Durante questo Lucca Comics&Games mi sono imbattuta in una realtà editoriale di cui avevo assolutamente bisogno di parlarvi, la nuovissima case editrice Aristea.
Per questo motivo ho contattato il proprietario, Dario Leccacorvi, per farmi raccontare un po’ come è nata la casa editrice e quali sono i suoi progetti per il futuro.
Avevo tante domande da fare, sia come proprietario della casa editrice che come scrittore di librigame e quindi ho deciso di dividerle per macro aree.
La casa editrice Aristea
- Qual è il tuo ruolo all’interno della casa editrice Aristea?
Sono il proprietario e, trattandosi di una piccola realtà, mi occupo direttamente di molte cose; si dà il caso che sia anche l’autore della serie Fra Tenebra e Abisso, la prima pubblicata da Aristea. Questa singolare situazione ha una ragione storica: Il Marchio e La Megera, i primi due volumi della serie, sono usciti prima come app per Android, grazie al lavoro di un gruppo di amici appassionati di librogame: Alessandro Alaia, Andrea Maria Antigone Barbera, Diego Barbera e appunto me. All’interno di quel team (il team TEAsoft) sono incaricato di scrivere i librogame di questa serie. Quando ho deciso di aprire una casa editrice dedicata alla letteratura interattiva, mi è venuto spontaneo partire dal materiale che già avevo.
- Come è nata l’idea di Aristea, una casa editrice dedicata a moderni libri game? Come è stata l’accoglienza del pubblico?
Aristea nasce innanzitutto come coronamento di un vecchio sogno: era infatti dai tempi dell’università che cullavo l’idea di aprire una piccola casa editrice, e quello editoriale è l’ambito in cui lavoro da sempre. Anni fa riscoprii la mia vecchia passione per i librogame e quando, grazie al successo delle app TEAsoft, mi accorsi che c’erano le premesse per un ritorno del genere, ho pensato di unire un vecchio sogno e una vecchia passione per creare qualcosa di nuovo: una casa editrice tutta dedicata alla letteratura interattiva. Oggigiorno diversi editori in Italia pubblicano librogame, ma che io sappia solo due sono consacrati a questo genere, e solo Aristea punta tutto su autori italiani; e la sua scommessa sta avendo successo. Certo, non siamo più negli anni d’oro (1985-95, grossomodo), ma c’è indiscutibilmente un rinnovato interesse verso la letteratura interattiva.
Entrando nello specifico della serie Fra Tenebra e Abisso
- Di cosa parla questa serie?
Fra Tenebre e Abisso è innanzitutto una serie fantasy (con qualche sfumatura dark) incentrata su amicizia, dedizione e crescita. In un duro, pericoloso e misterioso mondo di frontiera, ancora in fase di colonizzazione, il protagonista (che sei tu!) vuole scoprire che fine ha fatto il suo fratello adottivo, cui è legato da una vecchia e profonda amicizia e che sta svolgendo il suo apprendistato in una città vicina. Da un viaggio sulla carta breve ma comunque pieni di incognite (tutti i viaggi potenzialmente lo sono!), scaturisce una lunga avventura in cui il protagonista dovrà sondare le vaste e insidiose regioni del mondo esterno, ma pure il suo mondo interiore, forse ancora più ampio e pericoloso. La serie infatti consterà in tutto di quattro capitoli; il terzo, Fra Tenebra e Abisso: Emraia, uscirà l’anno prossimo.
- Ci sono tanti modi di impostare un libro game, da quelli che hanno tante scelte ma portano ad un unico finale ai libri che hanno finali multipli, passando per quelli maggiormente in stile D&D. Tu quale strada hai scelto di percorrere?
Quando si realizza una serie di opere, è inevitabile che ogni volume riprenda le fila di quello precedente; se il secondo volume inizia in un villaggio sperduto tra le montagne, per dire, la storia del primo volume tendenzialmente dovrà averti lasciato lì, o comunque in una situazione compatibile col fatto di ritrovarti lì. I finali multipli si adattano quindi bene all’ultimo volume di una serie, ma comportano problemi per quelli precedenti. La mia soluzione è presentare a ogni volume un finale unico (il personaggio/lettore ‘atterra’ sempre allo stesso paragrafo, a fine lettura), ma inserendo alcune parole chiave che tengono traccia di varianti significative della trama. Sia nel Marchio sia (ancor più) nella Megera, queste varianti si rivelano assai importanti per il proseguo della storia, dando profondità e tridimensionalità non solo alla vicenda, ma anche alla vita mentale e spirituale del personaggio. La possibilità di caratterizzare e sviluppare quest’ultimo su vari livelli (competenze, equipaggiamento, ma pure orientamento morale) accomunano da vicino la serie FTeA e i giochi di ruolo come D&D, un’altra mia vecchia passione.
