Intorno al libro

Consumismo letterario: bibliofilia o accumulo?

Consumismo: Fenomeno economico-sociale, tipico dei paesi a reddito elevato ma presente anche nei paesi in via di sviluppo, consistente nell’aumento dei consumi per soddisfare i bisogni indotti dalla pressione della pubblicità e da fenomeni d’imitazione sociale diffusi tra ampi strati della popolazione. (Treccani)

Ultimamente ho la sensazione che comprare libri stia diventando più importante di leggerli, ovunque viene ripetuto quanto sia importante comprare e accumulare libri. Cosa può esserci di male nello spendere per un prodotto culturale come un libro?

Niente, a meno che quel libro non prenda lo stesso valore di un qualunque altro soprammobile. Nel momento in cui si possedete un libro vi capita che la lettura passi in secondo piano, non essendo più così importante?
Quanti libri ci sono nella vostra libreria che aspettano da mesi di essere letti?

Quando si passa da bibliofilia a semplice accumulo compulsivo?

Consumismo: tra accumulazione e collezionismo

Bibliofilia: Amore del libro, come desiderio di raccogliere esemplari antichi o rari. (Treccani)

In una bustina di Umberto Eco contenuta in Pepe Satan Aleppe (libro sul cui ultimamente sono un po’ fissata lo ammetto, ma Umberto Eco mi fa sempre questo effetto) intitolata “Toccare i libri” viene descritta alla perfezione la bibliofilia. Non saprei descriverla in modo migliore quindi vi consiglio caldamente di recuperarlo.

Possiamo concordare tutti sul fatto che accumulare e collezionare non siano sinonimi. L’accumulazione ha come scopo quello di aumentare in modo indiscriminato la quantità di cose che si hanno, senza badare a ciò che si recupera. Il collezionismo invece è mirato ad una certa tipologia di oggetti specifici, quindi non i libri ma una determinata tipologia di libri.

Nel primo caso abbiamo come fulcro l’avere l’oggetto, senza nessun interesse reale per l’oggetto in sé, tanto che questo si perde dopo poco in mezzo a tutto il resto senza che neanche ci si ricordi di averlo. Nel secondo caso il focus è sull’oggetto stesso, non ci interessa un qualunque libro, ma vogliamo quello specifico libro.

Ma il consumismo fa bene alle librerie?

Il mercato del libro è in crisi, ma questo credo che sia in parte anche colpa della spinta consumistica che non porta ad affezionarsi alla lettura e quindi impedisce la creazione di nuovi lettori.

Guardando i dati statistici che l’ISTAT pubblica sulla lettura il problema principale della lettura in Italia sta nel fatto che la percentuale di lettori è veramente bassa. Non so se l’idea è quella di far comprare ai pochi lettori i libri anche per la fetta mancante, ma sinceramente questa non mi sembra un’idea geniale.

Se librerie, ma soprattutto le case editrici stesse, si concentrassero a portare eventi e progetti che educhino alla lettura probabilmente si potrebbe recuperare qualcosa. Ma questo tipo di interventi ha valore sul lungo termine, mentre sul breve sembra più che altro uno spreco. Non so voi, ma io ultimamente non vedo molte persone interessate ai progetti a lunga scadenza, quindi effettivamente non c’è motivo che lo siano anche le case editrici.

Ma mi piacerebbe che invece che puntare a far comprare più libri possibili ad una stessa persona si mirasse ad ampliare la rosa di lettori. Sarebbe bello non essere costretti, entrando in libreria, a superare muri di copertine e titoli tutti uguali. Scritti e pubblicati solo con la speranza di creare curiosità paragonandosi al best seller di turno.

Tornare alla lettura

Avere un libro è bello, sono la prima che ha bisogno di comprare i libri a cui si affeziona, ma ho imparato anche che non tutti i libri meritano di essere comprati.

In questo mi ha aiutato tantissimo la biblioteca sia fisica che digitale. Per un periodo ho smesso di comprare libri e sono andata in biblioteca a recuperare tutti i titoli che volevo (la mia biblioteca permette di portarne via sino a 11 per volta) e se non li aveva li cercavo su MLOL.
Dopo qualche mese mi sono accorta che la maggior parte di quei libri non veniva minimamente letta, principalmente perché una volta che entravano in casa perdevo completamente interesse nei loro confronti.

Per me è stata una vera soddisfazione riuscire a mettere da parte il consumismo letterario che mi stava ormai assorbendo per tornare a concentrarmi su ciò che amo di più del libro. La lettura stessa.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.