Buon lunedi, miei cari lettori!
La settimana qui comincia in grande stile, con un nuovo appuntamento della rubrica Navigando su Wattpad, dedicata a promuovere e far conoscere opere meritevoli nate sulla piattaforma di scrittura.
Se siete curiosi di conoscere il progetto nelle sue linee generali, vi rimando al post di apertura, che trovate qui.
Oggi parliamo di una storia già completa ed estremamente particolare, che mi ha conquistata in maniera bruciante e assoluta.
Come per gli articoli precedenti, per arrivare direttamemente alla storia vi basterà cliccare sulla copertina 😉
E come sempre, partiamo dalla trama, per darvi un’idea di ciò di cui stiamo parlando:
Cosa faresti se un giorno ti svegliassi e ricordassi in ogni minimo dettaglio la tua morte? Eleanor Gayre ricorda perfettamente l’uomo che le ha sparato un colpo dritto in fronte nella sua stanza, ricorda il sangue schizzato sulla parete dietro di lei, ricorda la vita che scivola via dal proprio corpo immobile, ricaduto scomposto sul letto. Ricorda tutto, come se avesse assistito a quella scena da spettatrice esterna. Eppure Eleanor si risveglia dopo quelli che le sono sembrati migliaia di anni e pochi secondi al contempo, non c’è più sangue sulla parete e lei è chiaramente ancora capace di respirare. E l’uomo che l’ha uccisa è in casa sua, ospite dei suoi genitori, ignari dell’accaduto. Alistair Lane, enigmatica figura che emerge dalle macerie del suo passato, che si materializza davanti a lei lì, a villa Gayre, e che sembra incarnare una vendetta spietata e incondizionata. È proprio quella vendetta a legarli, a creare uno struggente e malato desiderio in bilico tra la vita e la morte, a bloccarli in un circolo vizioso da cui non possono tirarsi indietro. Eleanor – l’innocente, giovane e fragile Eleanor – non è poi così diversa dal proprio assassino, in fin dei conti.
Enigmatica, ambigua, affascinante. Questi gli aggettivi che mi sono venuti in mente la prima volta che ho letto questa sinossi, ed è incredibile come questi stessi termini siano rimasti ad aleggiarmi intorno per tutta la durata del romanzo, diventando i primi spunti dai quali ho poi iniziato a sviluppare questa recensione.
Sì perché, prima di ogni altra caratteristica, questa storia racchiude perfettamente la definizione di questi tre aggettivi.
– È enigmatica fin dal suo primo capitolo: un uomo misterioso si trova nella casa del suo datore di lavoro; indossa una falsa identità, ed è lì per uccidere una donna responsabile della sua stessa morte.
– È ambigua, fin dalle prime impressioni che Alistair Lane ha di Eleanor: si trova nella sua stanza, le punta una pistola alla tempia con il desiderio bruciante di porre fine alla sua vita, ma non riesce a non pensare che vorrebbe possedere quella donna, affondare i suoi denti nella sua carne e farla sua.
– Ed è affascinante, fin dalle sue prime battute di apertura. Ivana ha il dono della scrittura, questo appare chiaro da subito, e possiede la capacità di affascinare con poche frasi studiate e incantevoli (proprio nel primo capitolo, leggiamo):
“La luce che inonda la stanza per un attimo lo abbaglia. Riconosce subito la musica proveniente dal grammofono appoggiato sulla cassettiera, alla sua destra. Ludwig van Beethoven, Für Elise.
Meravigliosamente drammatica. Intensa. Rimane spiazzato. È l’ultimo tassello che mancava al quadro perfetto della Morte.
Si volta alla sua sinistra, verso la ragazza seduta a gambe incrociate sul letto. Lo sta fissando.”
Folie à deux incarna la summa perfetta delle tre caratteristiche di cui sopra, e per tutti i suoi 32 intensi capitoli non fa che trascinare il lettore in un vortice di dolore, lussuria, amore malato, bellezza e brutalità.
La storia di Eleanor e Alistair seduce in modo bruciante, ghermisce chi la percorre facendo a poco a poco cadere le sue convinzioni, mutando continuamente la sua opinione sugli eventi che si succedono davanti ai suoi occhi, ma soprattutto su coloro che ne sono i protagonisti.
Perché non c’è cosa più complessa del farsi un’idea stabile e concreta della giovane Eleanor e del suo carnefice. Nessuno dei due resta quello che vediamo all’inizio, i loro ruoli si scambiano continuamente, le loro certezze vacillano e si risaldano, e così fa il loro rapporto, che simboleggia una delle Danze più Macabre e Affascinanti che mi siano mai capitate sotto mano.
