Educazione alla lettura, Intorno al libro

“Il leone e la gazzella”: uno sguardo sugli stereotipi di genere nella letteratura young adult

Cosa leggono le nuove generazioni di lettrici e lettori? Quali modelli relazionali incontrano nelle loro letture?

Sono queste le domande dalle quali sono partita per costruire la ricerca per la mia tesi triennale in Informatica Umanistica, domande che sono nate lavorando nelle classi della Provincia pisana durante esperienze di Educare alle differenze. Nel 2022, infatti, sono entrata a far parte del gruppo Educazione e formazione della Casa della donna di Pisa, gruppo che realizza percorsi nelle scuole di ogni ordine e grado dedicati all’educazione alle differenze, alla promozione delle pari opportunità, alla lotta contro la violenza di genere, l’omofobia, gli stereotipi e le discriminazioni sessuali.

Entrare in contatto diretto con giovanissime e giovanissimi grazie ai laboratori è stata una preziosa occasione per conoscerne gusti e preferenze, e per cogliere aspetti del modo in cui percepiscono le relazioni, soprattutto quelle eterosessuali. Tra gli elementi più interessanti emersi durante i laboratori vi è il modo in cui ragazze e ragazzi raccontano la gelosia e il possesso, considerati indicatori di attaccamento e affetto: se non è geloso dei tuoi amici maschi vuol dire che non ti ama abbastanza; se non ti controlla ogni tanto il telefono come fai a sapere che tiene a te?; se non vedi i tuoi amici è un buon segno, vuol dire che desidera passare tutto il suo tempo con te: sono solo alcune delle idee che abbiamo ascoltato nelle classi, considerazioni che sembrano poi riflettersi nelle scelte che ragazze e ragazzi raccontano di compiere in campo relazionale.

Da dove viene questa concezione delle relazioni?

Rispondere a questa domanda è complesso, perché è una questione che ha a che fare con l’educazione, con l’ambiente sociale nel quale crescono e sono immerse le persone giovani (e non solo) e con molti altri fattori che non è affatto semplice monitorare.

Da appassionata di letteratura e di nuove tecnologie, ho scelto di partire da questa domanda e di ridurre il campo di osservazione a un settore, quello dei media digitali, che sta diventando sempre più centrale nelle nostre vite, e non solo in quelle delle persone giovani. In classe, ragazze e ragazzi hanno raccontato di leggere e guardare online prodotti molto popolari tra i giovani, tra i quali figurano anche storie digitali scritte da loro coetanee e coetanei.

Ho deciso quindi di concentrarmi su una piattaforma letteraria che negli ultimi anni sta prendendo sempre più spazio nel mercato editoriale italiano dedicato alle persone giovani, Wattpad, e di condurre la mia ricerca muovendomi all’intersezione tra letteratura contemporanea, linguistica computazionale e pensiero femminista.

Classifiche di libri più venduti: uno sguardo al mercato italiano dello YA

Negli ultimi anni abbiamo visto un sensibile aumento nella pubblicazione cartacea di romanzi generati su Wattpad, piattaforma di lettura sociale che si è imposta su altre meno amate e frequentate. In Italia, è notevole il caso di romanzi come My dilemma is you di Cristina Chiperi (2016, Leggere Editore), primo di una saga, e Fabbricante di lacrime di Erin Doom (2021, Salani Editore), che hanno venduto rispettivamente oltre 150 mila copie e 450 mila copie anche e soprattutto grazie al passaparola su TikTok. Wattpad è una delle più grandi piattaforme di scrittura e condivisione di storie e raccoglie oltre 500 milioni di storie scritte in più di 50 lingue e lette da oltre 70 milioni di utenti al mese

È sufficiente dare uno sguardo alle classifiche dei libri più venduti disponibili online per rendersi conto di quanto i libri nati sulla piattaforma si stiano imponendo sul mercato italiano con forza dirompente: dei dieci best seller 11-16 anni del 2024 su MondadoriStore, quattro vengono da Wattpad (e due sono volumi della saga di Harry Potter).

