Narrativa Contemporanea, Recensioni

Recensione La linea del sangue di Jesmyn Ward

Era dalla lettura di Canta, spirito, canta che desideravo tornare a Bois Sauvage. Mi era rimasta addosso la sensazione di caldo e umido delle rive del Bayou, e quella sfumatura dolce-amara che costituisce il tratto distintivo di Jesmyn Ward e della sua trilogia.
La linea del sangue, il protagonista di questa nuova recensione, mi ha riportata proprio lì; in quel mondo fatto di campi sconfinati e case piccole che profumano di panini al mais e biancheria appena lavata.

È stato un incontro atteso e desiderato. E ora non vedo l’ora di raccontarvelo.

Trama

Siamo di nuovo a Bois Sauvage, la stessa cittadina dove vivono Jojo e Kayla e dove Esch e la sua famiglia hanno affrontato la minaccia dell’uragano. E ad accompagnarci tra le sponde del Bayou questa volta sono Joshua e Christophe; due gemelli appena maggiorenni cresciuti con la tenera Ma-mee, la loro solida e stabile nonna.

A metà tra un canto all’età adulta e uno spaccato della vita nel Mississipi, La linea del sangue racconta la difficoltà di crescere e di trovare il proprio posto nel mondo; soprattutto quando parti della tua storia sono complicate e i punti di riferimento cominciano a vacillare.

La linea di sangue
Recensione La linea di sangue di Jesmyn Ward

Recensione La linea di sangue

Denso, dolce amaro, penetrante.

Difficile descrivere a parole la sensazione che lascia La linea di sangue. Dopo Salvare le ossa e Canta, spirito, canta, Jesmyn Ward ci riporta a Bois Sauvage, in quello che è a tutti gli effetti il primo romanzo al quale ha dato vita, anche se l’ultimo ad arrivare alla pubblicazione. L’effetto è quello di ritrovare un vecchio amico che vediamo solo in rare occasioni. La sensazione di ritrovarci in un luogo che è diventato ormai in qualche modo parte di noi, e nel quale ci sentiamo stranamente a casa.

La linea del sangue è la storia di Christophe e Joshua, della solida Ma-mee e della sconclusionata Cille; è il racconto del passaggio all’età adulta, delle difficoltà di ritagliarsi un posto in un mondo spesso acre e spietato. Ma è anche una storia di legami familiari sfilacciati, di anime che vagano in cerca di un senso e di uno scopo e che spesso lo trovano dove meno se lo sarebbero aspettato.

Un ritorno crudo e doloroso

La sensazione che si prova nel leggere questo romanzo è molto diversa da quella di Canta, spirito, canta. Dove il secondo volume della trilogia era lirico era quasi poetico, permeato di spiritualità e di bellezza, La linea di sangue è crudo e quasi doloroso. Qui non c’è un viaggio attraverso i meravigliosi paesaggi del Mississippi a cullarci, né i canti di una nonna capace di comunicare con l’altro mondo.

Il Bayou al tramonto | Recensione La linea del sangue di Jesmyn Ward
Il Bayou al tramonto | Recensione La linea del sangue di Jesmyn Ward

Ci sono invece sudore e fatica, sangue e droga, dolore e pentimento. Eppure i punti di contatto sono moltissimi, dalla famiglia frammentata e tenuta insieme da chi è cuore e anima, agli spiriti irrequieti sempre in cerca di qualcosa. Solo che qui gli spiriti sono materiali, in grado di tagliarsi, sanguinare e soffrire.

Joshua e Christophe sono due personaggi così diversi da risultare quasi sempre in contrasto. Per carattere, per scelte, per destino, per casualità, in questo romanzo li vediamo dividersi e poi ricongiungersi; imboccare sentieri diversi eppure procedere sempre a pochi passi di distanza, sufficienti a tendere una mano per aiutare l’altro in caso di necessità.

Il cuore del Mississippi

La linea di sangue è una storia di affetti allagati, di scelte sbagliate e vite incompatibili. Ma è anche e soprattutto una storia americana, il racconto di un’esistenza costruita sul margine del Bayou, dove caldo, umidità e natura incontrollata si intrecciano saldamente e inesorabilmente. Forgiando al contempo coloro che ci vivono immersi.

È un canto di anime alla deriva, di ricordi sbiaditi e di storie ancora tutte da raccontare. Nella sua crudezza, è un racconto unico e bellissimo, l’occasione per sbirciare ancora una volta nelle vite degli abitanti del Mississippi e di scoprirne le ombre ma anche l’accesa e meravigliosa luce nascosta.

Jesmyn Ward si riconferma una voce avvinghiante, capace di mutare forma e aspetto seguendo i colori del quadro che sta dipingendo. Una volta chiusa l’ultima pagina, ci sembra quasi di aver aggiunto una nuova tessera al mosaico di vite che è Bois Sauvage. E di poter vedere con più chiarezza ciò che vi è rappresentato.

divisore

Un ringraziamento sincero alla NN editore e a Francesca Rodella per avermi inviato una copia di La linea del sangue per questa recensione e per avermi permesso di tornare finalmente a Bois Sauvage.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.