Intorno al libro

Alcuni libri meritano di essere abbandonati

Troppi libri e troppo poco tempo per leggerli. Questo è da sempre il mantra che mi ripeto quando scelgo di abbandonare un libro. Purtroppo ogni tanto me ne dimentico, o mi faccio convincere dall’aura di bellezza che aleggia intorno ad un determinato titolo. Finisco così per impelagarmi in letture che mi bloccano e mi fanno odiare il pensiero di riprendere a leggere. 

Ho appena finito di leggere la Trilogia di New York di Paul Auster, mi sono costretta a finirlo perché volevo parlarne e provare a spiegare perché non mi era piaciuto. Però mi sono resa conto che non ho niente da dire. Il libro non mi ha lasciato nulla e tutto quello che potrei dire è che l’ho trovato tremendamente vuoto, come se le storie realmente interessanti fossero quelle che circondano le storie narrate. 

Insomma, ho sprecato del tempo che avrei potuto dedicare a libri che magari mi sarebbero piaciuti di più. Ecco perché ho deciso di parlare del fatto che certi libri meritano di essere abbandonati. Un articolo che è anche un monito a me stessa, perché troppo spesso non riesco a togliermi dalla testa il concetto di lettura come obbligo a cui adempiere.

Perché alcuni libri meritano di essere abbandonati? 

Quando decido di abbandonare un libro non è mai solo perché la storia non mi piace. Ci sono libri che non mi sono piaciuti che sono riuscita comunque a terminare senza problemi, Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman o Il condominio di J.G. Ballard sono due esempi.

Sono due titoli completamente diversi tra loro, che non mi hanno colpito per motivi diversi. La cosa in comune è che entrambi avevano una storia capace di farmi sperare in un colpo di coda, che avrebbe potuto farmi rivalutare il libro. Che poi il colpo di coda ci sia o meno importa relativamente, sono semplicemente storie abbastanza interessanti da permettermi di andare avanti sino all’ultima pagina.

Sono arrivata alla conclusione che sono due motivi principali che mi spingono a chiudere un libro prima della fine. In uno di questi due casi il fatto che la lettura mi stia piacendo o meno è abbastanza ininfluente. 

Quando una storia non va da nessuna parte

Il primo motivo per cui sono portata ad abbandonare un libro è quando la sua storia non mi porta da nessuna parte. Generalmente quando leggo un libro sono tre le caratteristiche su cui mi baso per giudicarlo: trama, prosa, sottotesto. Un libro è perfetto quando soddisfa tutte e tre le caratteristiche, bello o passabile se ne soddisfa due o una, abbandonabile quando non ne soddisfa nessuna.

Non basta quindi che la storia sia noiosa o la scrittura scialba. Un libro abbandonabile è un libro che non mi sta lasciando niente sotto nessun punto di vista. La cui lettura non solo non mi fa stare bene, ma mi rende nervosa e restia a riprendere in mano il libro. 

Per me la lettura di un libro non dovrebbe mai trasmettere queste emozioni. Certo, ci sono libri che raccontano storie dolorose e non si può dire che facciano “stare bene”. Ma in questo caso parliamo di un dolore completamente diverso, che lavora sull’empatia e le emozioni. In qualche modo è un dolore che “fa bene”, perché aiuta a crescere e a riflettere.

Un libro abbandonabile non aiuta in niente, al massimo ad entrare in un bel blocco del lettore nel caso si cerchi di terminarlo a tutti i costi.

Quando non è il momento giusto

Non tutti i libri abbandonabili però hanno una carenza nelle tre caratteristiche, per alcuni semplicemente non è il momento giusto per essere letti. Forse a qualcuno può sembrare una banalità, ma durante la lettura il nostro stato d’animo è estremamente importante. Il nostro umore, il periodo che stiamo vivendo, le esperienze che abbiamo fatto, modificano il modo che abbiamo di leggere e interpretare una storia. 

Uno dei libri che ho abbandonato per questo motivo è stato Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino. Chi mi conosce sa quanto io ami questo autore, eppure quando l’anno scorso mi sono ritrovata a leggere questa storia non ho potuto fare a meno di chiudere il libro poco prima della metà. Non era il nostro momento, non lo è ancora. Ma è lì che mi aspetta e io so che prima o poi torneremo ad incontrarci.

In breve…

C’è da dire che Pennac è riuscito a dire molto meglio di me e in molto meno spazio perché alcuni libri meritano di essere abbandonati:

3
Il diritto di non finire un libro
Ci sono mille ragioni per abbandonare un romanzo prima della fine: la sensazione del già letto, una storia che non ci prende, il nostro totale dissenso rispetto alle tesi dell’autore, uno stile che ci fa venire la pelle d’oca o viceversa un’assenza di stile non compensata da alcuna ragione per proseguire oltre. Inutile enumerare le altre 995 altre ragioni, fra le quali si debbono tuttavia annoverare la carie dentale, le angherie del capufficio o un terremoto del cuore che ci paralizza la mente.
Il libro ci cade dalle mani?
Lasciamo che cada.

Come un romanzo di Daniel Pennac
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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.

2 thoughts on “Alcuni libri meritano di essere abbandonati

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