Un nuovo anno è cominciato, ma qui su Chiacchiere Letterarie ci teniamo a portare avanti le tradizioni che ci hanno accompagnate per tutto il 2020. Continuiamo infatti il nostro viaggio alla scoperta dei nuovi esponenti del fantasy; una continua ricerca di titoli validi che possano arricchire il genere che amiamo così tanto. La nostra avventura, questa volta, ci porta nelle affascinanti terre d’Oriente, tinte di magia e di mistero. La stirpe della gru di Joan He è infatti un fantasy young adult (anche detto YA) che attinge a piene mani dalla cultura cinese. E che fonde i topoi del nostro genere preferito con elementi tradizionali alquanto promettenti.
Ma sarà anche in grado di reggere il paragone con gli altri titoli che sono passati su questi lidi?
Trama
Hesina ha solo diciassette anni quando, in seguito alla morte prematura del padre, si trova costretta a salire al trono del regno di Yan. Spaventata ma determinata a mantenere intatta la gloria dei suoi predecessori, viene catapultata al centro di un’arena fatta di intrighi, assassini e sconvolgenti verità.
Riuscirà a vincere il processo e a dimostrare che qualcuno ha davvero messo fine alla vita del padre? Riuscirà a tenere a bada le pericolose mira espansionistiche del principe ereditario del regno confinante? E soprattutto, sarà in grado di nascondere alla sua gente la sua affezione per i pericolosi e odiati Indovini? Il suo destino di regina le appare fin da subito instabile, ma al suo fianco arriveranno diversi alleati inaspettati e nuove, potenti rivelazioni.
Recensione La stirpe della gru
È dalla metà dello scorso anno che tenevo d’occhio questa nuova uscita. L’idea di un fantasy cinese mi stuzzicava enormemente, e l’illustrazione e la trama promettevano parecchi ingredienti che ero certa mi sarebbero piaciuti: una protagonista forte e determinata a raggiungere la verità, una cultura complessa e affascinante e quel pizzico di magia che rende il genere così amato e così nelle mie corde.
In realtà, La stirpe della gru si è rivelato molto diverso da quello che mi ero aspettata. Così diverso che a tratti mi sono chiesta se stessi effettivamente leggendo lo stesso libro che aveva acceso in me quella scintilla di curiosità. Anche ora che mi trovo a mettere per iscritto queste impressioni, mi domando quale sia stato l’elemento che ha creato questa grande dissonanza tra aspettativa e gusto effettivo. Lo scopriremo insieme, suppongo, perché scrivere è sempre il modo migliore, per me, di mettere in ordine i pensieri che si affastellano disordinati nella mente.
Il regno di Yan
Il primo passo naturale che mi viene da compiere, in questo viaggio alla scoperta de La stirpe della gru, è quello dentro la sua ambientazione, che è anche l’elemento che ho apprezzato di più durante la lettura.
La nostra protagonista, Hesina, all’inizio del libro ascende al trono dell’antico regno di Yan. Un regno fondato sulla legge e sui Precetti, le cui origini però affondano in un mare di sangue. Il sangue degli Indovini, per la precisione, persone nate con un dono e perseguitate a causa di esso. I persecutori, noti ora come Undici, hanno estirpato il dominio della magia e della superiorità monetaria da Yan, imponendo al popolo un nuovo governo basato sull’uguaglianza e sull’osservanza dei Precetti.
Secoli dopo, sul trono siede il padre di Hesina, la cui misteriosa morte sembra avere qualcosa a che fare con quegli antichi eventi. Sta alla principessa e neo regina scoprire come passato e presente sono intrecciati, anche con l’aiuto di una delle poche indovine che ancora vivono, celate, tra le pieghe del regno di Yan.
La stirpe della gru e la cultura cinese
È impossibile non notare, man mano che si va avanti con la lettura, le somiglianze tra il regno di Yan e l’antico impero cinese. Privato dell’elemento fantastico, infatti, Yan ci appare come una rielaborazione narrativa dell’antica Cina, completa di tradizioni simili per quanto riguarda il vestiario, i riti, l’economia e perfino l’organizzazione statale.