Wattpad è un fenomeno di per sé molto democratico, nel quale sono lettrici e lettori a scegliere quali storie scalano le classifiche e quali raggiungono numeri abbastanza alti da attirare l’attenzione del mercato editoriale. Inoltre, il fatto che chiunque possa scrivere qualunque cosa su Wattpad (quasi) senza filtri, e che soprattutto le persone molto giovani vi si approccino, rende la piattaforma ancora più interessante da un punto di vista sociale e non solo letterario.

Ma quali storie ottengono l’attenzione del pubblico di Wattpad?

Analizzando la versione italiana della piattaforma si riscontra un dato interessante: come la stessa home page mette in evidenza, molte delle storie più lette e amate su Wattpad riportano il tag “Bad Boys Stories” (gli stessi My dilemma is you, After, Fabbricante di lacrime e molti dei successi di Wattpad arrivati sul mercato letterario cartaceo provengono proprio da questa categoria).

Delle 250 storie più lette di Wattpad Italia (dati estratti a metà 2024), circa il 30% ha il tag “Bad Boy”. La maggior parte di queste storie è inoltre scritta in prima persona e segue il punto di vista della protagonista femminile (circa il 75%). Le trame di queste storie sono molto simili l’una all’altra: sono storie in cui il protagonista, spesso alter ego di un personaggio reale, è un giovane oscuro e aggressivo dal passato tormentato, e la protagonista è solitamente la “nuova arrivata”, ingenua e piena di bontà, destinata a salvarlo dal suo lato oscuro (vi ricorda qualcosa? ne parliamo tra poco…)

Oltre al mercato editoriale cartaceo, le storie con protagonista un bad boy hanno conquistato soprattutto i social come TikTok: su BookTok, lettrici giovanissime (e usiamo il femminile inclusivo, vista la preponderanza) raccontano con entusiasmo il loro “amore” per questo tipo di trame, che permettono un’alta immedesimazione proprio per il modo in cui sono costruite.

Come preannunciavo, non si tratta di trame nuove: molte e molti di voi, leggendo la piccola sintesi qui sopra, avranno pensato subito a Twilight. Ed è proprio da qui che diverse ricercatrici sono partite per elaborare quello che hanno chiamato il topos della vergine e della bestia, uno degli stereotipi più comuni nella narrativa young adult degli ultimi decenni.

Gli stereotipi di genere nelle storie young adult: il topos della vergine e della bestia e il ciclo della violenza

Il topos della vergine e della bestia è una relazione eterossessuale in cui la donna veste il ruolo di vergine passiva e timorosa e l’uomo quello di “creatura bestiale” (in tutte le sue accezioni, fantastiche e non) attiva e solitamente aggressiva. Negli ultimi anni, sono molti i successi young adult che hanno riproposto questo modello, consolidando nell’immaginario di giovani e giovanissime/i una meccanica uomo-donna che è strettamente collegata ai problemi di violenza di genere.

Abitualmente, infatti, al topos vergine-bestia si accompagna la dinamica del “domare la bestia” nella quale la ragazza, grazie alla sua bellezza e dolcezza, riesce a salvare la bestia da sé stessa (è questo il caso di molte delle saghe citate poco sopra). Uno dei problemi più evidenti di questa dinamica è che veicola l’idea che la donna debba salvare l’uomo da sé stesso attraverso l’amore, ignorando il pericolo di stargli accanto e creando per lui un luogo sicuro nel quale possa essere finalmente la versione migliore di sé.

Nulla, però, viene detto sulle reali aspirazioni di lei, ed ecco dunque che in molte di queste note saghe fioriscono personagge timide e belle che non hanno nella vita altro scopo se non dimostrare al mondo che il loro amato è in realtà una brava persona (finendo in alcuni casi per assumerne i tratti bestiali, come accade ad esempio a Bella Swan nella saga di Twilight, che viene infine trasformata in vampira).

