Intorno al libro

Buttare i libri non sempre è un crimine

Lo dico e lo ripeto: buttare i libri non sempre è un crimine, anzi, la maggior parte delle volte buttarli è l’unica cosa che si può fare. Torniamo a fare quattro chiacchiere Intorno al libro, con un argomento un po’ spinoso. Purtroppo però troppo spesso viene trattato in maniera superficiale e semplicistica. Senza neanche provare a capire quali possono essere le situazioni che hanno portato un determinato libro a finire nella spazzatura.

Voglio provare a concentrarmi sulle tre situazioni più comuni che portano ad un eliminazione di massa: libri trasmessi per eredità, fondi di magazzino e scarti delle biblioteche.
Non sto quindi parlando della decina di libri che, magari per le pulizie di primavera, possiamo decidere di dare via. Ma di quando ci si trova ad avere a che fare con una mole di libri che va dai 2/3000 in su, in un lasso di tempo relativamente breve.

In ogni caso, raramente la prima soluzione per questi casi è il macero. Considerando però il fatto che lo spazio non è mai infinito, vi posso assicurare che, in alcuni casi, buttarli è l’unica soluzione. Ci sono, infatti, libri che non sono neanche più adatti al prestito o alla donazione per i motivi più disparati: troppo rovinati, libri scolastici che non si è mai avuto il coraggio di buttare (come se un libro di scuola, distrutto, degli anni ’80 potrebbe improvvisamente diventare utile), per non parlare dei libri vecchissimi che non interessano più a nessuno (non tutti i libri sono fatti per diventare dei classici).

Buttare i libri in eredità

La morte di una persona cara non è certo il momento in cui si è più felici di ricevere libri. Ma se ricevere libri può far sempre piacere, la quantità di questi volumi va comunque tenuta in considerazione. Alcune volte le librerie più corpose vengono donate in blocco per scelta ereditaria ad associazioni o enti pubblici. Altre volte spetta agli eredi capire come muoversi.
Quanto spazio avete in casa? Non so voi, ma io ho smesso di comprare libri anche perché la casa è completamente satura. Ho più di un migliaio di volumi tra libri e fumetti. Tutto questo vivendo fuori da casa dei miei da neanche 10 anni. Provate ora ad immaginare che, in una situazione simile, voi dobbiate far entrare da un giorno all’altro altri 3/4000 libri in casa.

Se avete del tempo per liberare la casa e da dedicare al trasporto potete provare a contattare delle associazioni di volontariato della vostra zona. Magari anche certe biblioteche potrebbero essere interessate (ma vi posso assicurare che non tutte, visto che anche loro hanno i loro problemi di spazio).
E come fare per quei libri che nessuno vuole perché semplicemente non interessano a nessuno? Mia nonna legge solo Harmony, ne ha più di 2000 in casa. Che fine faranno quei libri quando lei non si sarà più?

Se non si ha il tempo per girare per la città a distribuire i libri si può pensare ad un “te lo regalo se vieni a prenderlo“. Idea fantastica, se non fosse che, per esperienza personale, posso dirvi che in tantissimi chiedono i libri gratis e anche portati a casa. Questo vuol dire un enorme dispendio di tempo e di benzina o comunque il costo del piego libri. Provate a pensare quanto può costarvi mandare 2/3000 libri (o anche solo 1000) con questo metodo.

Nota: Tra l’altro, tempo fa io ho provato a dare via con questo metodo anche dei mobili nuovissimi che dovevamo buttare a causa trasloco. Dopo tre mesi di un niente di fatto siamo stati costretti a chiamare l’Ecocentro perché venisse a prenderli.
Per i libri ho riscontrato lo stesso identico problema. Sino ad ora non ho riscontrato pareri positivi da chi ci ha provato (se non per pochi libri e neanche datati)

Fondi di magazzino

In Italia i lettori sono sempre di meno, mentre gli scrittori sono in continuo aumento. Situazione paradossale, ma che ci porta ad avere enormi quantità di libri invenduti dentro enormi magazzini. Libri che non hanno neanche la minima possibilità di arrivare sul mercato.
Che fine faranno quei libri? Quanto tempo possono stare in magazzino senza essere venduti considerando quanto costa mantenere un magazzino?

