Gialli, Thriller e Horror

L’incubo di Alice nel Paese delle Meraviglie di Jonathan Green

La storia di Alice nel paese delle meraviglie si presta molto bene a rivisitazioni in chiave horror. L’ambientazione è un susseguirsi di stranezze che si nutrono dell’immaginazione di chi le crea, per questo è semplice tramutare un semplice coniglio con il panciotto in un animale sanguinolento e terrificante. Quello che è davvero difficile è riuscire a rimanere originali, senza scadere nel ridicolo o nella banalità. 

Jonathan Green è stato perfettamente all’altezza della situazione, per quanto riguarda la parte narrativa. Per quanto riguarda la parte giocabile invece non mi ha convinta completamente, ma probabilmente dipende da come ho scelto di giocarlo. L’incubo di Alice nel Paese delle meraviglie è infatti un librogame, in cui Alice si ritrova a seguire il Coniglio Bianco ancora una volta, parecchi anni dopo il suo primo viaggio.

Trama:

L’incubo di Alice nel Paese delle Meraviglie di Jonathan Green

Ci troviamo a vestire i panni di Alice diversi anni dopo la prima avventura, ma questa volta ad aspettarci troveremo un mondo tremendo, in cui sopravvivere sarà tutto fuorché semplice. La Regina di Cuori sta distruggendo il Paese delle Meraviglie e sarà compito di Alice (e quindi nostro) salvarlo. Arriveremo in una Paese molto cambiato e del quale Alice non ricorda più niente. Tra indovinelli, incontri e scontri portare a termine il nostro compito si rivela presto più complesso di quanto si possa immaginare

Come in tutti i librigame prima di iniziare la lettura dovremmo costruire il nostro personaggio, ricordandoci sempre che le scelte che faremo con i punteggi potranno renderci più o meno facile il nostro percorso. Una particolarità interessante è che l’autore ha dato la possibilità di giocare il libro anche con un mazzo di carte, invece che con i soliti dadi.

Una volta terminata la scelta dei valori della nostra Alice, con matita, gomma e dadi (o carte da gioco) si può iniziare l’avventura.

Quattro chiacchiere su L’incubo di Alice nel Paese delle meraviglie

Per potervi parlare di questo libro devo separare nettamente la parte narrativa da quella giocabile. Questo perché nonostante il libro sia appassionante, ben scritto ed in generale un’ottima rivisitazione, ho trovato la parte di gioco un po’ macchiavellica. Ma partiamo dall’inizio, arriviamo sino alla fine e a quel punto fermiamoci (semicit.).

La parte narrativa

Credo che la rielaborazione della trama e lo sviluppo degli eventi sia il punto forte di tutto il libro. Alice parte con lo stesso animo della storia originale, la curiosità la spinge ben oltre quanto farebbe la razionalità. Sta al lettore renderla in grado di affrontare gli orrori che le si pongono davanti.
Nel corso dell’avventura, per aiutare la nostra immaginazione, ci sono delle meravigliose illustrazioni di Kev Crossley. Illustrazioni talmente belle che meritano un color book tutto per loro (color book che spero di poter avere presto tra le mie mani!). 

Durante la lettura ci troveremo davanti a tantissimi bivi, scegliere un determinato percorso piuttosto che un altro comporterà per Alice delle esperienze molto diverse. Esperienze che poi modificheranno anche sensibilmente il corso dell’avventura in futuro. Questo elemento rende la trama fitta e ricca di eventi che permettono, anzi stimolano, una seconda rilettura. È praticamente impossibile, in una sola partita, riuscire ad incontrare tutti i personaggi che compongono il mondo delle meraviglie di Alice. 

La parte giocabile

Ci sono tre modi per giocare questo libro: dadi, carte, o senza niente. In quest’ultimo caso si dà per scontato di vincere tutti gli incontri e sfide in cui si chiede di lanciare i dadi o pescare una carta.

Non so se la colpa della mia cattiva opinione sulla giocabilità di questo libro derivi dalla scelta di usare le carte invece dei dadi. Il problema è infatti che nel corso dell’avventura l’utilizzo delle carte (o dei dadi) è molto frequente, i combattimenti stessi possono durare molto a lungo. Con le carte quindi, oltre a doversi bloccare per effettuare gli incontri, i tempi si dilatano ulteriormente per il dover mischiare il mazzo più volte. 

Consigliato per chi non ha mai affrontato librigame o giochi di ruolo? 

A primo impatto mi verrebbe da dire di no, perché ha una parte di gioco abbastanza complessa e un utilizzo dei dadi molto frequente. Elementi che potrebbero destabilizzare chi non si è mai trovato a leggere un libro con dei dadi a portata di mano. Allo stesso tempo però, l’autore stesso permette di giocare il libro senza l’utilizzo dei dadi, in questo caso il libro risulta nettamente più scorrevole e leggibile da tutti. Un ottimo modo per non perdersi una delle migliori rivisitazioni di Alice che io abbia letto.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.