Narrativa Contemporanea, Recensioni

Recensione: Skin di Loretta Grace

Chi tra voi segue il mondo letterario online avrà già sentito parlare del fenomeno “libri degli youtuber“. C’è chi li ama e chi li odia e chi, come la sottoscritta, li osserva come un caso interessante e spesso sorprendente.
Per chi non li conoscesse, invece, parliamo di giovani produttori di contenuti online che, spontaneamente o dopo richiesta esplicita degli editori, riversano sogni e pensieri tra le pagine, rivolgendosi solitamente al loro pubblico di fedeli spettatori.
È questo il caso di Skin, il nuovo romanzo della make-up artist Loretta Grace. Attirata da questo fenomeno, e ovviamente curiosa di scoprire una nuova uscita di questo settore in espansione, non ho potuto certo tirarmi indietro quando la Mondadori mi ha fatto avere il Comunicato Stampa della sua più recente uscita.

Avvolta dalle fragranze di La vie est belle, profumo arrivato nella carinissima beauty box che la Mondadori mi ha inviato come ringraziamento, mi sono dunque lasciata trasportare dalla voce di Zara, giovane ventenne dalla pelle lattea, le lentiggini e una rossa e folta chioma selvaggia. E la prima cosa che ho notato è stata che, benché la protagonista si inserisca nel filone New Adult per età, in realtà Skin appartiene più strettamente al genere Young Adult, pensato e creato per ragazzi che stanno ancora vivendo nel pieno della loro adolescenza.

Dedicato a tutte le persone che si sentono diverse. A tutte le persone dotate di una forte sensibilità e di una grande empatia (Loretta Grace)

Questo perché la nostra Loretta Grace ha scelto di infondere in Zara i dubbi e le incertezze riconducibili all’età pre-universitaria, dove la timidezza, la difficoltà a stringere legami e la feroce auto-critica sono alla base dello sviluppo e della crescita.
Zara ha infatti un rapporto complicato con il suo corpo: ha le lentiggini ma se ne vergogna e le nasconde sotto pesanti strati di fondotinta ad alta coprenza. Odia la sua folta e disordinata chioma e, in generale, vorrebbe somigliare alla madre, fine ed elegante come la nonna.
Benché si sia iscritta in una facoltà umanistica spinta dalla voglia di imparare, lo fa svogliatamente: segue le lezioni più per dovere che per interesse, prende pochi appunti e durante le spiegazioni sogna, soprattutto il teatro.
Quando le si presenta l’occasione di toccare con mano il suo desiderio, quindi, non se lo fa dire certo due volte e andando contro l’opinione dell’acidissima nonna, che vive con lei quando la mamma è via per lavoro, accetta un posto come runner in uno spettacolo teatrale di nuova produzione: Skin.

Il mondo del teatro, con le sue luci, le sue splendide attrici e i suoi affascinanti attori, per Zara è come un bellissimo sogno diventato realtà. E anche se è costretta a correre da una parte all’altra sotto gli ordini del regista, o per meglio dire della vice-regista visto che il primo pare non rendersi conto della sua esistenza, Zara non potrebbe essere più felice. Qui stringe amicizia con Mirca, una dolce e materna sarta che le fa da guida nel mondo del teatro. Ed è lei a rivelarle che l’ambiente non è proprio tutto rosa e fiori e che invidia, cattiveria e ingiustizie sono proprio all’ordine del giorno.

Nonostante la storia sia fatta di alti e bassi, litigi e incomprensioni tra i membri del cast che spesso coinvolgono anche la stessa Zara, l’ambiente teatrale diventa per lei l’occasione per comprendere meglio se stessa. Le vicende che si susseguiranno dietro le quinte di Skin infatti l’aiuteranno a realizzare che la sua timidezza e il suo senso di disagio hanno radici molto profonde e che ci vuole tempo per accettarsi appieno e trovare il proprio posto nel mondo.

Skin è una storia semplice e per molti versi già vista, eppure possiede un tratto che personalmente ho apprezzato molto: la volontà di imprimere tra le pagine un messaggio di fiducia e accettazione, di sé e delle diversità altrui. Attraverso la voce di Zara, Loretta sembra dire ai suoi giovani lettori che possono imparare a volersi bene, che il percorso è tutt’altro che semplice ma, in fondo al tunnel, ad aspettarli ci sono sempre serenità e senso di completezza. E che non c’è nulla di più giusto del battersi per difendere la diversità degli altri, anche quando questo fa male e ci porta a perdere qualcosa per la quale avevamo dato tutto.

È un peccato, però, che al di là al messaggio, la realizzazione in sé presenti alcuni difetti che mi hanno impedito di apprezzare appieno questa lettura: una trama che spesso si perde in dettagli rinunciabili (per chi lo ha letto, Andrea e gli appunti sono l’esempio più vistoso) o uno stile ancora acerbo e poco curato sono dettagli che non si sposano benissimo con la mia sete di buone storie.

Tirando le fila, dunque, Skin non è certo il romanzo perfetto né, a mio avviso, la lettura più piacevole che potreste trovarvi ad affrontare. Ma, benché la storia scorra fin troppo rapidamente e si dimentichi altrettanto facilmente e nonostante i difetti che dicevamo poco sopra, possiede comunque il pregio di parlare alle migliaia di giovani adolescenti che vi si rifugiano attratti dalla possibilità di leggere qualcosa scritta dalla loro beniamina.
E se un romanzo veicola messaggi giusti e positivi be’, allora non importa che non sia perfetto, avrà comunque svolto un ottimo scopo.

I miei ringraziamenti vanno ancora una volta alla Mondadori per avermi dato modo di leggere questo romanzo.
Come sempre, qui sotto trovate la trama originale distribuita dall’editore e il nostro link da affiliate (se acquisterete da questo link Skin o un qualunque altro romanzo, Amazon donerà una piccola percentuale al blog, permettendoci di continuare a creare contenuti per voi.)

Trama:
Zara ha vent’anni, i capelli rossi come il fuoco e una bellezza rara. Lei, però, quando si guarda allo specchio vede solo e soltanto “la goffa lentigginosa”, come i compagni di scuola la chiamavano quand’era bambina. Frequenta l’università senza slancio, non sentendosi mai all’altezza delle aspettative né della madre, donna tanto in carriera quanto assente, né della nonna materna, esigente e severa, che non perde mai occasione per criticarla. Non vede suo padre da molti anni, non sa perché se ne sia andato. Ma da lui ha ricevuto la passione per il teatro, che la spinge a lavorare come tuttofare in un famoso teatro milanese.

Qui si trova alle prese con un mondo popolato da registi nervosi che la rimproverano per un nonnulla e attori prepotenti e invidiosi che si fanno la guerra. Ma al centro di quel microcosmo delirante, come l’occhio del ciclone, c’è Liam Nelson, il protagonista dello spettacolo, attore sudafricano dalla pelle scurissima, appassionato di trucco e fotografia. Zara prova subito una strana attrazione per lui, che è solido, sicuro, caldo: tutto quello che lei non riesce a essere. Anche il bello e invincibile Liam, però, nasconde ai riflettori un’enorme fragilità, determinata dalle sue insicurezze, dalle passioni controverse e soprattutto dal difficile rapporto col padre. I due iniziano a parlarsi, a confidarsi, a svelarsi per quello che sono davvero, creando un legame avvolgente, caldissimo. Da questo contatto, sensuale e innocente al tempo stesso, prenderanno la forza per dare una svolta alle rispettive vite.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.