Anche in questo caso penso ad un evento vissuto in prima persona. Con Deni qualche anno fa siamo andate ad una svendita di magazzino: prima di buttare tutti i libri al macero la CE ha provato a vendere qualcosa a prezzo stracciato. Volete la verità? Non abbiamo comprato nulla.
Quei libri non ci hanno minimamente ispirato (e sapete quanto siamo diverse, in genere ciò che non piace all’una entusiasma l’altra), ci siamo trovate costrette a lasciarli lì, abbandonati al loro destino. Ma non aveva senso spendere soldi per dei libri che non avremmo mai letto.

Tornando al punto di partenza, si stampano molti più libri di quanti se ne leggono, che fine dovrebbero fare tutti gli invenduti? Possiamo parlare di educazione alla lettura, maggiore sensibilità nella pubblicazione, ma pensare di eliminare il surplus di mercato è utopico. Difficilmente questo tipo di libri troverà altra casa che non sia il macero. Probabilmente capita, ma non è la norma. In genere se un libro rimane invenduto un motivo c’è.

Scarti delle biblioteche

Ogni biblioteca ha un patrimonio librario differente. Ci sono quelle più piccole e quelle più grandi; quelle più frequentate e che hanno più fondi e quelle che invece si tengono a galla difficilmente; quelle di conservazione; o magari quelle scientifiche. Insomma, generalizzare l’argomento biblioteca è impossibile, quindi prenderò in considerazione solo le classiche biblioteche comunali con prestito pubblico.

Ogni biblioteca ha un determinato budget che permette di comprare nuovi libri e di conseguenza ha un rapporto diverso con i libri che vengono donati dai privati cittadini. Ci sono biblioteche molto grandi e quindi molto aggiornate in cui i doni servono solo quando sono “come nuovi” e altre più piccole che invece accettano tutto per poter ampliare il proprio catalogo. Ovviamente queste biblioteche si approcciano allo scarto in maniera completamente diversa, ma ciò non toglie che per ogni biblioteca buttare i libri sia necessario.

Lo scarto è quell’attività con la quale vengono tolti dal catalogo i libri che, per un motivo o per l’altro, la biblioteca non vede più come utili, così lì elimina per poter fare spazio a nuove entrate. I motivi dello scarto sono vari, possono essere libri molto rovinati e diventati illeggibili (per i quali si punta alla sostituzione) o magari libri vecchi che da anni non vengono presi in prestito.

Il primo passo, in genere, è pubblicizzare la lista dei libri che saranno scartati, per permettere a privati o associazioni di recuperarli. Nel caso in cui nessuno risponda positivamente a questo avviso i libri vengono mandati al macero. Per quanto questo possa sembrarvi brutto, è l’unico modo per le biblioteche di non terminare lo spazio. Il ricambio di titoli è necessario per poter avere sempre un catalogo aggiornato. Chiunque abbia lavorato in una biblioteca (o semplicemente la frequenti assiduamente) sa quanto rimanere aggiornati sia importante per poter avere sempre un’utenza attiva.

Quanto è grave buttare i libri?

«Ci sono crimini peggior del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli.»

Joseph Brodsky

Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali potremmo trovarci ad incontrare una pila di libri destinati al macero. Ed allo stesso tempo sono solo alcuni dei motivi per i quali questo fatto non dovrebbe scandalizzarci.
Volendo possiamo provare a salvarne qualcuno, io cerco sempre qualche titolo interessante ed ogni tanto mi è capitato di trovarne. Ma ho smesso di portarmi a casa tutta la carrellata da quando mi sono trovata a spendere per smistare quei libri più di quanto non guadagnassi mensilmente.

Può fare rabbia vedere dei libri destinati al macero, ma se ci pensate, non è lo stessa cosa del tenerli in una libreria senza mai essere aperti? La funzione del libro dovrebbe essere quella di essere letto, se non viene letto che differenza fa se quella copia esiste o meno?

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.