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Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage: una straordinaria ucronia di Sydney Padua

Ho sempre amato i mondi paralleli. Le ucronie, i what if, i cosa sarebbe successo se… Sono dei deliziosi stimoli intellettuali e fantastici, dei veri e proprie atti di ribellione temporale. Non apprezziamo com’è andato a finire un dato evento, com’è terminata la vita di un personaggio? Allora prendiamo la penna e riscriviamo la storia, anche se solo su carta, anche se solo per finzione. D’altronde, è questa la potenza della narrativa: creare nuovi universi di carta e fantasia, quando quello in cui viviamo non è abbastanza per contenerci. Ed è questo che Sydney Padua fa con il suo Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage: dare ai suoi eroi un nuovo universo. Perché il nostro, come scopriamo molto presto, non è mai stato abbastanza grande per contenerli.

Copertina Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage

Ma chi sono Lovelace e Babbage?

Se siete tra le pochissime persone che ancora non sono rimaste affascinate da queste due incredibili figure, lasciate che ve le presenti. Lovelace è niente meno che Augusta Ada Byron, figlia del celebre poeta Lord George Gordon Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke; a sua volta matematica sopraffina, sposata giovanissima (e tristemente) con il barone Lovelace, è stata una donna dalla vita sopra le righe e con un peculiare rapporto con la poesia. A lei dobbiamo le prime note di programmazione della Macchina Analitica di Babbage.

Charles Babbage è il progettista e inventore della suddetta Macchina Analitica, il primo prototipo (mai terminato) di calcolatore programmabile. Abilissimo matematico, era noto nella società vittoriana per le sue spettacolari cene, per la sua capacità di imbarcarsi in nuovi progetti senza mai concluderli, e per il suo astio verso il Governo. Nonché per il suo peculiare odio verso i musicisti.

E le mirabolanti avventure?

Nella realtà, Lovelace e Babbage hanno lavorato insieme per anni; e, nonostante la grande differenza di età, sappiamo che tra i due è nata una vera e propria amicizia, fondata sulla stima intellettuale reciproca. Erano soliti scriversi lettere lunghissime nelle quali ragionavano di matematica, si consigliavano testi scientifici e nutrivano le rispettive seti di conoscenza.

Peccato però che la vita sia stata tutt’altro che gentile con loro. Lovelace è morta alla giovanissima età di trentasei anni per un tumore all’utero, a detta di chi le stava vicino tra pazzia e atroci sofferenze. Babbage, vecchio e rancoroso, senza mai riuscire a terminare il suo progetto più ambizioso.

È qui però che la potenza della fantasia ci viene incontro. Dopo averci narrato le vite loro (reali) vite drammatiche, Sydney Padua compie il suo atto di ribellione temporale. Nasce così l’universo-bolla, un mondo parallelo nel quale Ada e Charles hanno ultimato insieme la macchina e compiono mirabolanti avventure. Del tipo? Be’, per prima cosa, combattere il crimine (incarnato spesso, guarda caso, in musicisti e poeti).

Le mirabolanti (e inventate) avventure di Lovelace e Babbage

Nell’universo-bolla, ovviamente, non c’è spazio per un finale tragico. Per prima cosa, la nostra Ada non impazzisce e non muore tra atroci sofferenze; e il suo brillante ingegno diventa il tassello che manca a Babbage per ultimare la sua Macchina Analitica. Invenzione, questa, che Padua ribattezza Macchina differenziale (il nome del primo progetto di Babbage) perché, ammettiamolo, fa decisamente più effetto come nome.

La Macchina differenziale è uno strumento portentoso. Così grande e in continua espansione da rendere spesso necessario abbattere gli edifici intorno, è composta da complessi ingranaggi, enormi cilindri e un sofisticatissimo sistema di leve, schede e codici misteriosi. Almeno, per i comuni mortali come la sottoscritta, che possono solo spalancare la bocca davanti al portento di questa macchina. E alla meraviglia delle illustrazioni di Padua che le danno vita basandosi sui progetti (reali) dello stesso Babbage.

