Il 27 gennaio si festeggia a livello internazionale la Giornata della Memoria. La data è stata scelta durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2005, anno in cui si celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti. Fu scelto il 27 gennaio perché è in quel giorno, del 1945, che le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Scrivere di un argomento tanto delicato non è semplice. Per romanzare certi eventi bisogna avere non solo una grande abilità narrativa, ma anche una profonda conoscenza degli eventi.
Qualche anno fa vi ho già fatto un breve elenco di libri, quest’anno vorrei aggiornare l’elenco con ulteriori tre titoli. Sono tre libri più recenti dei precedenti, ma anche con tematiche molto diverse.
Come sempre, se avete ulteriori commenti, vi aspetto nei commenti.
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Io non mi chiamo Miriam di Majgull Axelsson
Majgull Axelsson è una scrittrice svedese e la sua opera è ambientata proprio in Svezia, diversi anni dopo l’Olocausto. La protagonista è una donna, ormai anziana, che sfuggita alla morte è stata accolta in Svezia, dove ha potuto farsi una nuova vita.
Sembrerebbe una storia “normale” (sempre che una situazione simile possa essere definita normale), ma per “colei che non si chiama Miriam” le cose sono ancora più complicate. Questo perché si porta dietro un’onta gravissima: non è ebrea, ma rom.
Una volta entrata nel campo Ravensbrück si trova a dover indossare la divisa di una ragazza ebrea e da quel giorno le diventerà impossibile tornare alla sua vera identità.
Questo anche perché molti degli Stati che alla fine della seconda guerra mondiale si presero carico delle persone che riuscirono a salvarsi dai campi, non ebbero la stessa premura anche per le popolazioni Rom e Sinti.
Ma vivere con una maschera addosso non è facile, ogni giorno pesa sempre di più dover rinnegare le proprie origini. Ed ecco perché, il giorno del suo ottantesimo compleanno, Malika trova il coraggio di dire alla sua famiglia che “Lei non si chiama Miriam”.
È un libro duro e difficile da leggere, soprattutto perché è quasi impossibile non sentirsi mai colpevoli mentre le pagine scorrono sotto i nostri occhi.
Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre
Questo libro, scritto a quattro mani con Daniela Palumbo, fa parte della letteratura per ragazzi. Di quella letteratura per ragazzi bella però, che può essere letta e amata a qualunque età. Non è un romanzo, ma una biografia, in particolare la biografia di Liliana Segre.
È un libro che trovo particolarmente adatto per la Giornata della memoria per due motivi principali. Prima di tutto racconta i campi di concentramento dal punto di vista di una persona che li ha vissuti realmente. In più ci ricorda il ruolo dell’Italia durante quel periodo, perché mi sembra che sempre più spesso si tenda a minimizzare il ruolo che il nostro stato ha avuto durante la Seconda Guerra Mondiale.
È molto semplice guardare alla Germania come unico focolaio di odio e morte, ma la realtà è diversa. E se non vogliamo rischiare di commettere nuovamente certi orrori l’unica strada è la memoria.
Se anche non voleste leggere un libro per ragazzi, vi consiglio una qualunque opera di Liliana Segre. Anche La memoria rende liberi merita altrettanto di essere letto.
Trilogia della memoria di Lia Levi
La Trilogia della memoria è un’opera che racchiude tre romanzi di Lia Levi, tre storie differenti legate dalle leggi razziali italiane contro gli ebrei.
Il primo volume si intitola Una bambina e basta.
La storia parla di una bambina ebrea ed in particolare del suo rapporto con la fede e con la madre. Ha paura del “dio ebreo” visto come portatore di dolore durante la persecuzione, vorrebbe poter essere anche lei dalla parte dei “buoni” cattolici.
Ma una bambina non dovrebbe essere prima di tutto (o forse solamente) una bambina e basta?
Il secondo è L’Albergo della Magnolia.
In questo caso il protagonista è un professore ebreo, innamorato di una bella donna della ricca borghesia. Sonia è ariana, lui solo un ebreo, la passione non può prescindere la realtà dei fatti e lui dovrà fare i conti con una realtà che non lo accetterà mai.
Per ultimo L’amore mio non può.
Infine, tra queste pagine, troviamo la storia di una donna che, dopo il suicidio del marito che aveva perso il lavoro a causa delle leggi razziali, si trova a dover salvare la figlia da sola.
Di questo romanzo trovo particolarmente interessante il rapporto tra le famiglie ebree. La donna infatti trova lavoro presso una famiglia ebrea ricca, ma questo non la salverà dal ricevere forti umiliazioni.