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Neuromante: nel mondo cyberpunk di William Gibson

Chiacchiere Letterarie questo mese si macchia di colori sgargianti, di tinte al neon rese sfocate dalla pioggia e del caos sporco e maleodorante di un’umanità iper-tecnologica e delirante. Siamo piombate nel cyperpunk, dove la realtà carnale e quella virtuale si fondono ed è quasi impossibile distinguerle l’una dall’altra. Indossati i nostri occhiali a specchio, ci caliamo nel mondo di Neuromante, di Case, Molly e del misterioso Invernomuto. Mentre le ombre della Città della Notte si estendono intorno a noi e ci trascinano giù, fin dentro il cuore dalla Matrice.

Trama

Case è un hacker esperto ma pieno di problemi. Per anni, è stato un “cowboy della consolle”, un uomo capace di navigare la Matrice in cerca di varchi nei quali insidiarsi per i peggiori scopi. I furti informatici sono sempre stati il suo forte; ma un colpo andato fin troppo male gli è costato l’intera carriera. Ha infatti subito una menomazione, che gli impedisce di connettersi di nuovo alla Rete.

Mutilato e devastato, Case vaga per lo Sprawl trovando conforto solo nella droga e nelle donne. Finché il suo cammino incrocia quello di Armitage, un misterioso e losco uomo d’affari che gli promette di ripristinare il suo sistema nervoso in cambio di una missione. L’obiettivo? Penetrare una residenza impossibile nel satellite artificiale di Freeside per conto di un’IA dai molteplici volti.

Neuromante Gibson cyberpunk
Copertina originale di Neuromante: perché è decisamente più figa di tutte quelle italiane

Il mondo di Neuromante

Soffocante, carico, disgustoso. Il mondo dipinto da William Gibson ha in sé tutto il peggio dell’umanità. Controllato dalle misteriose e potentissime corporazioni, si divide in modo netto tra chi ha i soldi e chi vegeta i mezzo alle macerie della città passate. Lo Sprawl, la periferia degradata della metropoli, accoglie tutti coloro che non hanno un vero e proprio posto nella Città della Notte.

Ladri, trafficanti, prostitute, hacker e samurai della strada. Un cocktail di anime sporche e prive di redenzione la cui unica fonte di luce sembra essere la Matrice. La realtà virtuale, la Rete che connette tutto e che permette a ognuno di loro di fuggire, di essere qualcosa di diverso. Anche Case è parte di questo grande e putrido organismo, ma da quando ha subito la mutilazione che gli impedisce di accedere alla Rete, la sua unica realtà è diventata proprio la sporca e corrotta Città della Notte. Dove una striscia di droga costa meno di un cibo sano e gustoso e la gente dorme in piccole celle dentro giganteschi grattacieli-alveare.

L’arrivo di Armitage e di Molly, una bellissima ma inquietante samurai di strada con degli specchi innestati al posto degli occhi, stravolge però il mondo di Case. Riportandolo in contatto con la Matrice e con la sua esistenza di hacker, l’unica che sembra valere davvero la pena vivere.

La Matrice, le IA e gli hacker

Dove la realtà carnale è infima, sporca, deprecabile, la Matrice o Cyberspazio è tutto quello che un hacker potrebbe mai desiderare. Come dice lo stesso Gibson:

«Cyberspazio: un’allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione […] Una rappresentazione grafica di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessità. Linee di luce allineate nel non-spazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano…»

Satura, sgargiante, destabilizzante eppure potenzialmente infinita. Se sei bravo e sai come muoverti, nella Matrice puoi fare ed essere quello che vuoi. Il mondo si inginocchia ai tuoi piedi se sai usare un deck e sei capace di piegare la Rete al tuo volere.

Solo un’IA abbastanza sottile e scaltra può riuscire a sottrarsi al dominio di un hacker esperto. E può persino ribaltare gli equilibri di potere, arrivando a prevedere ben più lontano di quanto un essere di carne e sangue potrebbe mai sperare di fare.

