Divulgazione, Recensioni

Recensione Breve storia della letteratura rosa

Cosa vi viene in mente quando si parla di letteratura rosa? Probabilmente molti di voi avranno pensato a copertine piccanti, dialoghi stucchevoli e scene di sesso descritte nei minimi particolari. Eppure a questo genere si possono ascrivere anche i romanzi di Jane Austen, Pamela di Samuel Richardson e la saga di Twilight. Il mondo del romance, insomma, è incredibilmente ricco e vario. A guidarci nella scoperta di questo universo un po’ da fiaba ci pensa Patrizia Violi nel suo Breve storia della letteratura rosa, edito da Graphe.it, che esplora la nascita e l’evoluzione di questo genere letterario così popolare e bistrattato.

Copertina di "Breve storia della letteratura rosa" di Patrizia Violi
Breve storia della letteratura rosa

Partiamo dall’inizio

In principio fu Pamela, romanzo epistolare del reverendo Samuel Richardson. Fu una vera e propria rivoluzione letteraria: per la prima volta, il focus della narrazione diventavano i sentimenti e le intime tribolazioni di una umile servetta. L’opera riprendeva lo schema tipico della fiaba: una lei, bella e povera, un lui, bello e ricco, la storia d’amore, gli ostacoli da superare, il lieto fine. Una formula che funziona ancora oggi, a giudicare dal successo di Elisa di Rivombrosa, ispirato proprio alle disavventure di Pamela.

Illustrazione di "Pamela" di Samuel Richardson
Breve storia della letteratura rosa: illustrazione di Pamela

Segnali di ribellione in epoca fascista

La fortuna del rosa prosegue anche in epoca fascista. Paradossale, considerando la morale conservatrice che impera in questo periodo, eppure nemmeno la censura del regime riesce a ingabbiare il rosa. Il filone si divide su due fronti: da una parte il rosa più “trasgressivo” e passionale, dall’altro quello pedagogico ed edificante. Alle più giovani è dedicato Donnina, che comprende fiabe, novelle e rubriche educative, come L’ora dell’ago, dove alle Piccole Italiane veniva insegnato a cucire.

Il dopoguerra e la posta del cuore

Dopo il traume della Seconda Guerra Mondiale, c’è voglia di evasione e leggerezza. I romanzi non bastano più a soddisfare la domanda di storie d’amore: nascono così le riviste. Pioniere del settore sono Grand Hotel, dove lavora Luciana Peverelli, scrittrice prolifica e popolarissima, e Confidenze, diretto dalla storica rivale Liala. Presenze fisse di queste pubblicazioni sono i cineromanzi e la posta del cuore, che crea un contatto diretto fra lettrici e autori. Si impone un genere di romanticismo più realistico e meno calato nella fiaba.

La regina del rosa

Barbara Cartland
Breve storia della letteratura rosa: Barbara Cartland

Un intero capitolo è dedicato a Barbara Cartland, la regina del rosa (che domina anche il suo abbigliamento e gli arredamenti di casa). La stessa vita dell’autrice assomiglia a un romanzo: nata in una ricca famiglia inglese, fra rovesci di fortuna e lutti familiari, negli anni Venti si afferma come giornalista e socialite (sua figlia diventerà la matrigna di lady Diana, che era un’appassionata lettrice dei romance di Cartland). I suoi romanzi propongono sempre la stessa formula, lo stesso canovaccio, replicato all’infinito in mille declinazioni: la fiaba, Cenerentola, il lieto fine. Patrizia Violi ha occasione di incontrare la famosa scrittrice nel 1989, nel salotto della sua casa di Hatfield, dove, sdraiata sul divano, dettava intrecci amorosi alla segretaria. Simpatica e disponibile, abbigliata in rosa confetto, con i capelli cotonati e il trucco da bambola, Cartland le offre il tè e dispensa consigli d’amore:

C’è un amore, un amore vero e tutti lo vogliono. È stato sempre così.

Chick-lit

Gli ultimi anni sono caratterizzati dall’emergere di due fenomeni: la chick-lit e la fanfiction.

La prima nasce come risposta post-femminista agli anni della contestazione ed emancipazione femminile, che nei confronti del rosa erano stati decisamente poco teneri. Il genere dà voce a un nuovo modello di donna, indipendente, in carriera, ma anche fragile e imperfetta, consumatrice e al tempo stesso oggetto di consumo. Le eroine della chick-lit rifiutano il modello patriarcale, ma con meno livore delle femministe degli anni Settanta, si muovono in un paesaggio urbano alle prese con battaglie professionali (solitamente nel settore dei media) e problemi di cuore senza mai prendersi troppo sul serio. Punti di riferimento di questo genere sono Helen Fielding con la goffa Bridget Jones, Candace Bushnell, la cui rubrica sul New York Observer, intitolata Sex and the City, diventa un romanzo e quindi una serie TV, e Sophie Kinsella, autrice della fortunata serie letteraria I love shopping.

Copie di "Fifty Shades of Grey"
Breve storia della letteratura rosa: Cinquanta sfumature di grigio e la fanfiction

La fanfiction

La fanfiction conosce fortuna grazie all’avvento di Internet, nei forum dove gli appassionati di film, libri o serie televisive condividono sequel, spin off e prequel con protagonisti i propri beniamini immaginari. Alcuni di questi fan riescono a fare il salto di qualità, passando dal mondo dei forum online a quello dell’editoria. È il caso di E. L. James, che si ispira alla quadrilogia di Twilight per creare la fortunata saga delle Cinquanta sfumature, inizialmente pubblicata su FanFiction.net. Stroncata dalla critica, la trilogia segna un’involuzione rispetto alla donna post-femminista della chick-lit: si torna al modello classico della fanciulla timorosa e sottomessa il cui unico scopo è impalmare il tenebroso protagonista maschile. La novità è quella di aver reso mainstream la letteratura erotica al femminile. Anna Todd segue le orme di E. L. James, postando su Wattpad After, problematica storia d’amore fra una studentessa ingenua e innocente e un bad boy ispirato a Harry Styles, della boy band inglese One Direction.

Un genere specchio della società

Alcuni dati emergono chiaramente dall’analisi di Patrizia Violi: uno su tutti, che fin dagli albori, il romanzo rosa è specchio dei tempi e in particolare della posizione della donna in società. Il rosa è genere estremamente flessibile, che si ricicla e si reinventa continuamente. Il secondo, che nonostante lo snobismo e le critiche che da sempre lo declassano a genere di seconda categoria, il romance non conosce crisi. Tutti hanno letto almeno un romanzo rosa (che sia Jane Austen o Helen Fielding, Charlotte Brontë o Danielle Steel) e nonostante l’emancipazione e il rifiuto dei modelli femminili tradizionali, il desiderio di sognare l’amore non passa mai di moda. Il rosa, insomma, commenta Violi, «è un utilissimo anestetico con moderati e sopportabili effetti collaterali». E con il suo saggio, gradevole e leggero, muove anche un passo in più nell’arena della critica letteraria.

Elisa
La lettura è stato il mio primo amore, le lingue straniere il secondo. Traduttrice, bibliotecaria, appassionata di letteratura per l'infanzia, classici letterari, femminismo, cucina e cinema. Credo fermamente che un adulto creativo sia un bambino sopravvissuto.