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In fuga da Houdini – recensione

In fuga da Houdini è il terzo libro della quadrilogia gotico-vittoriana scritta da Kerri Maniscalco. Se non avete letto i primi due volumi vi sconsiglio questa recensione, potrebbero esserci degli spoiler. Vi faccio giusto sapere che secondo me, il primo volume di questa serie è decisamente sottotono rispetto ai successivi.

Non so se questo sia da attribuire ad questione di caratterizzazione dei personaggi o se è semplicemente l’autrice che mostra più chiaramente le sue intenzioni nei confronti della storia. Resta il fatto che, se il primo lo avevo trovato una piacevole lettura, i due volumi successivi hanno davvero catturato la mia attenzione.

Ed ora aspetto trepidante l’uscita del quarto volume l’10 novembre.

Trama

In fuga da Houdini di Kerri Maniscalco

(da Amazon)
Audrey Rose Wadsworth e il suo assillante compagno, Thomas Cresswell, si imbarcano sulla lussuosa RMS Etruria, diretti alla loro prossima meta, l’America. La settimana di spettacoli circensi che allieterà la traversata – compresa l’esibizione di un giovane e promettente artista della fuga – sembra la distrazione ideale prima del tetro incarico che li attende oltreoceano. Ma presto il viaggio si trasforma in un festival degli orrori quando, una dopo l’altra, giovani donne vengono trovate morte. Per Audrey Rose, il Circo al chiaro di luna – con i suoi numeri inquietanti e i personaggi grotteschi – si trasforma in un incubo e la fa tornare alla sua ossessiva ricerca di risposte. Gli indizi sull’identità di una delle vittime sembrano condurre a qualcuno a cui Audrey Rose vuole molto bene: riuscirà la ragazza a fermare il misterioso assassino prima del suo terrificante gran finale?

Quattro chiacchiere su In fuga da Houdini

Dopo aver affrontato a Londra Jack lo Squartatore e in Romania l’erede di Vlad L’impalatore Audrey Rose e Thomas si imbarcano in un lussuoso transatlantico che dovrebbe portarli in America. Questo cambio di ambientazioni così radicale tra un romanzo e l’altro è un espediente eccezionale per poter rendere ogni trama interessante senza rischiare noiose ripetizioni.

Come nei volumi precedenti, anche in In fuga da Houdini alla fine del romanzo troviamo degli extra, questa volta però sono molto più corposi rispetto ai libri precedenti.
Oltre alle classiche note dell’autrice sugli elementi storici che ha romanzato all’interno del romanzo, eravamo abituati a trovare qualche pagina dedicata al punto di vista di Thomas. Questa volta invece il capitolo extra è dedicato ad un semplice evento non narrato all’interno della storia, mentre a Thomas è dedicato un intero racconto dedicato alla nascita del Principe Oscuro.

Crescita dei personaggi

Una caratteristica secondo me essenziale di una buona saga Young Adult è la crescita della (del o dei) protagonista. Senza crescita del personaggio principale la storia rimane piatta, perché manca tutto il percorso di formazione che invece rende grandi questa tipologia di romanzi.
Questo è anche il lato che più sto apprezzando di questa serie. La protagonista sta cambiando notevolmente rispetto al primo volume, perdendo sempre di più le caratteristiche infantili che mi avevano tanto irritato nel primo romanzo.

Ciò che le accade non la lascia indifferente, ma, come è giusto che sia, gli eventi modificano il suo carattere ed i suoi comportamenti. E la rendono sempre più matura e capace di “dominare le emozioni” come direbbe lei. Non perché essere istintivi ed emotivi sia un male, ma semplicemente perché crescendo si impara a gestire le emozioni e i sentimenti nella maniera più adeguata a seconda della circostanza. Che ovviamente non vuol dire diventare degli automi o dei cuori di ghiaccio.

Anche Thomas non si esime dalle modifiche caratteriali dovute alla presenza di Audrey Rose al suo fianco. Con l’extra La nascita del Principe Oscuro, inoltre, l’autrice ci permette di scoprire ancora più a fondo la complessità di questo personaggio.

Qualcosa da ridire?

Se non avete ancora letto il romanzo non leggete questa parte!

Nei romanzi precedenti il titolo richiamava il serial killer che Audrey Rose e Thomas si sarebbero trovati ad affrontare. In questo caso invece il titolo è…fumo negli occhi. All’inizio questo fatto mi aveva fatto storcere il naso, avrei preferito si continuasse sullo stesso filone piuttosto che inserire dei personaggi forzatamente e poi non renderli neanche i protagonisti della storia.

Però, ebbene si, c’è un però in questa piccola nota stonata. È anche vero che questo titolo è utilissimo a distogliere l’attenzione sul vero artefice dei crimini. Anche se, altra nota stonata, in questo volume è decisamente più prevedibile rispetto ai precedenti. Il secondo problema riguarda infatti la prevedibilità del colpevole, abbastanza chiaro quando Audrey Rose si sofferma un po’ più a lungo del previsto sulla possibilità che la morte ingiusta di una donna potesse essere alla base di tutti i crimini.

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Il libro rientra nelle seguenti categorie della Book Challenge 2020:
3 – 10 – 26 – 27 – 48

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A questo punto non mi resta che ringraziare la Mondadori per la copia di questo volume.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.