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Recensione Acque Nere di Riccardo Bianco



Dopo una serie di letture più o meno lontane dal mio genere preferito sono infine riapprodata a casa. Questa è la sensazione che mi ha suscitato leggere Acque Nere. Familiarità. Nonostante io legga volentieri qualunque genere, quando riprendo in mano un fantasy di questo tipo respiro aria di casa. Ho avuto un'adolescenza a pane, fantasy e D&d e questo racconto mi ha fatta tornare indietro a quegli anni. Sensazione stupenda. Certo il talento dell'autore ha fatto la gran parte del lavoro. Acque Nere è un racconto di circa 50 pagine ricco dell'epicità da gioco di ruolo. Personaggi interessati, dai caratteri appena abbozzati per scoprirli un passo alla volta lungo la serie, ma che trasudano tutti i tratti a me familiari. Un chierico che al mattino recita le preghiere che gli garantiranno il favore del suo dio. Un cacciatore di taglie dalla personalità misteriosa e dalle straordinarie abilità furtive. E un guerriero dalla vita semplice, umile ma capace.
Una storia caratterizzata da mistero e oscurità. E combattimenti serrati, esplorazioni di dungeon, incantesimi divini e oscure evocazioni. Un mix incredibilmente attraente. Inserito in un'ambientazione ricca di dettagli, visivi e sonori: ombre nelle foreste, sole che filtra tra le fronde, acque che riflettono tenui raggi di luce e fruscii sinistri tra le ombre della notte. Magia.
Da lettrice, sono stata accompagnata in un'avventura oscura e coinvolgente.
Da giocatrice, ho toccato con mano una campagna che giocherei molto volentieri. Con Bianco come master ovviamente.
Ora attendo solo di sapere come questa epica avventura andrà avanti.
E voi, lettori o giocatori, v'immergerete in questa avventura con noi?

Trama:
In questo volume, antefatto de “La tomba dei Mutilati”, dallo stesso autore: Le arti magiche proibite, la negromanzia ed il mondo tutto delle anime malvagie è all'opera per riconquistare il mondo dei vivi. Una linea contorta del destino congiungerà i primi punti di un'epica avventura, fitta di misteri ed enigmi, fatta sì di ferro e sangue e ossa, ma anche di attenta riflessione ed introspezione. Andronicus, Staros e Arras sono i protagonisti di questa coinvolgente avventura. Rispettivamente un chierico, un soldato ed un cacciatore di taglie, verranno incaricati di investigare sulla presenza di pericolosi criminali nei templi abbandonati degli antichi elfi. Ma quello che in verità stanno per compiere è un viaggio all'interno di un mondo fatto di oscurità e pericoli, di inganni e di folli complotti per riportare alla luce il male.

La tomba dei Mutilati è stato pubblicato nel 2009 da Runde Taarn e ripubblicato come self nel 2015, in occasione dell'uscita di Acque Nere. Entrambi sono storie a se stanti e auto conclusive, ma come pezzi di un puzzle formano un quadro più grande, che vedrà la conclusione con il quarto volume della serie.
La storia narrata in Acque nere si svolge venticinque anni prima quella de La tomba dei Mutilati.

Biografia autore:
Riccardo Bianco nasce a Pordenone nel 1977. Grazie alla lungimiranza del padre, la passione per il fantastico e la fantascienza lo travolge fin da piccolo, quando scopre il tesoro nascosto della piccola ma ben fornita libreria di casa, o meglio, di cantina. Da grande non perde il vizio, anzi, spinto dalla cerchia di amici che con lui condividono tale passione inizia a produrre qualcosa di suo. Così, dopo qualche anno di produzione casereccia, nasce “La tomba dei Mutilati”, fantasy gotico ispirato al mondo di Dungeons&Dragons, pubblicato nel 2009 da Runde Taarn e finalista al Premio Letterario Zenone. Nel 2010 pubblica con Zerounoundici “Un sogno lungo una vita”, raccolta di racconti onirici in collaborazione con Federico Squartecchia.

Link utili:
Pagina Facebook: Acque Nere
Acquisto su Youcanprint: Versione Cartacea
Versione e-book

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.