Sì, perché la cosa più incredibile de Le mirabolanti avventure di Lovelace e e Babbage è che se il corso degli eventi è del tutto inventato, lo stesso non si può dire delle parti tecniche e meccaniche della storia. Grazie all’ausilio dei portentosi strumenti di ricerca attuali (eredi, in un certo senso, di quella Macchina mai del tutto terminata, il che ha del poetico), Padua ricostruisce in maniera plausibile le ricerche di Babbage. Dando così vita di inchiostro a quello che sarebbe stato, a tutti gli effetti, il primo computer del mondo.

La Macchina differenziale (o meglio analitica) di Babbage

Le portentose potenzialità della Macchina differenziale

Inventata da Babbage, nutrita dell’ingegno di Lovelace, arricchita dalla collaborazione tra i due, la Macchina differenziale non ha (quasi) limiti. Può generare numeri, sommarli, moltiplicarli e ripetere il processo all’infinito (e se serve, formare gattini pucciosi per le Altezze che non apprezzano le tabelle di numeri); è in grado di assimilare romanzi e di preservarli (quando non li distrugge per sbaglio), e di generarne di nuovi ricombinando frasi e parole. Può, perfino, risollevare le sorti economiche dell’Impero (anche se, a volte, demolisce edifici lungo il percorso).

Insomma, le sue potenzialità sono davvero infinite. Ma è anche, e questa è la parte più deliziosa, un ottimo alleato per ricostruire le personalità eccentriche e meravigliose di due brillanti scienziati. Così, Padua ne fa uno strumento, spesso addirittura uno scenario navigabile, attraverso il quale possiamo conoscere meglio Lovelace e Babbage; e grazie al quale finiamo, inevitabilmente, per affezionarci alla loro straordinaria storia.

Nota sulle note

La storia reale della matematica Ada Lovelace è tutta contenuta in un pugno di note. Quelle che Ada scrisse come accompagnamento alla traduzione di una pubblicazione dell’ingegnere italiano Luigi Menabrea. Menabrea, a sua volta, aveva riassunto nel suo paper una lezione tenuta da Babbage nel 1840 sul funzionamento della Macchina Analitica. Lo Sketch of the Analytical Engine, come venne tradotto il lavoro di Menabrea, fu pubblicato nel 1843 su una rivista inglese; conteneva, oltre al paper stesso, sette note scritte da Ada, di lunghezza pari a circa tre volte l’articolo stesso. Qui, lei introduce molti dei concetti dell’informatica moderna e propone un programma completo per la Macchina Analitica; sono proprio queste note a farla considerare, oggi, la prima programmatrice della storia dell’informatica.

Ada Lovelace lavora alle note

Tutto parte, dunque, dalle note. E Sydney Padua decide, di conseguenza, di usare le note per raccontarci i retroscena (questa volta reali) di questa storia incredibile. Le note ci accompagnano per tutto il fumetto, spesso occupando intere pagine. Sono scritte a partire da testi originali scannerizzati e caricati su piattaforme come Google Books, che l’autrice ha consultato e studiato per scrivere il suo Le mirabolanti avventure di Lovelace e e Babbage. Contengono stralci di lettere, di articoli dell’epoca, di testimonianze e diari di chi ha incrociato Lovelace e Babbage in vita. E spesso, sono le basi per i baloon e le frasi degli stessi personaggi delle tavole. Una storia dentro la storia, un filo continuo che tiene unita la nostra realtà all’universo-bolla dei nostri eroi.

Comicità e genialità

Una storia come quella di Ada Lovelace e Charles Babbage è senz’altro meravigliosa. Dagli scambi di lettere arrivati fino a noi, possiamo supporre che fossero due personalità uniche, brillanti e complementari. Ma nella realtà, erano anche tormentati, e su di loro gravava il peso di un’esistenza dura, come solo quella dei geni può essere.

Dalla china di Sydney Padua, però, Ada e Charles escono rinati. Nutriti della sua intelligente comicità, riescono a riscattarsi dal destino che gli è spettato. E tornano ad essere due anime leggere, buffe, piene di tenerissimi difetti, incredibilmente geniali e al contempo deliziosamente umane. E anche se non è possibile cambiare la loro reale storia, dentro queste pagine trovano almeno la giustizia che meritano.

Le mirabolanti avventure di Lovelace e e Babbage è, senza alcun dubbio, una storia d’amore. Quella tra un’artista dal talento innegabile, e due matematici geniali che hanno fatto la storia molto al di là delle semplici note che li hanno contenuti.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.