Radicalized è una raccolta di quattro racconti, come tale è difficile darne un parere unitario e omogeneo. Per quanto possa esserci un filo rosso che collega tutte le storie, infatti, i temi trattati possono colpire più o meno da vicino il lettore. Ognuno dei quattro racconti ha come tema un argomento caldo per gli USA: immigrazione, razzismo, sanità privata e pandemia. I racconti non sono creati per dare un’opinione, ma per creare discussione. Per mettere in gioco le proprie credenze.
Per questo motivo la divisione bene/male, giusto/sbagliato è sempre molto labile. In alcuni racconti più che in altri. Non sono racconti che dicono quello che vorresti sentirti dire, sono racconti “radicali”. Quindi storie che mettono in luce come sia impossibile incasellare gli eventi in una dicotomia netta. La realtà è complessa, pensare di poter dare soluzioni semplici a problemi così estesi non solo è impensabile, ma persino controproducente.
Sarà un articolo molto lungo, purtroppo quando un libro mi cattura così tanto la mia già debole capacità di sintesi viene definitivamente a mancare. Quindi, prima di continuare la lettura, vi consiglio di prepararvi una tazza di té, dei pop corn o quello che preferite.
Trama:
Radicalized è un’opera scritta da Cory Doctorow, giornalista conosciuto per essere coeditore del blog Boing Boing. Attraverso una narrazione distopico/fantascientifica i racconti contenuti in questa raccolta mettono a nudo alcuni dei problemi più caldi degli Stati Uniti dei giorni nostri.
Pane non autorizzato. È un racconto che si districa tra i temi dell’immigrazione e del classismo. La protagonista, Selima, è una ragazza immigrata negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Presto si rende conto però che quello che credeva il paese della libertà non è poi tanto libero per chi non ha la giusta quantità di soldi a disposizione.
Minoranza modello. In questa storia seguiamo un supereroe venuto da un altro pianeta, American Eagle, alla scoperta della “bianchitudine”. Il tema è ovviamente quello del razzismo, il punto di vista quello di una persona che, venendo da un altro pianeta, non aveva mai considerato che potessero esserci più schieramenti all’interno del paese che aveva sempre difeso.
Radicalizzati. In questo caso si parla di assistenza sanitaria privata e della possibilità delle assicurazioni di tirarsi indietro dal pagare le cure in caso di terapie “sperimentali”, per quanto queste siano supportate dal reparto medico. Trattandosi di salute pubblica è probabilmente il racconto più duro da leggere. Quello che maggiormente mette in crisi il concetto di “giusta l’idea, sbagliati i modi”.
La maschera della morte rossa. Se avete letto il racconto di Poe, intitolato allo stesso modo probabilmente avrete già immaginato di cosa parla questo racconto: pandemia. Il protagonista è un ricco broker che decide di isolarsi in un bunker insieme ai Trenta, per sopravvivere a quella che potrebbe essere identificata come un’apocalisse.
Quattro chiacchiere su Radicalized
Una tra le cose che amo di più dei libri è la loro capacità di stimolare nuove domande anche in argomenti per cui pensiamo di avere già tutte le risposte. Quando una storia è capace di mostrare tutta la complessità di un evento non dà semplici (ed inutili) soluzioni. Semplicemente mostra al lettore le molteplici sfaccettature di un determinato problema. Magari sfaccettature che il lettore, nella sua esistenza, non potrebbe mai conoscere.
Se cercate dei racconti di fantascianza/distopia duri e puri non sono i racconti che cercate. Ma se vi interessa la possibilità delle storie di reinterpretare il presente questa è la raccolta che fa per voi.
Pane non autorizzato
Nel primo racconto l’autore mostra, in chiave futuristica, cosa significa vivere da immigrato in uno Stato in cui il denaro identifica cittadini di serie A e di serie B. Questo è uno dei racconti che più di tutti può essere dedicato a qualunque Stato del mondo, mentre i successivi avranno un legame con gli Stati Uniti sempre più forte.
Ma c’era un mondo intero, più vasto di quanto potesse immaginare, di persone che invece non la conoscevano affatto eppure tenevano la sua vita in pugno. Quelli che affollavano le manifestazioni contro i profughi. I politici che denunciavano il flagello dei terroristi che si nascondevano tra i rifugiati, e quelli che parlavano in codice di “assimilazione” e “in troppi, troppo in fretta”. I soldati e i poliziotti e le guardie che le puntavano addosso pistole e le ringhiavano ordini. I burocrati che non aveva mai visto in faccia che rifiutavano i suoi documenti per ragioni misteriose, e quelli che la guardavano dritto negli occhi e rifiutavano i suoi documenti senza uno straccio di spiegazione.
