Buon sabato, miei cari lettori!
Oggi diamo il via un ciclo breve di articoli dedicati a una nuova uscita italiana che attendevo da tempo.
Si tratta, come avrete letto dal titolo, di Rise of the Dungeon Master di David Kushner e Koren Shadmi, la biografia a fumetti di uno dei due papà di Dungeons and Dragons, ovvero il celebre Gary Gygax.
Da amante del gioco di ruolo più longevo di sempre non potevo certo esimermi dal leggere questa opera e soprattutto dal parlarvene, ma ho deciso di farlo in modo un po’ particolare, ovvero attraverso un articolo preliminare alla recensione vera e propria, che sarà online per l’uscita del fumetto in Italia (fissata al 20 di Novembre.)
E questo primo articolo è, come vedrete, anche molto personale.
Dato infatti che tra le mani ho la biografia del creatore del mio gioco preferito, che racconta come Gary Gygax abbia immaginato e dato vita e respiro al mondo che amiamo, non potevo che iniziare parlandovi proprio di come ho conosciuto Dungeons and Dragons, e come sono diventata la nerd che oggi avete davanti.
E dunque torniamo indietro al lontano 2008, quando il mio ragazzo mi ha messo per la prima volta in mano il prezioso manuale della 3.5 (che ancora possediamo e fa bella mostra di sé nella nostra libreria). Ebbene sì, sono una di quelle ragazze che vengono introdotte al gioco dal proprio fidanzato, ma devo ammetterlo: ne vado fiera.
D&d è stato amore a prima vista, nonché il primo gioco che ci abbia uniti in una passione comune. La me quindicenne di allora, infatti, è andata subito in visibilio per quella possibilità di rendere concreta la propria fantasia, e mi ricordo di aver passato i primi due mesi a leggere e rileggere il Manuale del Giocatore come una forsennata, in ogni luogo in cui mi trovassi (scuola compresa, credo di aver perso più di una spiegazione di italiano e storia in questo modo), cercando di carpire e memorizzare ogni regola, ogni dettaglio, per non sfigurare davanti al gruppo di giocatori navigati nel quale stavo per entrare.
E alla fine del 2008 (mi ricordo ancora, era dicembre e faceva un freddo cane nella casa dove ci eravamo riuniti), il mio primo personaggio ha ufficialmente preso vita, e da allora è stato amore per l’eternità.
Ricordo ancora con affetto quella prima campagna, che ha dato i natali al nickname che ancora mi porto dietro in ogni situazione. Impersonavo Ielenia Galanodel, una giovane e inesperta elfa stregona che vagava in un mondo che odiava parimenti elfi e stregoni (che fortuna, eh?), ma che aveva la fortuna di poter contare non solo sull’uomo che amava e che la accompagnava nelle sue disavventure, ma soprattutto su un gruppo di compagni variegati e scalcagnati, in grado però di regalare emozioni ineguagliabili.
Il nostro party di allora era il patchwork più buffo che si possa immaginare, composto oltre me da un ladro-duellante con la passione per le battute di cattivo gusto, un guerriero scozzese in cerca di riscatto per la sua famiglia, un chierico di St.Cuthbert taciturno ma fedele, uno stregone altrettanto perseguitato ma molto più loquace della sottoscritta, e un pelo turplupinatore, un ladro assolutamente assurdo capace di mettersi a derubare posate mentre il resto del gruppo quasi moriva sotto l’attacco di un’armata di non-morti, e un guerriero con una duplice personalità e un leggero problema di contenimento della rabbia.
La campagna è andata avanti putroppo per poco, un anno appena nel quale Ielenia ha raggiunto solo il terzo livello, ma conservo ancora nel cuore i ricordi di quei fine settimana chiusi in una stanza polverosa, spesso con una luce scarsissima (e in alcuni casi direttamente con le candele se saltava la luce), e coinvolti in un’avventura senza paragoni. Il nostro master di allora rimane tutt’ora il migliore con il quale mi sia mai capitato di giocare, capace di rendere reale e quasi tangibile ogni dettaglio del mondo da lui creato, e a distanza di dieci anni è il mio vero e proprio punto di riferimento, quando cerco di diventare una master migliore per il mio party.
