Aggiornamento mensile delle letture appena concluse. Se fate un salto su goodreads e su tiktok trovate aggiornamenti più frequenti. È il recap delle letture estive, ma siamo a fine settembre direte voi. Non fa niente rispondo io. Quindi ecco le letture che ho fatto ad agosto e settembre. Solo due? Sì, solo due anche perché una mi ha preso una quantità di tempo infinito! Non sono una lettrice veloce e la prolissità di King mi mette a dura prova la mia attenzione.
A volte Ritorno di John Niven
Se ciò che è narrato in questo romanzo rappresentasse la realtà della religione forse credere in un Dio eterno mi verrebbe sicuramente più naturale. Sicuramente capirei di più coloro che credono comunque.
All’inizio ho fatto un po’ di fatica a non trovare troppo banale ciò che veniva raccontato, forse principalmente a causa della prosa, che ha uno stile molto diverso da quello che apprezzo generalmente. Questa breve e debole introduzione serve comunque per spiegare il perché Gesù venga rimandato sulla Terra. È a quel punto che finalmente la storia comincia davvero e prende una piega molto più interessante e la prosa passa in secondo piano.
Il romanzo è sostanzialmente una critica costante a coloro che si professano cristiani o in generale credenti solo come strumento per sentirsi superiori agli altri, che si riempiono la bocca delle “parole di Dio” come strumento per discriminare e odiare. C’era una sola regola da seguire “fate i bravi”, eppure in un modo o nell’altro si è tradotto in “odia chi non è come te”.
It di Stephen King
Credo di essere rimasta l’unica persona maggiorenne sulla faccia della terra a non aver mai letto It. Quindi cosa potrei dire di nuovo oltretutto, possono anche fare collegamenti e supposizioni con altri romanzi dello stesso autore?
Nella mia testa c’era l’idea di un thriller/horror, ma quello che mi sono trovata davanti è stato un romanzo di formazione ed elogio dell’adolescenza. Ossia un romanzo totalmente diverso da come lo immaginavo.
Certo, le immagini inquietanti e le situazioni ansiogene sono presenti, ma non sono riuscita a leggerle come il focus della storia. L’attenzione era sempre centrata sulle relazioni, i traumi e la personale crescita dei protagonisti ed anche la risoluzione delle situazione di crisi era più incentrata sulle relazioni e sulla fiducia tra i membri del gruppo piuttosto che sulle strategie per sconfiggere il male.
Unico appunto negativo, troppo troppo prolisso.
A me piacciono le descrizioni, mi piace quando si approfondiscono i personaggi, ma in una storia così complessa non ho proprio capito la necessità di allungare il brodo in questo modo. Anche perché certe digressioni e descrizioni spezzano il ritmo della narrazione rendendo difficile riprendere le fila e mantenere alta l’attenzione.