Per gli appassionati del genere un fumetto crea sempre grande interesse quando viene pubblicato, sopratutto se la copertina è rosa shocking e presenta un titolo davvero accattivante. Ma quando prendi in mano il libro, percepisci la grande responsabilità delle pagine scritte e la sensazione che proprio in queste sia nascosto un messaggio di importanza universale; Bastava chiedere, protagonista di questa recensione, è proprio questo: un manuale di buoni consigli (o propositi) da appoggiare sulle scrivanie di tutte noi, in primis su quelle degli uomini.
Linea guida alla lettura del fumetto
Il fumetto non ha una vera e propria trama a cui far riferimento, ma si muove più come un libretto di istruzioni a cui rivolgersi in determinate occasioni della vita quotidiana.
Infatti, quello su cui si concentra principalmente l’autrice, sotto forma di vignetta, è il concetto di carico mentale; quel processo per cui si chiede alle donne di complicarsi la vita per semplificare quella di chi amano.
Il tutto avviene in modo molto semplice: vignette brevi ma concise; disegni puliti ma di effetto; concetti carichi di valore ma esplicitati con un linguaggio colloquiale.
Recensione BASTAVA CHIEDERE! e/o istruzioni per riscoprirsi femminista
Ogni volta che ci accingiamo a leggere un romanzo, saggio o, come in questo caso, un fumetto femminista, partiamo sempre dal presupposto che noi siamo già delle femministe; solo procedendo con la lettura ci rendiamo conto di quanto spesso, in realtà, siamo spinte da un volere più alto di noi a soffermarci su aspetti della quotidianità che ledono un po’ la nostra libertà di donna.
“Bastava chiedere” pone la lettrice nella condizione di interrogarsi su aspetti che solo superficialmente appaiono irrilevanti, ma che nella loro totalità ci mostrano una visione della realtà completamente distorta.
È la semplicità con cui vengono esposti i problemi a destare maggior interesse nella lettrice, soprattutto quando si rende conto di aver indossato sulla propria pelle questi atteggiamenti, non consapevolmente, ma indotta da una società prettamente basata sul patriarcato.
Per molte di noi vedersi in questo libro sarà una rivelazione, per altre un dolore, per tutte un’opportunità preziosa
10 storie di femminismo quotidiano
Relazioni, lavoro, rapporto con il proprio corpo, maternità, sono solo alcuni dei temi affrontati dall’autrice nei 10 capitoli illustrati.
Con colori sgargianti a indicare l’inizio di una nuova storia, Emma ci sprona a far parte di una conversazione silenziosa con le altre donne in rapporto al nostro sentirci cariche di aspettative da parte di uomini che, da soli, non sarebbero in grado nemmeno di cambiarsi le mutande.
Forse, l’aspetto che più di tutti ho amato del fumetto, è questo rivolgersi implicitamente agli uomini pur parlando alla donne; gli uomini sono i veri protagonisti, con tutte le loro contraddittorietà, inefficienze e dimenticanze.
Le loro inadempienze generano carico mentale, e la superficialità con cui le affrontano e vivono la relazione con la donna, genera in quest’ultime un insieme di insicurezza, rabbia e bisogno che le rende quasi automi disposte solo a prendersi cura dell’uomo alfa.
Ma noi non siamo così, e mentre ce lo ripetiamo ogni giorno davanti ad uno specchio, nei libri, nelle manifestazioni, mentre camminiamo insieme verso un mondo più propositivo e inclusivo, loro stanno lì a fissarci, chiedendosi se vale o meno la pena di partecipare.
La risposta, a mio modesto parere, è scontata: decisamente Sì.
Per la copia del fumetto, inserita nel progetto Un libro per la casa, i nostri ringraziamenti vanno a Editori Laterza.
Per gli argomenti trattati può essere adatto ad una ragazzina di 12 anni?
Grazie