Neuromante Gibson cyberpunk
Illustrazione creata da Josan Gonzalez per Cyberpunk 2077, videogioco della CD Project Red liberamente ispirato a Neuromante

Io cosciente contro corpo materiale

In un mondo in cui il corpo non è che un limite superato da tempo, puoi davvero essere quello che vuoi. Impianti, potenziamenti, rappresentazioni virtuali dell’io reale. L’unico limite è l’immaginazione, e se ne hai abbastanza o possiedi i soldi per pagare chi ce l’ha, puoi davvero essere chi vuoi.

In un contesto del genere, le particolarità corporali si assottigliano fin quasi a svanire. Che differenza può fare se sei nato uomo, donna, bianco, nero o giallo, quando dentro la Matrice e perfino fuori puoi diventare qualcosa di completamente nuovo?

A dominare, in Neuromante, è la coscienza. Innestata in un corpo, caricata su una cartuccia ROM, o perfino dispersa in una realtà virtuale fatta di sabbia e odore di mare. O forse nemmeno quella ha davvero il controllo, forse lo stesso Io si sbrindella quando esiste una Rete in grado di inglobare e controllare ogni cosa.

La questione allora diventa una sola. Cosa distingue un essere umano da un’IA? La coscienza? La capacità di pensare, di sognare? E se anche le IA diventassero in grado di farlo?

Neuromante Gibson cyberpunk
Illustrazione creata da Josan Gonzalez per Cyberpunk 2077, videogioco della CD Project Red liberamente ispirato a Neuromante

Neuromante: dentro il cuore della Matrice e ritorno

L’avventura di Case e Molly è un viaggio delirante nel cuore della Rete e del concetto stesso di umanità. Una corsa contro il tempo, una dolorosa estensione verso i limiti umani. Stretti in un collegamento neurale, i due vengono più volte piegati, spezzati, infranti e poi riavviati. E nel processo cambiano, come farebbero se vivessero quest’avventura nel mondo reale.

Ma si tratta di cambiamenti più sottili, più infidi, più penetranti. La barriera del corpo in Neuromante ha smesso di esistere, e l’Io si trova invariabilmente in prima linea. Il primo capitolo della Trilogia dello Sprawl è la lotta dell’essere umano per trovare se stesso e rimanere tale per tutta la durata del viaggio.

Carico e quasi soffocante anche nello stile, così ricco di dettagli, e aggettivi, e colori e suoni e luci sgargianti, il primo romanzo di Gibson è una celebrazione dell’umanità nella sua più viscerale e istintiva delle forme. Quella che emerge quando, spogliati di tutto il resto degli orpelli, ci troviamo costretti a stringere con tenacia le poche cose davvero importanti.

Mentre il mondo intorno a noi gira, gira sempre più veloce, facendoci sentire piccoli e fin troppo insignificanti. Ma forse, finalmente davvero vivi.

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Il cyberpunk e la Trilogia dello Sprawl

Neuromante, come accennato, è il primo capitolo della Trilogia dello Sprawl, scritta da William Gibson negli anni ’80. È una celebrazione della cultura pop e dell’avanzamento tecnologico, e anche se oggi molte delle cose immaginate dal filone cyberpunk sono cosa nota e abituale (o non si sono ancora mai realizzate, per nostra fortuna), il libro resta un capolavoro del genere sci-fi, ricco di spettacolare ed esaltante immaginazione.

È proprio per celebrare questa folle immaginazione che abbiamo lanciato una call per racconti a tema cyberpunk. Vorremmo tingere di luci al neon e impensabile complessità l’intero blog, almeno per qualche settimana. Se avete scritto o scriverete un racconto ispirato al filone (e magari anche al nuovo videogioco targato CD Project Red), non vi resta che fare un salto alla pagina dedicata alla call e leggere come fare per partecipare.

Trovate tutte le informazioni qui sotto.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.