All’interno di questo topos si possono riscontrare molti degli elementi formalizzati nel Ciclo della violenza proposto per la prima volta da Lenore Walker nel 1979 nel suo The Battered Woman per spiegare l’andamento delle relazioni violente. Molti dei protagonisti maschili di queste storie hanno infatti episodi di grande rabbia e violenza (in alcuni casi, colpiscono o minacciano la protagonista stessa), che si risolvono poi con gesti eclatanti o regali e richieste di perdono, per poi sfociare dopo un periodo di pace (definito “luna di miele” da Walker) in nuova violenza, in un andamento oscillante che si mantiene spesso fino al romantico lieto fine.

Che effetti hanno queste storie sulle persone giovani che le leggono?

Sono molti gli studi che si interrogano sugli effetti delle rappresentazioni relazionali nei media di intrattenimento. Nel 2003, la studiosa Monique Ward ha pubblicato una panoramica degli studi condotti fino a quel momento che correlano le rappresentazioni stereotipiche all’educazione sessuale delle persone giovani. La ricerca di Ward si concentra specificatamente sulla popolazione americana e sul consumo di prodotti audiovisivi e di magazine e, sebbene molte cose siano cambiate dal 2003 (si pensi ad esempio all’avvento di Netflix e di piattaforme come Wattpad e alla perdita di peso di riviste come l’italiana Cioè), i risultati della sua ricerca sono comunque un interessante punto di partenza.

Mettendo insieme i dati raccolti in oltre quaranta ricerche, Ward rileva che i prodotti di intrattenimento audiovisivo (film, serie tv e soap opera) rispecchiano la realtà ma in un certo senso la plasmano anche, definendo modelli comportamentali molto netti per uomini e donne, modelli che spesso costituiscono un riferimento per le persone giovani.

La stessa cosa potrebbe dunque avvenire con le storie di Wattpad, che possono presentarsi non solo come modello relazionale per chi legge, ma anche come “termometro” della concezione delle relazioni che le giovani scrittrici e i giovani scrittori hanno introiettato spesso senza accorgersene. Ovviamente, è bene precisare che non sempre queste narrazioni rispecchiano fedelmente sogni e desideri delle persone che le scrivono; essendo Wattpad stesso un fenomeno sociale, è anch’esso altamente soggetto a trend, mode tematiche e narrative che spingono le persone a scrivere ciò che sanno verrà ricercato e letto maggiormente dalle e dagli utenti, e non per forza ciò che realmente pensano o sognano.

Inoltre, il mezzo narrativo, sia esso approcciato da chi legge o da chi scrive, è sempre anche un modo per distaccarsi da sé e per fare esperienze che altrimenti non si vivrebbero o cercherebbero nella vita reale; elemento questo essenziale, da tenere ancor più presente quando si analizzano storie lette e/o scritte da persone giovani in cerca di segnali di violenza di genere.

Resta però un dato di fatto: come anticipato all’inizio di questo articolo, la percezione che le persone giovani hanno di sentimenti come gelosia e possesso è in qualche modo sfalsata. A riguardo, vi consiglio di dare un’occhiata all’indagine condotta da Fondazione Libellula sulla percezione della violenza di genere su un campione di persone giovani. Di seguito uno stralcio dei risultati dell’indagine: gelosia, possesso, aggressività e invasione vengono considerate come espressione d’interesse e attenzione da parte del o della partner. Infatti sono ritenute poco o per niente forme di violenza il controllare di nascosto il cellulare o i profili altrui (39%), impedire al o alla partner di accettare amicizie online (33%), chiedere al o alla partner con chi e dove è quando è fuori (33%), dire al o alla partner quali vestiti può o non può indossare (26%).

Alcuni esempi di relazioni stereotipiche (e problematiche) tratti dalle storie di Wattpad

Nella mia ricerca ho scelto di adottare un approccio scalare, altenerando lettura a distanza (eseguita grazie a modelli linguistici) a lettura diretta, per mettere in evidenza i caratteri stereotipici descritti poco sopra. Grazie a un’analisi automatica dei sentimenti presenti nei singoli brani delle storie, ho potuto estrarre e leggere parti problematiche delle storie, individuando un’alta incidenza di elementi riconducibili al topos della vergine e della bestia e al ciclo della violenza di Walker.