Posso dirvi poco dello sviluppo degli eventi se non voglio guastarvi il piacere di scoprirlo da voi durante la lettura, se non che Eleanor e Alistair sono due esseri immortali, legati dalla vendetta , così simili eppure diversi, destinati a farsi del male a vicenda per poi ritrovarsi di continuo, ad amarsi e distruggersi, a desiderarsi e odiarsi.
Il fascino di questo romanzo sta proprio nella contraddizione e Ivana è sublime nel giocare con i passaggi di luci e ombre, interiori come esteriori. Folie à Deux in questo ricorda una piccola opera d’arte, un quadro minuziosamente studiato per suscitare emozioni contrastanti, per stupire e meravigliare, come per turbare e far fremere di sdegno.
Eppure, questa storia racchiude anche una forte componente di equilibrio, un perfetto bilanciamento di poesia e sangue, dolore e gioia. Come vi dicevo è ciò di più simile a una danza, o una Danse Macabre come cita la stessa Ivana, un continuo valzer di eventi che ci sfilano davanti e ci incantano in tutta la loro meraviglia, in tutto il loro grottesco aspetto.
Il cardine del romanzo, il fulcro intorno al quale ruotano tutte le vicende di questi 32 capitoli, sono ovviamente Eleanor e Alistair.
Lei, bellissima e disperata, dal passato oscuro e dalla mente fragile, apparente vittima della brutalità della vita, e lui, bello e dannato, che quando preme il grilletto dà il via a una follia già destinata ad esplodere, travolgendo le vite di entrambi e portandoli a scontrarsi e intrecciarsi in mille modi diversi.
Due anime così diverse da sembrare opposte, eppure così simili da sconcertare, vittime entrambe di un gioco più grande di loro ma al contempo fautori della loro stessa maledizione.
La loro vita è una giostra che li estranea dalla realtà, che gira tanto intensamente da fargli perdere la testa e farli sentire invincibili, perfetti, immortali.
Il loro destino sembra scritto, la loro fine inevitabile, eppure Ivana cambia di continuo le carte in tavola, offusca le nostre convinzioni e sorprende con la cura riversata nel dipingere questi due esseri così affascinanti, così privi di contraddizioni, brucianti di vendetta, e consumati dal desiderio.
L’esterno in questa danza non conta, è quasi irrilevante. Ogni tanto emerge, il tempo sufficiente da ricordarci che i due ancora vivono nel nostro mondo, ma per il resto le loro vicende si susseguono avvolte in un limbo ricamato d’arte e grondante sangue e disperazione.
E proprio come una piccola opera d’arte, Folie à Deux racchiude diversi significati, numerosi piccoli dettagli che emergono solo se li osserva con minuzia, e sorprendono proprio per il loro essere così ricchi di spessore. La stessa Ivana ne cita numerosi alla fine del romanzo, ma vi invito a imbarcarvi in questa lettura senza conoscerne nessuno, lasciando che sia il romanzo stesso a svelarvi ogni sua piega.
Vi dico solo il dettaglio più evidente, quello che spicca appena si dà un’occhiata all’indice, e si scorge che ciascun capitolo è un’opera a sua volta, un riferimento a ciò a cui si ispira, una citazione al conosciuto prima di dare spazio all’imprevedibile.
Non resta molto da dirvi senza gustarvi il piacere di imbarcarvi in Folie à Deux, se non che su tutta la composizione spicca la penna di Ivana, il suo narrare a tratti con grazia, a tratti con brutalità, la sua sapiente maestria nell’adattare lo stile alla situazione, ai tormenti dei personaggi, alle loro sfrenate passioni e ai loro macabri desideri.
Ogni frase in questo testo pare scelta con il preciso scopo di essere incisiva, memorabile, intensa. Ivana adotta un periodare spezzato, quasi sincopato, che spinge ad accelerare la lettura, a scorrere ogni capitolo con una frenesia che aumenta in modo esponenziale, quasi che il lettore sia egli stesso travolto dalla danza di Eleanor e Alistair, e se ne trovi avvinto senza potervi opporre resistenza.
Folie à Deux è un romanzo che si beve in poco tempo, che scorre inesorabile nella nostra mente anche quando non lo stiamo leggendo, che resta impresso a distanza di mesi in frasi sconnesse ed evocative, in scene difficilmente cancellabili e cariche di pathos, oltre che di seduzione.
Non è una storia per persone facilmente impressionabili, questo è necessario precisarlo, eppure per quanto ricca di scene disturbanti, la loro portata è in ogni momento bilanciata dalla luce, dalla bellezza che appare dove meno ce la si aspetta. Come vi dicevo è un equilibrio ben orchestrato, l’eros che si scontra con il macabro, l’innocenza che combatte con il desiderio più sfrenato.
È una composizione raffinata, una gemma rara sulla piattaforma capace di sorprendere e conquistare fin dalla sua sinossi, per trascinare fino a un capitolo 32 che è il perfetto completamento di questa danza eterna e meravigliosa.