Ma se da un lato si tratta di uno dei dettagli che ho apprezzato di più, in quanto è raro trovare storie fantasy che riferiscano a questa affascinante cultura, dall’altro avrei voluto che questo particolare fosse più centrale e presente. Nel corso del libro abbiamo infatti modo di respirare un po’ di atmosfera orientale, con qualche rimando alla sartoria, alla meditazione e ai rituali spirituali, ma quando la cosa comincia a farsi interessante, l’autrice cambia completamente il suo focus.
Lasciando un po’ delusi quei lettori che, come la sottoscritta, avrebbero desiderato sapere di più delle tradizioni di Yan e di quelle del regno confinante. Joan He ha invece scelto di scalfire a malapena la superficie del suo mondo, limitandosi in questo primo volume a farcene a malapena intuire le potenzialità.
L’anima dello YA
Se l’ambientazione ha poco spazio e poca possibilità di mostrarsi in tutto il suo fascino, lo stesso non si può direi dei personaggi. Loro sono il vero e proprio fulcro de La stirpe della gru, il focus intorno al quale l’autrice ha costruito la sua storia. Hesina in primis, ma anche Cayian e Lilian, Akira e Sanjing; ognuno di loro ha ampio spazio per mostrare la propria personalità e le sue molteplici pieghe.
E se da un lato questo è un gran punto a favore, perché ci permette di entrare in sintonia con i personaggi, dall’altro spesso il romanzo scivola per questo motivo nel tipo di YA che io, personalmente, ho difficoltà ad apprezzare. Quello che tende a concentrarsi fin troppo sui rapporti tra i personaggi e si dimentica degli elementi che dovrebbero fare di un fantasy anche e soprattutto un romanzo di avventura, magia e mistero.
Una storia resa fragile dai suoi stessi personaggi
Forse già la scelta alla radice di far vestire a degli adolescenti i panni di regine, generali, consiglieri e incredibili e misteriosi combattenti non faceva proprio al caso mio. Ma la storia avrebbe anche potuto intrigarmi, se Joan He non avesse anche scelto di far comportare questi adolescenti letteralmente come tali.
Come posso, d’altro canto, lasciarmi avvincere dalle indagini per omicidio di una regina in piena crisi ormonale dopo l’incontro con uno sconosciuto dagli occhi fin troppo assurdamente magnetici? Come posso prendere sul serio il suo desiderio di governare con giustizia e con saggezza, quando anche il più implausibile dei traditori la raggira facendo affidamento sulla sua infantile ingenuità?
La stirpe della gru avrebbe anche potuto possedere una trama intrigante, se solo non si fosse lasciato andare a quella sequela di cliché dello YA che io, personalmente, non riesco proprio ad apprezzare nel fantasy.
Amori istantanei, regine che fanno letteralmente i capricci, abiti e pettinature che paiono sempre più importanti delle tattiche militari e della preparazione fisica e psicologica. E ancora ladri che in realtà sono fenomenali guerrieri pieni di sorprese e forse qualcosa di ancora più figo ma non lo sapremo mai perché siamo tutti troppo concentrati a perderci nel colore dei loro occhi.
Lo so che si tratta di un’insofferenza molto personale, eppure non posso fare a meno di pensare che un fantasy ben scritto potrebbe bilanciare meglio queste cose, spostando il focus un po’ più in là rispetto al totalizzante tumulto emotivo della fin troppo giovane protagonista.
La stirpe della gru è una lettura imperdibile?
Arrivata all’ultima pagina del romanzo, non so dirvi se dovreste leggere o no La stirpe della gru. È chiaro che non siamo davanti al capolavoro del fantasy moderno, e anche tralasciando il mio pregiudizio verso il genere YA, ci troviamo comunque davanti a un primo capitolo che non fa certo gridare al miracolo.
Eppure, qualche lato positivo questo primo libro lo ha, come ad esempio un’ambientazione che, ne sono abbastanza certa, nei prossimi volumi avremo occasione di scoprire meglio. C’è solo da sperare che Joan He abbiamo voglia di raccontarcela meglio.
Ormai lo sapete, quelle che leggete sono solo le opinioni di una lettrice, e là fuori c’è un mondo di altri lettori che potrebbe pensarla molto diversamente dalla sottoscritta. Per questo, vi invito a fare un salto sui blog delle altre ragazze che hanno partecipato a questo evento. Io intanto ne approfitto per ringraziare la Mondadori per avermi fornito una copia del romanzo e Martina del blog Lettrice di sogni per avermi resa partecipe.