- Tra l’altro le copertine dei tuoi libri mi ricordano tantissimo i vecchi libri game, quanto di quelle storie ti ha ispirato per la scrittura dei libri della serie?
In un periodo di grandi (e sacrosante) sperimentazioni, la cosiddetta ‘old school’ è e resta al cuore del mio lavoro. Diciamo pure che sono vecchio dentro! I librogame classici sono dunque la principale fonte di ispirazione mia, come autore, ma più in generale di Aristea. Questo approccio emerge anche nelle scelte grafiche, come tu hai correttamente osservato. Ciò detto, mettendo da parte gli esempi più ovvi (come Lupo Solitario), penso che le serie classiche che mi hanno influenzato di più siano Bloodsword, Sortilegio, Terra di Mezzo e una serie meno nota e un po’ pazza, quella inspirata a un gioco di ruolo altrettanto poco noto e pazzo, cioè Tunnel & Troll (edite all’epoca da Mondadori).
- Quali sono state, più in generale, le tue fonti di ispirazione per la creazione delle ambientazioni e dei personaggi?
Questa domanda è più insidiosa… Penso che personaggi e ambientazioni sgorghino da un luogo profondo dell’animo, in cui si sedimentano esperienze e letture assai variegate. Trovo davvero difficile districare questa materia, ma posso citarti alcuni autori per me capitali: Gene Wolfe, Ursula K. Le Guin, Jorge Luis Borges, John R. R. Tolkien, Michael Ende, ma pure Erodoto, Carlo Ginzburg, Peter Kingsley, Marc van de Mieroop, Michael Harbsmeier… Come vedi non sono tutti romanzieri; anche la lettura di saggi, specie quelli dedicati all’etnografia, alla filosofia e alla storia antica, sono per me grandi fonti di ispirazione. Per quanto riguarda i personaggi, non va poi certo dimenticata la vecchia cara realtà: l’osservazione di persone reali, se condotta con buon senso e senza ingenue semplificazioni, è sempre la migliore base su cui lavorare e innestare i personaggi fittizi.
Qualche domanda sul futuro…
Lo ammetto, da amante della fantascienza il volume della collana Nuovi Mondi, Vesta Shutdown mi ha fatto innamorare e adesso sto solo aspettando di poterlo recuperare.
- Sarà anche quella di “Vesta Shutdown” una serie con più volumi? Cosa ci si può aspettare dalla collana Nuovi Mondi?
Vesta Shutdown apre una nuova era per Aristea. L’autore, Gabriele Simionato, è stato il primo appassionato di letteratura interattiva ad abbracciare questa nostra avventura editoriale, e lo ha fatto da par suo, fondendo a un altissimo livello capacità stilistiche, solidità di trama, studio di caratteri, competenze tecnico-scientifiche e un sagace game design. Leggo librogame da una vita, vecchi e nuovi, editi e inediti, e devo dire che ben di rado un autore riesce a coniugare con successo tutti gli aspetti della letteratura interattiva. Gabriele ci riesce. Provare per credere!
Ciò premesso la vicenda del capocolonia Niklas Chavallane comincia e si conclude con Vesta Shutdown. Non così la vicenda della collana Nuovi Mondi, che è pensata come contenitore per altri librigame a tema fantascientifico, che metteremo in produzione più avanti.
- Per quanto riguarda invece la casa editrice Aristea, che mi sembra di aver capito essere una realtà giovanissima, quali sono i progetti per il futuro?
Aristea è giovane (è nata lo scorso febbraio), ma non perde tempo. Abbiamo in cantiere storie diverse, di generi diversi, per solleticare tutti gli amanti di letteratura interattiva. Al momento Matteo Cresci sta scrivendo per noi un librogame ambientato nell’Antico Egitto, e Andrea Tupac Mollica un altro di genere cyberpunk. Io, allo stesso tempo, continuo a lavorare sulla serie Fra Tenebra e Abisso ma, soprattutto, continuo a scandagliare il vivaio italiano, in cerca di nuovi talenti interattivi.
Ringrazio infinitamente Dario per il tempo che mi ha dedicato e vi avviso che gli articoli a tema librigame non sono finiti. Spero di poter fare presto quattro chiacchiere con chi si occupa dell’app TEAsoft e ovviamente non mancheranno le classiche recensioni!
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