Fantasy e Fantascienza, Recensioni

Recensione Dark di V.E Schwab

La prima recensione dell’anno è sempre un evento. È lei che dà il la, che traccia la prima impronta sul percorso del blog. Non posso che essere lieta, dunque, che questa prima recensione abbia come protagonista Dark di Victoria Schwab, terzo volume della saga di Magic. O per meglio dire, che concluda la saga di Shades of Magic, trilogia che ci ha tenuto compagnia per diversi anni qui sul blog.

Un po’ come fosse un filo, questa recensione diventa infatti un collegamento tra quello che è stato Chiacchiere Letterarie fin’ora e quello che sarà in futuro. E, come ormai da tradizione, vi parlo di una nuova uscita in collaborazione con altre blogger che, come la sottoscritta, attendevano l’uscita di Dark con una notevole aspettativa.

Pronti a tornare a Londra Rossa insieme a noi?

Copertina Dark
Recensione Dark di Victoria Schwab

Trama

La storia riprende i fili nel momento esatto in cui li avevamo lasciati: Kell è stato fatto prigioniero, Lila sta correndo a salvarlo e Holland sta combattendo una personale battaglia per il controllo del suo corpo. In questo terzo volume, i tre Antari si trovano a fronteggiare, fianco a fianco, una minaccia nuova e apparentemente invincibile: Osaron, la magia incarnata. Risvegliato dalle azioni di Holland in Legend, Osaron ora brama il predominio non solo di Londra Bianca, ma anche di Londra Rossa e Londra Grigia. La sua maledizione si insinua tra le vie delle tre città, annerendo tutto quello che incontra sulla strada e dominando le menti dei più deboli.

Supportati dal principe Rhy, dal re Maxim e dal suo esercito e da innumerevoli personaggi secondari, Lila e Kell dovranno compiere un viaggio in nave alla ricerca di un artefatto capace di arrestare il dio. Riusciranno a non soccombere alla sua oscurità?

La trilogia giunge a conclusione|Recensione Dark di Victoria Schwab

Attendevo questo terzo e ultimo volume con una discreta curiosità. La brusca chiusura di Legend, infatti, mi aveva lasciato quella brama di sapere sottile che rimane intatta anche a distanza di mesi. Quando finalmente ho avuto Dark tra le mani, però, mi sono accorta che il tempo aveva diluito i miei ricordi.

All’inizio, ho fatto fatica a ricollegare i fili della storia, a ricostruire gli ultimi eventi di Legend per comprendere ciò che accedeva in Dark. La storia, come ho accennato, riprende esattamente dove l’avevamo lasciata, appena pochi secondi dopo la chiusura del secondo volume. E quello che potrebbe essere di certo un bene per chi legge i due volumi a breve distanza, è forse un po’ destabilizzante per chi si riimmerge nella storia dopo mesi.

Victoria Schwab è stata comunque previdente e ha aggiunto piccole note di riepilogo in mezzo alla narrazione; ma mi ci sono volute comunque diverse pagine per riprendere contatto con il mondo di Kell e Lila, e forse sarebbe stato meglio, da parte mia, rileggere Legend prima di imbarcarmi in questa nuova avventura.

C’è sempre un ma…

Benché a poco a poco io sia riuscita, in parte, a ricalarmi all’interno della storia, questa volta non sono stata capace di godermi la narrazione com’era successo per i primi due volumi. Sarà stata l’alta aspettativa, o forse il periodo delle feste, non adattissimo a mantenersi immersi in un mondo fantastico. Qualunque ne sia la ragione, più andavo avanti nelle pagine più mi rendevo conto di quanto poco queste mi attraessero.

Ho letto e vissuto questo terzo volume in modo freddo e poco coinvolto. Le azioni che si sono susseguite per tutta la durata del romanzo mi sono quindi apparse deboli e poco avvincenti. La Schwab ha scelto di dilatare in più di metà volume una sola notte di eventi, e benché questi siano consistenti e solidi, non ho sentito il brivido dell’azione serrata, del ritmo forsennato che mi sarei aspettata in un tempo così ristretto.

Ci sono molte pause, in Dark. Pause in cui i personaggi riflettono, nelle quali si avvicinano e allontanano, discutono e fanno pace. Ma non ci sono stati gli approfondimenti che avrei desiderato. Avrei voluto entrare di più nella psiche di Kell, metterne a nudo le debolezze e le paure. Avrei desiderato sondare i sentimenti di Lila, scoprirla più umana e meno creatura mistica e inafferrabile.

Mi sarebbe piaciuto conoscere più a fondo le ragioni di Osaron e, perché no, vivere in modo più acuto la sua brama folle di potere. Invece, ho navigato sulla superficie di un mondo che avrebbe potuto darmi tanto, e invece ha scelto di respingermi.

Kell Maresh by @taratjah
Kell Maresh by @taratjah | Recensione Dark di Victoria Schwab

Una storia buona, ma non perfetta

Non fraintendetemi, Dark è comunque una buona storia. Victoria Schwab ha una penna sempre invidiabile e i suoi personaggi restano caratteristici e indimenticabili, su questo non ci sono dubbi. Ma io ho comunque faticato a farmi coinvolgere dalla storia, e storto il naso per alcune scelte fatte. Avrei preferito che non vi fosse alcun viaggio per cercare un artefatto, ad esempio, e che la narrazione rimanesse lì, nel cuore della scena. Con i protagonisti che cercavano soluzioni ingegnose per liberarsi dalla minaccia, più che muoversi in una direzione quasi casuale nella speranza di trovarne una.

Avrei amato una conclusione epica della trilogia, una di quelle che ti tengono incollata alle pagine fino a farti venire mal di testa. Ma purtroppo, Dark non lo è stata, almeno non per me. Aveva tutti gli elementi giusti per chiudere il cerchio come avrei desiderato, ma è mancato qualcosa, quel quid in più che avrebbe reso anche questa storia un piccolo pezzo di me.

In ogni caso, sono felice di aver chiuso questo ciclo. Per avermi dato la possibilità di leggere Dark e parlarvene, i miei ringraziamenti vanno alla Newton Compton; inoltre, un ringraziamento speciale va anche a Maria Cristina e a tutte le altre blogger che hanno partecipato a questo evento. Le trovate qui.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.