Costo:€ 8,00 (a volume)
Genere: Gotico/Horror
Titolo Originale: The Black Museum – Ghost & Lady
Traduzione:E. Serino
Finalmente torno con una recensione, sono veramente impegnata in questo periodo ma non potevo non parlarvi di quest’opera . Una storia vera, con un personaggio femminile forte, disegni classici, stile gotico, insomma questa storia rinchiude tante mie passioni ed è stata una lettura davvero illuminante. Sia perché ha ufficialmente fatto entrare Kazuhiro Fujita tra i miei mangaka preferiti, sia perché mi ha fatto scoprire una donna straordinaria!
L’opera di cui vi parlerò oggi come probabilmente avrete capito non è un romanzo ma un manga, ed è anche una di quelle storie che ti fa venire voglia di spaccare la testa a tutti quelli che dicono che le opere giapponesi sono tutte a metà tra il porno e il fanservice più becero (anche se difficilmente non viene voglia di spaccare la testa a chi fa di tutta l’erba un fascio).
La collana The Black Museum è iniziata nel 2007 con un’opera, in volume unico, dedicata a Springald, ossia Jack il Saltatore, figura realmente esistita della Londra vittoriana.
In questa seconda storia, sempre facente parte della collana The Black Museum, viene raccontata parte della vita di un altro personaggio molto famoso vissuto tra il 1820 e il 1910. Sto parlando di Florence Nightingale, personaggio sicuramente (spero) noto agli infermieri, ma magari meno noto a tutti gli altri. Florence infatti è stata l’infermiera britannica che ha istituito l’assistenza infermieristica così come oggi la conosciamo.
Queste due storie sono completamente autonome tra loro, anche se legate dal filo conduttore del Museo Nero di Londra e dal fantasma del teatro Royal Drury Lane.
La vita di Florence è stata curata sin nei minimi dettagli dall’autore, le incomprensioni con i genitori, la grande forza d’animo e il coraggio sono dettagli ulteriormente amplificati dalla scelta di inserire degli elementi tipici del mondo spirituale giapponese. La vocazione infermieristica l’ha portata sino in Crimea, dove ha rivoluzionato il modello di assistenza dei campi di guerra.
La storia di Florence è stata romanzata e la narrazione perde i caratteri di normalità, tuffandosi nel mondo sovrannaturale in cui spiriti e fantasmi sono costantemente al fianco degli umani. A raccontarci la storia di Florence sarà il fantasma “vestito di grigio”, che però non la racconta a noi lettori, ma ad un’ignara curatrice della mostra, del Black Museum ovviamente, che vuole sapere a sua volta la storia dei “proiettili compenetrati”.
La narrazione si muove in un’ambientazione gotica in cui gli esseri umani non sono gravati solo dal peso della malattia fisica, anche il loro spirito può essere ferito e farli crollare, a ferirlo sono le “emanazioni spiritiche”, degli esseri fatti di spirito che si nutrono delle emozioni negative ed entrano in azione quando il “padrone” vuole piegare qualcun altro al suo volere.
Il centro del manga è proprio la volontà, il desiderio di voler arrivare in fondo a quella che viene percepita come una missione, la propria ragione di vita, senza farsi abbattere dai muri che la vita ci pone davanti, ma anzi abbattendoli a nostra volta. Ovviamente le prove che Florence deve affrontare nel manga sono davvero estenuanti, ma vista la realtà dell’epoca ed in particolare il modo in cui venivano viste le donne e le infermiere, non stento ad immaginare che la sua vita possa essere stata tutto fuorché rose e fiori e le difficoltà da affrontare molto simili a quelle narrate.
Quando penso a quello che questa donna ha fatto per realizzare il suo sogno mi sento davvero piccola, io che mi abbatto davanti a qualunque intralcio, fosse anche uno stecchino in autostrada. Allo stesso tempo però sono storie come quella di Florence che mi danno la carica, che mi fanno venire voglia di provare a combattere un po’ di più e mentre penso alla grandezza di queste donne penso anche che in effetti, se solo riuscissi ad avere un po’ più di costanza e forza di volontà, forse anche io potrei provare ad andare da qualche parte, potrei provare a rendere la mia vita un bella battaglia invece che un continuo lamentarsi per le cose che non sono riuscita a fare.
Amo leggere le storie di personaggi così forti, c’è sempre da imparare da chi ha buttato giù il mondo per provare a ricostruirlo un pochino migliore e questi personaggi voglio che siano il mio esempio di vita. Ci sono molti nomi che mi vengono in mente quando mi chiedono a che personaggio storico vorrei assomigliare. Dopo aver scoperto la storia di Florence Nightingale non potrò che pensare anche a lei, non perché vorrei diventare un’infermiera (solo pensare di fare una puntura a qualcuno mi fa girare la testa, anche se non ho problemi di sorta nel vedere il sangue, è proprio il pensare di bucare la pelle di qualcun altro che mi fa impressione), ma per il suo pensiero e il suo modo di vivere, al perenne inseguimento di ciò che la faceva stare bene: aiutare gli altri.
C’è anche un’altra cosa che ho apprezzato particolarmente di questo volume. In alcune pagine ci sono delle note a margine chiamate “Black Museum: guida alla lettura”, in queste brevi note vengono date spiegazioni di alcuni fatti presenti nel fumetto, come per esempio perché le infermiere erano viste male all’epoca o vengono fatti brevi cenni su alcuni personaggi che compaiono e di cui magari non si conosce la storia reale, come per esempio quella di Alexis Soyer.
Visto che si tratta pur sempre di manga, due parole le merita anche il tratto di disegno, che comunque avete visto dalle immagini che ho inserito in questo articolo.
Il tratto di Kazuhiro Fujita è uno tra i miei preferiti quando si parla di fumetti, è il tratto dei classici manga giapponesi, in cui le espressioni del volto hanno un’importanza essenziale. Anche nelle tavole in cui sono presenti molti personaggi tutti hanno dei tratti del volto definiti, che possano identificare l’emozione che provano. Anche il volto dei malati o dei feriti di guerra è indice della loro situazione, è sempre trasfigurato dal dolore tanto da fare quasi impressione. Nei loro volti avviene un cambiamento dopo il passaggio di Florence, nonostante le espressioni di malessere continuino ad esserci la colorazione del volto non è più cupa, ma appare distesa è rilassata, come di qualcuno che finalmente vede la speranza di poter stare meglio, lasciandosi alle spalle la malattia.
Kazuhiro Fujita è un mangaka che era già entrato nel cerchio delle mie attenzioni con l’opera di Ushio e Tora, proprio per questa caratteristica di disegno tradizionale che purtroppo i nuovi autori stanno sempre più perdendo. Ushio e Tora è uno Shonen molto interessante, soprattutto per la qualità dei personaggi e della narrazione, ma The Black Museum è l’opera che ufficialmente lo fa entrare nel ristretto cerchio dei miei mangaka preferiti!
Un’opera che consiglio davvero a tutti, sia per la bellezza del personaggio narrato che per la modalità con cui Kazuhiro Fujita è riuscito a rendere intrigante ed avvincente la storia.
Se siete curiosi di sapere qualche notizia in più per quel che riguarda il personaggio reale di Florence Nightingale potete leggere la pagina di Wikipedia a lei dedicata, ma se sapete un pochino di inglese vi sconsiglio quella italiana, già confrontando i due indici capirete perché.