Quella prima campagna è uno dei ricordi più preziosi che possiedo, il momento nel quale ho compreso che lì, attorno a quel tavolo e insieme a quelli che erano per me dei semi-sconosciuti, potevo essere me stessa in ogni sfumatura, in ogni difetto, senza dovermene vergognare mai.
Buffo, no? La prima volta che mi sono sentita libera di essere ciò che sono, è stato quando mi sono calata nei panni di un personaggio esterno, e gli ho dato vita.
Ma forse se giocate di ruolo non vi sorprenderà così tanto, e anche voi saprete che intorno a un tavolo tutto è possibile: possiamo essere chi vogliamo, compiere le scelte che vogliamo, e non c’è modo migliore di questo per comprendere chi realmente desideriamo diventare anche nella vita reale.
Come vi dicevo, da allora sono passati dieci anni, nei quali molte altre campagne si sono susseguite, alcune più durature altre lunghe il tempo di una nottata. Quegli sconosciuti di allora sono diventati degli amici, compagni di tante altre avventure, immaginarie e reali. E negli anni ho impersonato tanti volti e tante personalità, riconoscendo in ognuno la scintilla della me che oggi sono diventata.
Ed è innegabile quanto D&d e i giochi di ruolo in generale mi abbiano cambiata, in questo lasso di tempo.
A quindici anni ero una ragazzina timida, introversa, che amava chiudersi nella sua camera a leggere in solitudine e coltivava poche, sceltissime amicizie. L’impatto con un gruppo di sconosciuti in un primo momento è stato duro, e non vi nego che buona parte dei primi mesi ho fatto molta fatica a ruolare, a lasciarmi andare, senza vergogna né timore di essere giudicata. Poi però, pian piano le cose sono cambiate, il gruppo del mio ragazzo è diventato anche il mio gruppo, e io stessa sono cresciuta, diventando una giocatrice e una persona migliore; D&d mi ha aiutata a comprendere che potevo parlare, esprimermi, condividere ed essere me stessa, e ci sarebbe sempre stato qualcuni in grado di comprendermi, e accettarmi per quella che sono.
Ora, da più di tre anni ho l’onore e il privilegio di masterare la mia prima vera campagna, di creare mondi e situazioni sempre diverse per i miei compagni di avventure, e di poter esprimere la mia fantasia in ogni sfumatura. La timidezza è quasi del tutto svanita, sostituita da un entusiasmo e una sicurezza che non pensavo potessero appartenermi.
E ogni volta che ci penso, non posso che rammentare che se oggi sono qui, e sono quella che sono, lo devo anche a quel primo momento in cui ho stretto in mano il manuale, e ho capito di aver trovato un impareggiabile tesoro.
E dunque questo è il mio primo omaggio a Gary Gygax e alla sua creazione.
Il più personale, e per me anche il più importante.
La data di uscita ufficiale di Rise of the Dungeon Master è fissata per il 20 Novembre, ma se andrete a Lucca Comics potrete trovare il volume allo stand della NPE Edizioni.
Io ringrazio l’ufficio stampa per avermi fornito il materiale per questo ciclo di articoli, e vi lascio qui sotto qualche informazione aggiuntiva, nonché il nostro link da affiliate se voleste preordinare il volume.
Questa seconda uscita della collana dedicata all’artista statunitense Koren Shadmi racconta la storia di Gary Gygax, co-creatore di Dungeons & Dragons, uno dei giochi da tavolo più influenti mai realizzati. Scritto da David Kushner, che ha impostato lo stile della narrazione come quello del celebre gioco di ruolo, questo graphic novel proietta il lettore nell’avventura raccontandolo dalla prospettiva “in prima persona”, assumendo i ruoli dei diversi personaggi della trama. Gygax era figlio di immigrati cresciuti a Lake Geneva, nel Wisconsin, negli anni ’50. Un disadattato fantasioso, scappato in un mondo virtuale fatto di romanzi di fantascienza, storie militari e giochi di strategia. A metà degli anni ’70, co-creò, insieme a Dave Arneson, il famosissimo gioco Dungeons & Dragons, creandone le regole e inventando i classici dadi a 20 facce. Cominciando a lavorare a D&D nel seminterrato della sua casa, dovette presto lottare per tenere il passo con la domanda degli acquirenti interessati a comprare questo nuovo incredibile gioco…