“È il sogno a scegliere il sognatore, non il contrario…”
Vent’anni, un naso rotto da una fiaba e una vita intessuta di storie e forgiata dai sogni.
Lazlo Strange, fin dalla tenera età conosciuto a Zosma come Il Sognatore, è un ragazzo un po’ folle che ha fatto di un sogno la sua ragione di esistere, e della speranza di realizzarlo il motore di ogni singola azione. È la Città Invisibile il fulcro dei suoi desideri, una splendida e perduta località il cui nome è andato misteriosamente perduto quindici anni prima, e che tutti ora conoscono e chiamano Pianto. A Zosma, solo Lazlo crede ancora nell’esistenza di questa località avvolta nel fascino della storia, ma per lui i 200 anni che lo separano dalle ultime notizie su Pianto non sono nulla, paragonati alla quantità di documenti, racconti e leggende delle quali si è nutrito praticamente per tutta la sua esistenza.
Ogni brandello di conoscenza su Pianto è nelle sue mani, ogni più piccola sfumatura è stata raccolta e inserita nel sogno a occhi aperti che lo nutre fin da quando era solo un trovatello, in un monastero di monaci dalle mani pesanti e dalla ferrea disciplina morale.
E il suo sogno parrebbe destinato a rimanere tale, motivo di scherno più che di orgoglio, finché l’intera raccolta delle sue scoperte non gli viene requisita da Thyon Nero, il figlioccio della regina in persona, con il quale Strange ha un conto in sospeso e che fino a quel momento ha sempre vissuto ignorando apertamente e deliberante tutto ciò che Lazlo rappresentava.
Fino a quel momento appunto, perché pochi giorni dopo la requisizione dell’Opera Completa di Lazlo Strange, dalla Città Invisibile arriva niente meno che una carovana, guidata da Eril-Fane, conosciuto a Pianto come il Massacratore degli Dei. È la prima notizia da duecento anni che riesce a superare il deserto di Elmuthaleth e a giungere a Zosma, ed è la concretizzazione di tutti i sogni e le speranze che Lazlo ha coltivato nei suoi vent’anni di vita.
È proprio grazie a Eril-Fane, giunto da Pianto in cerca di studiosi che possano aiutare la città a risolvere un misterioso “problema”, che Lazlo ha l’opportunità di viaggiare alla volta del suo più grande desiderio, in un’avventura che oltre all’incanto promette scoperta, magia e soprattutto sogni, nella loro più pura ed emozionante delle forme.
Che Il Sognatore sia un piccolo gioiello appare chiaro fin dalle prime armoniose pagine, eppure ci vuole un po’ per cogliere appieno la sottile e affascinante melodia che Laini Taylor ha composto per questo romanzo. Le prime battute appaiono volutamente lente e morbide, e la storia sembra dispiegarsi adagio, in uno scorrere quasi naturale di giorni intessuti di ricerca e arricchiti di speranza. Finché la Città Invisibile in tutta la sua dolorosa bellezza invade la scena e a quel punto diventa quasi impossibile lasciar andare quel sogno, la cui colonna sonora stilla con prepotenza da ogni più piccola descrizione, da ogni più esile sospiro stilistico.
Il Sognatore è esso stesso un piccolo sogno, un ricamo intessuto con parole dolci e musicali, affascinante in ogni pagina, denso di mistero, rivelazione e antica e penetrante sofferenza.
Perché, se c’è una cosa che caratterizza la città di Pianto sin dal primo momento in cui i cinerei ed estasiati occhi di Lazlo vi si posano sopra, è un atavico e indelebile dolore, che sembra intrecciato a filo doppio con quella che il Massacratore degli Dei definisce “l’ombra dei tempi bui”. Un terrore antico e mai dimenticato, e un dolore che striscia in ogni pagina, penetrando nel cuore del lettore e tramutando l’entusiasmo in dolce malinconia. Eppure è anche l’occasione per comprendere realmente cos’è accaduto nell’esatto momento in cui dalla mente di Lazlo il prezioso nome della città è evaporato come per magia, sostituito da tutta l’amarezza che una parola come Pianto riesce ad evocare.
Laini Taylor gioca con i sentimenti, disegna con una tavolozza colorata d’incanto e nostalgia, e il sogno che evoca è tanto dolce e delicato da penetrare qualunque resistenza. Sapevo che avrei trovato un’opera unica e particolare prima ancora di cominciare Il Sognatore, le recensioni che erano arrivate sino a me lo rendevano certo, pregne com’erano di meraviglia e di entusiasmo. Ma anche così, non ero davvero pronta a vivere un viaggio come quello che ho vissuto.
Mai mi sarei aspettata di trovare antiche mitologie e religioni quasi dimenticate della nostra terra, fuse con il prodotto di una fantasia vivace e attraente, in un’armonica avventura che si muove tra sogno e realtà, sfumando i confini e rendendoli un tutt’uno elegante nel quale non si può non desiderare di vivere.
Mai avrei immaginato che il talento di un’autrice arrivasse a regalarmi ore di pura meraviglia, e un’empatia così forte e spontanea verso un protagonista come Il Sognatore e verso la misteriosa fanciulla che appare nei suoi sogni e li rende un reale e indicibile incanto.
Vivere tra le pagine de Il Sognatore è stato letteralmente vivere un dolce e malinconico sogno, che ho faticato a lasciar andare una volta concluso.
E sono lieta di aver avuto la possibilità di conoscere il frutto della fantasia di un’autrice che sembra nutrirsi anch’essa di sogni, e che ha l’incredibile capacità di renderli reali e vivi.
Non posso che ringraziare infinitamente la Fazi Editore per avermi dato la possibilità di vivere questo dolce sogno letterario.
Nell’attesa che esca il seguito, il mio invito per tutti voi che state leggendo è di dare una possibilità a questo primo volume. Com’era successo già per Fidanzati dell’Inverno e La figlia di Odino, leggere Il Sognatore mi ha trasmesso la sensazione di trovarmi davanti a uno dei fantasy che faranno la storia del genere.
È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un’esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell’oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un’ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l’opportunità di vivere un’avventura dalle premesse straordinarie.