e alla sua scoperta. Se volete saperne di più, trovate qui tutti i dettagli.