Se seguite Chiacchiere Letterarie da un po’, forse già saprete che non sempre le nostre recensioni seguono uno schema. Anzi, sarebbe più giusto dire che è molto raro che due articoli si sviluppino allo stesso modo. La professionalità in questo campo vorrebbe che fossimo in grado di condensare i nostri pareri in una scheda coerente, solida e riproducibile. Ma, almeno per quanto mi riguarda, questa cosa non funziona proprio. Ogni volta che mi trovo qui a raccontarvi un nuovo libro, è come se se questo guidasse le mie parole in una direzione del tutto nuova, unica e personale. E anche mentre scrivo questa recensione di Così si perde la guerra del tempo, mi rendo conto che Blu e Rossa pilotano le mie dita, facendomi andare verso una struttura del tutto nuovo e in qualche modo giusta per loro.
A me, purtroppo o per fortuna, non resta che seguirle in questa nuova avventura.
Trama
Rossa è un’agente a servizio di una potente fazione capace di controllare il tempo e le sue ramificazioni. È quella che potrebbe definirsi una Cronoagente, costruita per essere efficiente, implacabile e invincibile. Una parte del tutto più grande chiamato Agenzia. Almeno finché la sua strada non incrocia quella di Blu, cronoagente nemica agli ordini della fazione avversaria, il Giardino.
Tra le due, inspiegabilmente, nasce una corrispondenza. Uno scambio di lettere che al principio è una nuova battaglia, una sfida, ma che piano piano permette alle due guerriere di avvicinarsi e di conoscere se stesse come mai avevano fatto prima.
Recensione Così si perde la guerra del tempo
La storia di Blu e Rossa è una storia che conosciamo bene. Una relazione tra entità avversarie che le porta ad avvicinarsi, a influenzarsi e poi, gli autori non ce ne fanno mistero già dalla trama, a innamorarsi. Eppure, c’è qualcosa di nuovo e intrigante in Così si perde la guerra del tempo.
A partire dal modo in cui è scritto questo romanzo. Quello che abbiamo davanti non è che un epistolario in chiave moderna, con degli intermezzi frequenti che riempiono i buchi e ci danno un contesto. Dico in chiave moderna perché qui, al posto della normale carta e penna e del servizio di poste, le due agenti usano una buona dose di inventiva e stravaganza.
Semi che quando masticati sprigionano parole nella mente di un agente del Giardino, schizzi di lava che disegnano in cielo un messaggio destinato a sparire molto presto. Lo scambio tra Blu e Rossa comincia quasi per caso e poi si fa via via più costante, mentre le due cronoagenti si muovono di era in era e combattono la loro eterna battaglia temporale.
Intorno a loro, un mondo fatto di infiniti volti, qui chiamati Ciocche. Un’intricata rete fatta di tutti i se e forse che la storia abbia mai vissuto e mai vivrà.
Un multiverso temporale
Da Gengis Khan a Socrate, dalla Londra vittoriana a uno dei molteplici futuri post apocalittici che possiamo immaginare. La battaglia tra l’Agenzia e il Giardino invia Blu e Rossa su e giù per il tempo, per costruire nuove ciocche o distruggerne altre che potrebbero assicurare loro la vittoria. Nel frattempo, la corrispondenza tra le due continua, e più va avanti più sono i punti di contatto che vediamo crearsi tra le due.
La storia d’amore tra Blu e Rossa è una storia fatta di parole dolci e insanguinate, di atti folli e romantici insieme. L’ombra che incombe sulle due e che guida gli intermezzi è il motore che fa andare avanti la storia, ma è il modo in cui la relazione tra le due si crea e si rafforza a rendere questo romanzo così interessante.
Stravagante, intricato, quasi delirante, Così si perde la guerra del tempo è una storia sui viaggi nel tempo condita di elementi futuristici che fa però delle relazioni tra anime il suo punto di forza.
E non stupisce che fino alla fine del reale aspetto di Blu e Rossa sappiamo davvero ben poco.
Un futuro fluido e acorporale
Delle due agenti sappiamo solo i nomi (o sono soprannomi? Non ci viene mai rivelato) e pochi, pochissimi dettagli della loro fisicità. Rossa è ipertecnologica, prodotto forse di un futuro cyberpunk. Blu è fatta di viticci e spine, di petali e linfa. La loro è dunque anche una lotta metaforica tra progresso e natura, tra distruzione e creazione.
Ma oltre questo, del loro guscio non sappiamo nient’altro. Usano pronomi femminili per caratterizzarsi (ma sarà così anche in originale? Questa domanda merita un approfondimento) ma questo è l’unico indizio di una possibile a un genere. Questa cosa, personalmente, l’ho adorata.
In una realtà post-futuristica, di viaggi nel tempo e tecnologie illimitate; in un mondo che è più mondi insieme, dove tutto è fluido, plasmabile, eterno, intricato: che significato può essere rimasto per il genere?
Rossa e Blu sono due entità che si innamorano e che cercano un modo per astrarsi dalla realtà e vivere insieme. Ciò che conta, dunque, è costruire un ponte tra i loro Dislocamenti. Tutto il resto, va da sé, non è affatto importante.
I miei ringraziamenti più sinceri alla Mondadori che ci ha fornito la copia di Così si perde la guerra del tempo per scrivere questa recensione. Nonché a Martina del blog Lettrice di sogni che ha organizzato questo nuovo evento tra blogger.
Trovate tutte le partecipanti riassunte qui sotto.
Ciao, sto leggendo adesso il libro e ho trovato molto interessante la tua recensione e gli spunti che propone. Grazie.
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