Narrativa Contemporanea, Parole di Donna, Recensioni

Recensione Le ribelli di Chandler Baker

La lettura del libro Le ribelli di Chandler Baker arriva dopo uno dei libri più belli dell’ultimo periodo, ma purtroppo mi trovo a fare una recensione molto diversa dalla precedente. Certo, non tutti i libri ci catturano allo stesso modo, ma quando ci sono certe premesse le mie aspettative sono sempre piuttosto alte. A quanto pare troppo.

Prima vi lascio una breve trama, se non avete mai sentito parlare di questo libro, poi facciamo quattro chiacchiere sulla storia, ovviamente sempre senza spoiler.

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Trama

Le protagoniste di questo romanzo lavorano da anni alla Truviv, marchio di abbigliamento sportivo con sede a Dallas. Come molte delle loro sono madri lavoratrici e si muovono al di qua di una linea invisibile che le separa dai collaboratori uomini. Quando il CEO della Truviv muore improvvisamente e loro scoprono che la persona più vicina ad assumere il controllo del ruolo vacante è Ames Garrett, il loro superiore – che ha appena assunto una nuova ragazza, giovane, bella e single – capiscono che è arrivato il momento di fare qualcosa.

Negli anni sono state taciute troppe cose, sussurri e bisbigli messi ripetutamente a tacere, ignorati o nascosti dai complici. Sloane, avvocato dell’azienda, convince le altre a fare qualcosa. La loro decisione metterà in moto una serie di catastrofici eventi all’interno dell’ufficio: le bugie saranno scoperte, i segreti verranno rivelati. E non tutti sopravvivranno.

A questa trama principale si associa anche la storia di Abigail, figlia di Sloane, che si trova a dover affrontare problematiche paragonabili a quelle della madre, ma ambientate nel suo mondo, quello scolastico.

Recensione: Le ribelli

La trama di questo romanzo racconta una storia molto importante, per questo motivo avevo aspettative molto alte. La situazione delle donne lavoratrici è ancora un argomento delicato da toccare, per troppe persone è decisamente più semplice mettere la testa sotto la sabbia.

Recensione: Le ribelli di Chandler Baker

Quando ci si trova a lavorare in un ambiente molto competitivo essere donne continua ancora ad essere un handicap da non sottovalutare. Viene difficile essere prese sul serio, soprattutto quando si compie l’errore di diventare madri. Qualunque sia il tuo ruolo un uomo sarebbe in grado di farlo meglio, anche se meno qualificato. Ci sono poi da tenere in considerazione tutti quei comportamenti molesti, più o meno sottili, espliciti e violenti. Comportamenti che spesso non vengono neanche identificati come negativi, perché “dovresti essere felice di ricevere queste attenzioni“.

Cosa succede se poi si decide di denunciare queste molestie? Il victim blaming è uno degli scogli più odiosi da dover affrontare. Perchè magari lui ti ha anche molestata, ma tu come eri vestita? Come ti sei comportata? Non è che volevi un aumento? Alla fine si sa che sono le donne che istigano l’uomo.
Come dimostra la storia di Abigail, già da bambini si insegna che commenti e comportamenti inopportuni non sono una vera e propria violenza. Tutt’altro, si dovrebbe essere lusingati di ricevere determinate attenzioni, anche se queste fanno sentire a disagio o si manifestano in veri e propri atti di violenza.

Ogni personaggio raccontato in questo romanzo cerca di far capire al lettore le problematiche che una donna incontra durante il suo percorso scolastico e lavorativo.
Raccontare queste situazioni è sempre difficile, soprattutto perché non sono solo gli uomini a screditare e sminuire certi eventi, ma spesso e volentieri sono le donne stesse che si mettono contro ad altre donne. Con la speranza che mettersi dalla parte “giusta” possa servire a scalare quel mezzo gradino in più che i piani alti potrebbero concedere.

I lati negativi

Per tutti questi motivi credo che Le ribelli meriti di essere letto, ma questa recensione non ha solo lati positivi. Per i miei gusti, questo libro presenta uno stile che poco si lega con la storia raccontata. Anche se trovo comunque ottima la condivisione di storie che mettano in mostra le criticità della nostra società, soprattutto quelle che si cerca in tutti i modi di nascondere e sminuire.

Come dicevo però, lo stile di scrittura ha reso davvero ostica la lettura di questo romanzo. Trattandosi di una trama a metà tra thriller e romanzo di denuncia, avrei trovato più adatto uno svolgimento meno dispersivo.
Le vite delle protagoniste vengono dettagliatamente approfondite anche nella quotidianità, che però troppo spesso è irrilevante rispetto alla trama principale. Per quanto capisca l’importanza di rendere realistica la vita di queste donne, gli eccessivi particolari insignificanti rendono la lettura lenta e noiosa. Arrivati a metà del romanzo ancora non c’erano segni di uno sviluppo della storia. La parte più interessante erano i capitoli con le trascrizioni del tribunale, almeno portavano la trama da qualche parte.

Il tutto si riprende un po’ nella parte finale, dove finalmente la scrittrice decide di dare qualche attenzione in più alla storia centrale. Ammetto però di essere arrivata a questa ultima parte saltando frasi e alcune volte interi capitoli. L’alternativa era abbandonare il romanzo, ma non me la sono sentita, come ho detto, considero questa storia troppo interessante per meritare l’abbandono.

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Il libro rientra nelle seguenti categorie della Book Challenge 2020:
10 – 12 – 26 – 27 – 48

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.