Radicalized di C. Doctorow, pag. 41
Come vi comportereste se anche gli oggetti che tenete in casa avessero la possibilità di scegliere al posto vostro? Attraverso l’esperienza di Selima possiamo vedere un altro lato della medaglia, probabilmente sconosciuto alla maggior parte di noi, dell’assistenzialismo. È stato un racconto difficile da leggere, perché mi ha fatto rendere conto di quanto dia per scontate delle situazioni che in realtà scontate non sono.
Minoranza modello
Credo sia stato geniale mostrare il problema del razzismo attraverso gli occhi di un alieno. L’American Eagle è una figura che non ha mai sofferto di discriminazione in quanto “protettore” della nazione giusta. Ma come dice Wilbuer:
Una persona è bianca se la bianchitudine le viene attribuita dalla bianchitudine generale. Comincia prima della nascita e continua dopo la morte. E tutto quello che ti dà, può portarselo via.
Radicalized di C. Doctorow, pag. 126
Ci sono problemi che l’essere umano deve essere in grado di risolvere da sé. Per poter portare avanti una rivoluzione culturale servono persone che facciano da portavoce e bandiera. Persone che purtroppo spesso subiscono le amare conseguenze del loro essere icone.
Come spiega bene il racconto però, il cambiamento di una mentalità non può essere imposto dall’alto. È un obiettivo raggiungibile solo attraverso la lotta, mostrando al mondo la realtà dei fatti. È un percorso lungo e difficoltoso, perché purtroppo gli stereotipi sono duri a morire.
Hai mai considerato che ci sono dei tizi in divisa che messi insieme fanno un supercattivo altrettanto pericoloso del terrorista più malvagio a cui tu abbia mai sventato i piani? Persone che, come gruppo, causano la stessa sofferenza di chiunque compaia sulla lista dei nemici pubblici?»
Radicalized di C. Doctorow, pag. 134
Radicalizzati
Ogni volta che leggo qualcosa che riguarda la sanità privata mi rendo conto di quanto sia bello vivere in uno Stato con la sanità pubblica. Leggere questo racconto è stato come prendere ripetuti cazzotti nello stomaco. Continui a ripeterti che la violenza non è mai la strada giusta, che ci sono altri modi, altre strade… ma la verità è che certi ragionamenti li puoi fare quando hai la tranquillità di avere alle spalle una copertura sanitaria sicura.
Ho la fortuna di non dover avere a che fare con un’assicurazione ricca di clausole pensate appositamente per evitare di dover pagare. Spero di non dovermi mai trovare a vivere in uno stato che permette le cure solo a chi ha i soldi per potersele permettere.
La mia bambina di sei anni morirà, anche se non è necessario, anche se c’è una possibilità che si salvi. E questo perché uno stronzo qualsiasi con uno stipendio da mezzo milione di dollari e un ufficio in cima a un grattacielo pieno di stronzi qualsiasi che guadagnano meno di me ha deciso che deve morire. Quello stronzo non la conosce e non la conoscerà mai, però sa che ci sono tanti bambini come Lisa che moriranno a causa delle sue scelte.
Radicalized di C. Doctorow, pag. 202
La maschera della morte rossa
Seguendo le fila del racconto La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe l’autore ha reinterpretato la pandemia che stiamo vivendo. Tra tutti i racconti, però, è quello che ho letto con maggior distacco.
Il protagonista di questo racconto, Martin, ha costruito un bunker per poter superare l’imminente apocalisse in arrivo. La tematica dei bunker però qui in Italia non ha la stessa presa che negli Stati Uniti, di conseguenza ho trovato difficile entrare in sintonia con gli eventi.
Al contrario dei racconti precedenti, inoltre, in questo caso è impossibile empatizzare con il protagonista. Martin è delineato sin da subito come un riccone che pensa di essere parte della metà migliore della società. Per questo crede di potersi comprare la sopravvivenza alla pandemia attraverso l’isolamento in un bunker. Buona parte del racconto è incentrata proprio sulla vita all’interno del bunker, ma risulta interessante solo nelle parti legate al propagarsi del virus.
Se volete sostenere Chiacchiere Letterarie e la rivista Chiacchiere d’Inchiostro, oltre che aiutarci a portare sempre nuove recensioni e ampliare le nostre attività, fate un salto su Ko-fi!