Costo: €18,50
Genere: Horror
Titolo Originale: Himmelstrand
Traduzione: Alessandro Bassini
Cercherò di essere il più vaga possibile perché qualunque cosa io possa dire su questo romanzo potrebbe essere interpretata come uno spoiler. Questo perché è proprio l’incertezza nei confronti di qualunque cosa ad essere alla base di tutto e non voglio essere io a darvi un appiglio per mantenere salda la vostra sanità mentale, cercate di rimanere legati al filo che parte nella prima pagina, se non volete ritrovarvi nel nulla anche voi.
Sino ad ora avevo solo letto opere di Lindqvist che avevano come argomento principale le classiche creature notturne della letteratura horror (vampiri e non morti per l’esattezza), avrei voluto continuare questo filone ma trovare opere di questo autore è sempre un terno al Lotto, potrei prenderli da internet, ma ho un rapporto strano con questo autore. Il piacere della lettura inizia già dalla scoperta di un suo titolo nascosto tra i best seller dell’ultimo momento, è come se fosse lui a trovare me… insomma, follie da lettrice compulsiva!
Come sempre l’autore non gira intorno alle questioni e le problematiche sono dirette e senza fronzoli, in questo caso sin dalle prime righe siamo a conoscenza di ciò che turba la quotidianità di quattro famiglie: durante la notte si sono ritrovate con macchine e roulotte in mezzo al nulla assoluto, c’è un prato, ma non ci sono altre piante, il cielo ma senza sole o nuvole.
“Ciò che si dà per scontato è ciò di cui si sente maggiormente la nostalgia quando scompare. Ecco il motivo dell’angoscia.”
Cosa fare in una situazione in cui sembra non ci sia assolutamente niente da fare?
Il problema non è la vacanza che si è trasformata in un incubo, il problema è che non c’è assolutamente niente da fare per poter cambiare la situazione, non sembra esserci una causa o un motivo scatenante del tutto, semplicemente non c’è niente. Si potrebbe rimanere confinati per un giorno come per sempre. Che fare?
Il volume si suddivide in tre macro capitoli, al cui interno si alternano le descrizioni e i punti di vista di coloro che sono stati trasportati nel nulla assoluto: l’esterno, l’interno e l'altrove. Ma niente in questi capitoli ha senso se non si tiene sempre presente ciò che c’è scritto nella pagina che da inizio al romanzo. È lei che fa da filo conduttore e che permette di rimanere legati al senso di tutto ciò che accade.
“Il difetto è una variabile che sfugge al calcolo e che ci porta a compiere gesta eroiche o azioni assolutamente deprecabili”
Cosa sareste disposti a fare per salvare chi amate? Uccidere, morire, scappare… sono tutte scelte valide, ma se non portano a niente? Se foste voi la causa per cui la vostra famiglia è in pericolo? E se invece fosse un membro della vostra famiglia la causa di tutto?
Se non esistesse più niente esisterebbe ancora qualcosa per cui valga la pena vivere?
Non aspettatevi risposte all’interno di queste pagine, ma mettete in conto che queste sono solo alcune di quelle che vi verranno in mente e turbineranno nel vostro cervello, martelleranno in cerca di una risposta che non può essere data.
Magari queste domande toccano nervi scoperti, un passato che si vuole dimenticare e si pensa non tornerà più. Vergogna, disgusto, paura. Sono solo sopiti nell'inconscio e aspettano il momento migliore per tornare a torturare la nostra mente. Si può scappare da tutto, ma mai da noi stessi e dalle ripercussioni delle nostre azioni.
Cos’è l’amore? Un legame di sangue o un legame di cuore?
Tra queste pagine troviamo una molteplice gamma di sentimenti ed emozioni, sia negativi che positivi, che si manifestano in tutta la loro forza. Veniamo trasportati nel passato dei personaggi, alla scoperta di ogni loro più piccolo segreto che possa motivare una situazione simile. Ma il passato non si può cambiare e allora, nei momenti in cui niente più dipende da noi, forse è meglio crogiolarsi nei ricordi degli attimi perfetti piuttosto che in quelli di cui ci vergogniamo di più, un ultimo istante di felicità, come poter abbracciare quei pupazzi a cui siamo tanto legati prima che il dolore ci sommerga.
Ogni attimo vale una vita quando sai che sarà l’ultimo che vivrai.
Lindqvist è riuscito a sconvolgermi. Di nuovo. Ogni volta penso di essere preparata ed ogni volta riesce ad andare oltre. Probabilmente perché le sue opere non si limitano a scandagliare l’orrore, ma tirano fuori ciò che ognuno di noi teme di più: la vergogna, la perdita, il fallimento, il passato immutabile e il futuro incerto. La perfezione non è di questa terra, quindi ci sarà sempre uno spiraglio, anche minimo, in cui le sue parole faranno breccia.
Trama:
Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Intorno ai villeggianti increduli – dieci persone, un cane e un gatto – c'è solo una landa desolata, ricoperta da un prato perfettamente rasato e sovrastata da un cielo blu e senza sole, così uniforme da apparire artificiale. Ogni contatto con la realtà è interrotto. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. Musica pop a ripetizione, Abba in testa. Com'è possibile che queste persone siano finite lì con le loro roulotte? Sono state spostate oppure è la realtà a essere svanita? In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza.
(dall'aletta anteriore del libro)