Tolkien viene definito il padre dell’high fantasy, ma quali sono le caratteristiche di questo sottogenere? Su Chiacchiere Letterarie abbiamo più volte approfondito i diversi generi e sottogeneri letterari. Se siete interessati vi lascio l’elenco a termine articolo. Grazie al blog tour organizzato per l’uscita di Tolkien. Il creatore della terra di mezzo, scritto da Catherine McIlwaine e pubblicato per Mondadori, finalmente è il turno di scoprire l’high fantasy.
Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo
Catherine McIlwaine è curatrice dell’Archivio Tolkien alla Bodleian Library dell’Università di Oxford. In questo libro, insieme a quello intitolato Tolkien. I tesori, racchiude tanti materiali inediti sulle opere di Tolkien, in particolare schizzi e disegni. Tutte queste opere, in gran parte inedite, mostrano al lettore come Tolkien è arrivato ad immaginare la Terra di Mezzo.
Il fantasy e le sue declinazioni
Il fantasy è quel genere letterario che include al suo interno ambientazioni e personaggi con caratteristiche magiche, mitologiche o comunque non reali. La definizione è molto ampia e permette di racchiudere al suo interno opere diametralmente opposte, per questo motivo esistono tantissimi sottogeneri che aiutano ad orientarsi. Bisogna considerare poi che difficilmente un’opera letteraria rimane dentro i confini di un genere puro.
Il fantasy ha le sue origini in tempi molto antichi, molte storie folcloristiche hanno infatti al loro interno elementi mitologici e magici che oggi rientrano proprio in questo filone.
Un altro modo in cui si può esprimere il fantasy è attraverso l’ibridazione con altri generi letterari. Troviamo così il dark fantasy, unione tra horror e fantasy, di cui Lovecraft è probabilmente l’esponente più famoso; il fantasy umoristico, se non conoscete Pratchett mi dispiace molto per voi; o il scienze fantasy, in cui a mischiarsi sono magia e scienza.
Tutti questi sottogeneri però si rifanno a due generi più ampi, high fantasy e low fantasy. La differenza tra questi due sottogeneri e quelli precedentemente citati sta nel fatto che questi ultimi identificano anche l’ambientazione nella quale i personaggi si trovano immersi.
High fantasy e low fantasy
L’high fantasy o fantasy epico è quella sottocategoria che come primo elemento richiede un “secondo mondo”. Lo stesso Tolkien, nel saggio Sulle fiabe identifica questa caratteristica come imprescindibile in un’opera di high fantasy.
Ambientare l’opera in un mondo secondario richiede la creazione di un mondo totalmente diverso dal nostro. È un luogo con regole e abitanti diversi dalla realtà, ma in cui tutto deve essere coerente, come in un mondo reale. Questo mondo può essere a se stante, come nelle storie di Tolkien, Troisi o Pratchett, oppure al quale si può accedere attraverso un portale, come nel caso delle Cronache di Narnia di Lewis.
Al contrario nel low fantasy la storia è ambientata nel mondo reale, nel quale però esistono delle figure o degli elementi fuori dal comune, come nel caso di American Gods. Anche tra questi due generi esistono degli ibridi, tra questi rientra, per esempio Harry Potter. In queste storie infatti esiste un mondo magico, che però si trova immerso nel mondo reale, risulta quindi impossibile collocare questa serie esclusivamente in uno dei due filoni.
Un altro elemento di distinzione è la dicotomia bene/male. Nell’high fantasy bene e male sono due entità nettamente distinte, in cui non esistono sfaccettature intermedie. Nel low fantasy invece è molto più frequente trovare delle vie intermedie, in queste opere il protagonista è spesso un antieroe. Ci troviamo così davanti ad un opera in cui le linee di demarcazione tra bene e male sono molto più sfumate rispetto all’high fantasy.
Altre caratteristiche dell’high fantasy
Oltre che per la questione ambiente e gli eroi l’high fantasy ha delle indicazioni molto specifiche anche per quanto riguarda le tematiche trattate, i personaggi secondari e l’uso della magia.
Per quanto riguarda le tematiche, il focus del racconto è sempre incentrato su una lotta tra bene e male, in cui i due schieramenti sono ben definiti. L’eroe non è mai solo, ma aiutato da un gruppo di amici e compagni nei quali ognuno ha un ruolo ben specifico. La magia è quell’elemento che decide le guerre o gli incontri, che porta a conclusione il romanzo, possono anche esserci guerre armate, ma sarà sempre la magia ad avere il ruolo principale.
Tutte queste indicazioni però ormai sono racchiuse solo nelle opere dell’high fantasy classico, mentre è probabile che nelle opere moderne alcuni elementi non siano rispettati completamente.
Oggi è difficile creare un’opera che rimanga rigidamente dentro ai suoi confini di genere e credo che questa sia un’ottima cosa per la narrativa. In questo modo la fantasia e l’immaginazione possono avere delle basi solide nei generi di partenza per poi destreggiarsi sin dove le porta la trama. Creando storie sempre nuove e ricche di avventure.
Da Tolkien in poi
Come ho detto, Tolkien è identificato come il padre dell’high fantasy, ma dopo di lui tantissimi altri autori hanno arricchito questo genere di pietre miliari della letteratura fantasy. Come detto in precedenza però, molte di queste, soprattutto quelle cronologicamente più recenti, hanno le loro radici nell’high fantasy, ma si sviluppano anche con elementi che esulano da questa sotto categoria.
Tra le opere più importanti, che dovreste assolutamente recuperare se siete amanti del genere, vi consiglio Il ciclo di Shannara di Terry Brooks, ma solo se avete tanto tempo da dedicargli visto che è composta da 34 libri e copre circa duemila anni della storia della stirpe di Shannara.
Non possono mancare poi Le cronache di Narnia di C. S. Lewis. Questa serie è molto bella da leggere soprattutto per capire in quanti molteplici modi può essere declinato l’high fantasy.
Per non dilungarmi troppo termino con un rimando a Brendon Sanderson e la sua trilogia di Mistborn. Saga che effettivamente io non ho letto, ma vorrei evitare di essere picchiata da Denise nel caso non ve la consigliassi!
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