Recensioni

La gentilezza infine prevarrà: Paradisi minori

Prima di parlarvi di questa raccolta di racconti devo fare due premesse. La prima è che mio nonno è il mio più grande spacciatore di titoli, dalla Barbery, passando per Richler e finendo con l’autrice di questa raccolta, Bergman, se è lui a darmi un consiglio letterario al 90% il libro entrerà di forza tra i miei preferiti, come minimo per il genere a cui appartiene; la seconda è che io non amo le raccolte di racconti, anzi in genere proprio non le sopporto e sono rarissime quelle che sono riuscita a portare a conclusione.

Quindi, quando lo scorso mese mio nonno mi ha caldamente consigliato questa raccolta, sono rimasta completamente spiazzata. Se una persona che sa benissimo che io non vado matta per i racconti mi propone con tanta forza una raccolta deve esserci qualcosa dietro.
Non avevo ancora idea che stavo andando incontro ad uno dei libri più belli di tutto il 2017.

A questo punto, prima di entrare nel dettaglio del libro, vorrei dire un’ultima cosa. Ci sono testi bellissimi che perdono tantissimo durante la traduzione, in alcuni casi dal punto di vista sintattico-grammaticale, in altri dal punto di vista emotivo. Questo perché il lavoro del traduttore non è solo quello di decodificare le parole dello scrittore in maniera asettica, ma anche quello di riuscire a trasmettere, attraverso la struttura della frase, le stesse emozioni e lo stesso pathos dell’autore originale. In questo caso la traduttrice, Gioia Guerzoni, ha fatto un lavoro veramente eccezionale. Per quanto io non abbia letto l’opera in lingua originale mi viene davvero difficile pensare che ci sarebbero potute essere delle parole migliori rispetto a quelle usate dalla traduttrice per immergersi negli ambienti creati da Megan M. Bergman.

Dopo tutto questo preambolo arrivo finalmente a parlarvi del libro.

Per quanto i 12 racconti abbiano personaggi e storie completamente differenti tra loro, sono tutti uniti da un filo rosso che lega il lettore ad un percorso di riflessione dalla prima parola del primo racconto, sino all’ultima dell’ultimo.
Quello che all’inizio potrebbe sembrare un semplice confronto o accostamento tra istinto animale e razionalità umana, si tramuta con l’andare dei racconti in un rapporto molto più intimo e profondo che lega l’essere umano alla sua stessa essenza più istintiva. Viene difficile non ripensare alla propria esperienza personale mentre si conoscono i protagonisti di queste storie: c’è chi saremmo potuti essere, chi assomiglia ad un nostro parente, c’è chi magari siamo stati in un periodo della nostra vita, ma anche chi siamo oggi. Se pensate che con i racconti sia più semplice leggere in maniera spezzata, esattamente come ho sempre interpretato io racconti, in questo caso fate un errore. Il legame che unisce queste storie è troppo forte per poter essere spezzato, il rapporto con il testo va ben oltre i singoli racconti e i singoli personaggi.

Un raro esemplare di Blabla cerca di mantenere il proprio possesso sul libro

Non credo di essere capace di mettere nero su bianco tutti i sentimenti che quest’opera mi ha trasmesso, motivo per il quale sicuramente a breve troverete anche un video con protagonista quest’opera sul canale youtube, credo che l’oralità possa trasmettere meglio ciò che voglio dire. Ora comunque provo a spiegarmi al meglio per riuscire a trasmettervi ciò che questo libro ha trasmesso a me.

Ognuno di questi racconti ha una propria forza intrinseca che porta il lettore ad una riflessione sull’importanza dei legami e la stessa complessità della vita viene esplicitata dalle molteplici esperienze che viviamo procedendo con i racconti, esperienze realistiche di vita quotidiana facilmente associabili alla nostra stessa realtà. Ogni storia esprime una relazione: appena nata, ormai giunta al termine, o magari all’apice della forza. Queste relazioni si manifestano tra umani, ma anche tra umani ed animali mettendo in luce il bisogno di legami sociali di cui le persone hanno bisogno. A questo si lega un rapporto uomo/animale che da forza al concetto per il quale il bisogno di socialità è legato alla parte istintiva dell’uomo e non a quella razionale, per questo motivo tutti hanno bisogno di avere qualcuno al proprio fianco. Non fa differenza se poi questo qualcuno è un lemure in via d’estinzione, una banda di animali con molteplici problemi di salute, un familiare o un amico: l’importante è avere qualcuno con cui poter intessere una relazione di cura, rispetto e amore.

Venendo dalla lettura di Vita Liquida, il saggio di Z. Bauman che mette in luce il forte ideale individualistico che la società impone per le sue logiche di mercato, questo libro è uno spiraglio di luce verso ciò che di più bello l’uomo può costruire: i legami affettivi. Che siamo amore genitoriale, romantico o di amicizia, ognuno di questi racconti ci mette davanti il fatto che nessuno si salva da solo e abbiamo sempre bisogno di qualcuno con cui combattere le assurdità della vita e per farlo dobbiamo prenderci carico anche dei problemi altrui, perché solo aiutando l’altro poi potremmo a nostra volta essere aiutati.

Mi è sembrato che gli ultimi tre racconti chiudessero le fila di questo percorso di riflessione gettando le basi per ulteriori legami tra la razionalità umana e il bisogno istintivo animale. Si parla di maternità, sicurezza e sacrificio e dell’importanza che riveste una singola vita affettivamente rilevante rispetto a milioni di altre vite di esseri viventi sconosciuti.
È impossibile restare impassibili davanti a tutta questa umanità.

Vorrei concludere con una citazione, una citazione su Vonnegut che mi gira in testa da quando ho concluso il libro

«L’amore può fallire, ma la gentilezza infine prevarrà».

Questa frase è stata definita da Vonnegut come il nucleo di tutte le sue opere e secondo me è perfetta anche per descrivere questa raccolta.


Trama:
I racconti di Megan Mayhew Bergman parlano di uomini e donne alle prese con le grandi scelte e i piccoli dilemmi di ogni giorno. La ricerca d’identità dei personaggi, il loro dibattersi per costrui­re relazioni d’amore solide e profonde si specchiano negli animali che abitano le loro vite. Protagonisti di Paradisi mi­nori sono proprio gli animali – animali veri, amati o temuti, selvaggi o addo­mesticati. La nostalgia e il rimpianto di una donna si incarnano in un pappagal­lo che custodisce la voce della madre scomparsa; l’amore di una figlia per il padre raggiunge il culmine nella vana ricerca di un picchio in via d’estinzione; e l’istinto materno si esprime nella cura di un piccolo lemure invece che di una figlia ormai lontana.
Dai boschi del Vermont alle paludi del­la Florida, Megan Mayhew Bergman posa il suo sguardo gentile e pieno di compassione sul mondo e sulle sue creature, e racconta delle trappole di solitudine e dolore in cui cadiamo tut­ti, ma anche della folle ricerca d’amore che muove i fili delle nostre esistenze.
(dall’aletta anteriore del libro)

Casa editrice: NN Editore
Costo: €18,00
Genere: Raccolta di racconti
Titolo Originale: Birds of Lesser Paradise
Traduzione: Gioia Guerzoni

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.