Come anticipavo, molte delle storie più amate di Wattpad seguono lo stesso schema narrativo: la protagonista si trasferisce con i genitori in una nuova città, trovandosi catapultata in un ambiente estraneo. Qui, con grande fatica, si costruisce nuove amicizie e prova a sopravvivere al trauma dello sradicamento, mentre cominciano i primi incontri-scontri con il protagonista maschile bello e tenebroso. Il rapporto tra i due è fatto di continui alti e bassi e soprattutto di sentimenti molto intensi: la rabbia di lui, la paura di lei per le sue sfuriate, la tristezza (sempre di lei) perché lui è irraggiungibile e chiuso in sé stesso. Fino all’inevitabile finale positivo nel quale lei riesce a salvarlo da sé stesso e della sua oscurità (ma a che prezzo?)

Un esempio tipico di frase problematica presente in queste storie è la seguente:

Darei la vita per lui, nonostante non faccia altro che farmi star male.

O ancora:

So cosa mi aspetta se voglio avvicinarmi a lui, ma voglio combattere per provare ad averlo nella mia vita perché ho realizzato quanto ne faccia già parte.

E:

Vedo nei suoi occhi la voglia di sbranarmi, come fa un leone con una gazzella

(frase ispirata alla celebre metafora del leone e dell’agnello della serie di Twilight, che poi è diventata il titolo della mia ricerca.)

Ma bastano queste frasi a qualificare una relazione come problematica?
Sicuramente no, ed è per questo che mi sono guardata intorno in cerca di uno strumento che mi permettesse di definire quali fossero i reali problemi in queste relazioni.

Uno strumento utile da portare in classe (e non solo)

Il The Abuse Litmus Test (Bonomi, 2017) nasce come strumento pedagogico ispirato agli studi femministi (in primis, Walker) per “facilitare la decodifica da parte degli studenti universitari del potere, del controllo e del danno nelle relazioni rappresentate in film popolari” (il testo è di Bonomi, la traduzione è mia).

Il test mette a disposizione delle e degli studenti tre domande che aiutano a identificare relazioni caratterizzate da dislivello di potere, controllo e danno:

  1. I partner nella relazione condividono lo stesso potere?
  2. Il potere viene utilizzato da un partner per controllare l’altro?
  3. Si subisce un danno?

Intorno a queste domande si costruisce un quadro di comportamenti che possono facilmente essere identificati durante la visione del film (o, come nel nostro caso, durante la lettura).

Applicare il test alle storie di Wattpad richiede ovviamente una lettura profonda, ma una volta applicato alle storie più lette si scopre che molte di queste non superano il test: in moltissimi casi, il potere tra i due protagonisti è sbilanciato a favore di lui, che è solitamente ricco e rispettato, mentre lei è la nuova arrivata e non conosce nessuno; lui usa spesso questo potere per cercare di controllare lei, facendole fare cose che lei non vorrebbe fare; e appare evidente, anche grazie all’analisi dei sentimenti, che lei prova costanemente paura e tristezza a causa dei comportamenti di lui.

Inoltre, spesso la storia ruota intorno alla volontà di lei di sanare le ferite di lui, e di aiutarlo quindi a domare il demone che lo divora (il topos del “domare la bestia” visto in precedenza).

Ovviamente, è bene precisare che il The Abuse Litmus Test è (volutamente) una semplificazione della reale difficoltà di identificare segnali di violenza di genere all’interno di una relazione. Non basta certo un test per sancire la pericolosità di una relazione, né è sufficiente individuare segnali di violenza all’interno di una narrazione per dire con certezza che questa avrà effetti negativi sulle persone che la leggeranno.

Il test è però un valido strumento da portare in classe o da proporre alle persone giovani vicine a noi, perché porsi domande è il primo passo per mettere in discussione questi modelli, e provare a superarli. La cosa importante è approcciare queste storie con mente aperta, non con lo scopo di demonizzarle, quanto piuttosto per decostruirle al fine di suggerire modi altri, auspicabilmente più sani, di stare in una relazione.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.

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