Recensioni

Alfabeto Letterario: U

Puntata particolare per l'alfabeto letterario questa settimana. L'articolo sarà infatti collegato al video sul canale Youtube di Chiacchiere Letterarie.

Una stanza tutta per sé
di Virginia Woolf

Adeline Virginia Stephen è nata a Londra il 25 gennaio del 1882.
Fu uno tra i personaggi più importanti della letteratura del XX secolo e una fervente attivista per la parità dei diritti tra i due sessi.

Io oggi vi parlerò della Virginia saggista, Una stanza tutta per sé è infatti un saggio basato su due conferenze che l’autrice tenne Newnham e Girton, College femminili dell'Università di Cambridge, nel 1928.
Su chiacchiere letterarie però abbiamo già parlato della Virginia Woolf romanziera, Ielenia qualche tempo fa ha scritto una recensione su Gita al faro, se quindi vi interessa sentire qualche parola in più sul suo stile di narrazione potete leggerlo QUI.

La vita di Virginia è da subito molto difficile, costellata da numerosi lutti tra i quali quello per la madre ad appena 13 anni e due anni dopo per la sorella maggiore, che aveva iniziato a prendersi cura della famiglia. Oltre ciò subì anche degli abusi da parte di due fratellastri figli della madre e del suo primo marito.
Tutto ciò ha influito sulle frequenti crisi nervose di Virginia e sui suoi stati depressivi, quando nel 1904 muore anche il padre, Virginia tenterà per la prima volta il suicidio.
Dopo la morte del padre si trasferì a Bloomsbury, dove diede vita al primo nucleo del circolo intellettuale conosciuto come Bloomsbury Group. Nel 1905, cominciò anche a scrivere per il supplemento letterario del Times.
Nel 1912 si sposò con Leonard Woolf e nel 1913 dopo aver scritto il primo libro, cadde in una seconda depressione e tentò nuovamente il suicidio.
Per farle trovare fiducia il marito le propose di fondare un'impresa editoriale e nel 1917 nacque la Hogarth Press che pubblicò tra gli altri Italo Svevo, Sigmund Freud e James Joyce oltre che la stessa Virginia Woolf.
Negli anni si avvicina a doversi movimenti femministi e fu attivista per il diritto al voto delle donne e nelle sue opere rifletté più volte sulla condizione femminile. In Una stanza tutta per sé del 1929 trattò il tema della discriminazione del ruolo della donna mentre in Le tre ghinee del 1938 approfondì quello della figura dominante dell'uomo nella storia contemporanea.

Con l’avanzare della guerra la sua salute psicologica peggiorò ulteriormente e il 28 marzo del 1941 si lasciò annegare nel fiume Ouse. Prima di andarsene lasciò una toccante lettera al marito:

“Carissimo,
sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.”



Casa editrice: Einaudi
Costo:€ 10,20
Genere: Saggistica
Titolo Originale: A room of a One's Own
Traduzione: Maria Antonietta Saracino

Una stanza tutta per sé, come già detto, è stato scritto nel 1929 dopo due seminari che l’autrice ha tenuto sulla tematica della donna e il romanzo.
Io ho prima ascoltato l’audiolibro, letto da Manuela Mandracchia e poi letto il libro nella versione Einaudi con testo inglese a fronte (in vista di un futuro in cui riuscirò a leggere anche in inglese). L’audiolibro è favoloso, la voce e l’intonazione di Manuela sono perfette per dare forza e ritmo alle parole della Woolf, allo stesso tempo però ho trovato essenziali alcune note a piè di pagina che spiegavano cosa intendesse l’autrice in alcuni passaggi, note che ovviamente nell’audiolibro non sono presenti. Le note sono necessarie perché l’autrice fa molti riferimenti a cose o persone realmente esistite, se non si sa di cosa si parli si rischia di perdere parte del discorso senza riuscire a ritrovarne il filo.

All’epoca in cui la scrittrice parla del tema donne e romanzo sono ancora poche le autrici che hanno trovato spazio nel panorama letterario internazionale ed anche oggi possiamo notare come, nonostante le differenze si siano nettamente appianate certe discriminazioni si sentano ancora. La Woolf si mette così a cercare la causa di questa disuguaglianza dalla quale emergono numerose motivazioni.

Il pensiero della Woolf in questo romanzo è estremamente paritario, le donne scriverebbero quanto gli uomini, anche qualitativamente dice, se gli fossero date le stesse possibilità che sono date agli uomini, in particolare la possibilità di avere un guadagno personale, del tempo da poter gestire autonomamente e uno spazio dove potersi dedicare alla scrittura.
Intorno a questa tematica centrale girano tanti altri argomenti, più o meno legati alla scrittura ma tenuti sempre insieme dal filo rosso che riguarda l’uguaglianza di genere.

Stiamo parlando di un saggio scritto 90 anni fa. Mi piacerebbe poter dire che gli argomenti che tratta sono obsoleti e non più validi, ma purtroppo, per quanto non certo ai livelli del tempo, molte discriminazioni letterarie (e non) permangono.
Per esempio quando si parla di generi. Lo stereotipo della donna che scrive (e legge) solo e soltanto romanzi d’amore è ancora duro da abbattere.
La possibilità di viaggiare da sole c’è, ma con la clausola “se ti succede qualcosa è colpa tua che sei voluta andare da sola”.
È cambiata l’istruzione, è cambiato (o almeno sta cambiando) il tempo da dedicare alla famiglia, le donne possono lavorare e scrivere è ufficialmente riconosciuta un’attività remunerativa e quindi degna di rispetto. O meglio, diventa degna di rispetto solo dopo che risulta remunerativa, prima, secondo buona parte della società, si è solo delle persone con tanto tempo da perdere.

La stanza tutta per sé di cui parla Virginia Woolf però a mio parere può essere ampliata in senso metaforico. Non è solo per diventare scrittrici che le donne, anzi, le persone hanno bisogno di poter passare del tempo con se stesse senza l’influenza esterna.
Una stanza tutta per me serve a me per poter scrivere un articolo o registrare un video, serve ad una pittrice o disegnatrice per potersi dedicare alle sue opere, serve ad una scienziata per studiare e riflettere ma anche semplicemente ad una lettrice per potersi dedicare ai suoi libri.
Avere un posto nostro dove poterci dedicare solo a noi stessi e alle nostre passioni è imprescindibile per la possibilità di realizzare i nostri sogni. Così come avere un’entrata monetaria che faccia stare tranquilli e dia il tempo di dedicarsi a questo nostro rifugio personale.





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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.