Recensioni

Il blu è un colore caldo di Julie Maroh



Clémentine è una quindicenne come tante altre: vive in una famiglia che ama e che la ama a sua volta, frequenta un liceo dove ha stretto amicizia con alcune ragazze e c'è un ragazzo più grande e molto attraente che sembra interessato a lei. La sua vita insomma è ordinaria e normale, fino a quando un giorno, camminando per strada, intravede una macchia di colore blu tra la folla, e insieme ad essa, il viso della persona che porta i capelli di quel colore; il viso di questa ragazza le resta impresso al punto che inizia a tormentarla giorno dopo giorno. Non solo perché ha bisogno di conoscere chi si cela dietro a quel volto, ma soprattutto perché per come è stata educata, quel groviglio di emozioni che sente ogni volta che pensa a quella ragazza è sbagliato, malato, corrotto. Quando finalmente conosce Emma, la ragazza indipendente dai capelli blu, la sua vita si scinde, il suo stesso animo lo fa: da una parte resta la Clémentine di sempre, la ragazza seria, educata, normale; dall'altra inizia a sbocciare la vera Cléme, quella che preme per uscire, che ama e lotta perché il suo amore venga riconosciuto, non venga giudicato, sia accettato.

Il blu è un colore caldo è come avrete capito una storia che parla di omosessualità, ma che si concentra soprattutto sugli effetti che l'opinione delle persone che ci circondano ha sulla nostra vita, sul nostro benessere, sulla nostra libertà. Clémentine è stata educata a ripudiare l'omosessualità, a considerarla una malattia, e rifiutarla con tutta sé stessa; lo scoprire di amare un'altra ragazza all'inizio è devastante per lei; dopo il rifiuto totale iniziale si fa largo a poco a poco il dolore per la consapevolezza, il peso di un'educazione chiusa, piena di odio, di intolleranza, anche verso sé stessi. Il suo travaglio è soprattutto interiore, perché prima ancora del rifiuto da parte della società, ciò contro cui devo lottare è il rifiuto di sé stessa. Emma al contrario vive in un mondo in cui è accettata, ha imparato ad amarsi, ad accettarsi; anche lei però ha paura della relazione con Clém, ha paura di esporsi per una persona che non sa esattamente quello che vuole, che non riesce ad accettarsi a pieno.
Julie Maroh costruisce una storia dolce e dolorosa, fatta di sguardi, di lacrime, di rimorsi, di baci e carezze rubati di nascosto. È una storia che promette fin da subito che farà male, che la realtà è dura, sofferta, eppure intensa ed imprescindibile. Per raccontarla l'autrice sceglie il mezzo della graphic novel, lasciando il compito di raccontare la vita di Clém ed Emma ai disegnie ai colori di ogni singola vignetta. Le scene sono intense, la sceneggiatura si sofferma delicatamente sui visi dei personaggi, sulle loro espressioni, sulle loro mani, sull'arricciarsi delle loro labbra. Anche i colori accentuano la dolorosità delle scene, la loro intensità: i toni sono pastello, i colori acquarellati rendono quasi sbiadita la narrazione, come se su tutta la storia si fosse posato un sottile velo di lacrime.
Se la storia è forte e coinvolgente, i disegni ne accentuano ogni tratto, la supportano, la innalzano, per farla giungere più in profondità dentro chi la legge.

Per quanto sia intensa, triste e dolorosa, per quanto tratti di un tema così forte, così delicato, così sensibile, è difficile non amare questa storia d'amore; è quasi impossibile non sentirsi vicini a queste due protagoniste, non immaginare di tendere loro una mano per aiutarle. E soprattutto è impossibile non desiderare di promettere loro che ogni cosa andrà al posto giusto, e che prima o poi ci sarà un mondo, per loro come per tutti noi, in cui si potrà veramente scegliere chi amare senza sentirsi mai una sola volta giudicati per questa scelta.



Trama:
Il primo sguardo tra due persone destinate a innamorarsi può essere un evento sconvolgente: una scossa destinata a far tremare le fondamenta di una vita banale, un'esplosione di colore che ravviva un mondo altrimenti grigio. E quello che accade a Clémentine, 15 anni, in un pomeriggio qualsiasi, quando una macchia di colore si fa strada verso di lei tra la folla: una testa dai capelli tinti di blu, un paio d'occhi dello stesso colore che per i mesi a venire invaderanno, notte dopo notte, ogni suo sogno. Eppure, la storia di Clémentine non è solo una storia d'amore. È una storia di vergogna, di negazione, di rabbia, di insicurezza: perché il nome della sua ossessione è Emma, e in un mondo intriso di pregiudizi vivere la propria omosessualità alla luce del sole può provocare fratture emotive insanabili, e deviare per sempre il corso di un'esistenza fino a un epilogo insensatamente tragico.


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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.