Recensioni

Libri sui libri – Storia delle mie storie di Bianca Pitzorno

Casa editrice: Il saggiatore
Costo: Non disponibile
Genere: Saggio


Prima recensione sul blog dell’anno e si inizia a parlare anche qui di “Libri sui libri”. Dico anche qui perché ho già registrato il video su Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino quindi per me questa è la seconda recensione di questa nuova rubrica, ma ovviamente per voi è la prima.
Beh, non mi dispiace per niente aprire ufficialmente questa rubrica con quest’opera. Italo Calvino è uno tra i miei scrittori preferiti, ma in quella cerchia ristretta rientra anche lei, Bianca Pitzorno. Prima, insieme a Dahl, ad accompagnarmi nel mondo della lettura come puro piacere ed oggi a guidarmi nel portare avanti il mio lavoro. Insomma, quando si parla di passi importanti che riguardano la lettura lei è sempre al mio fianco.

Chi è Bianca Pitzorno e perché dovrebbe importarci la storia delle sue storie?
Bianca Pitzorno è una tra le più grandi scrittrici per l’infanzia (dal mio punto di vista LA più grande, ma so che questo è un parere soggettivo), è nata nel 1942 a Sassari e da sempre ha dimostrato una grande passione per le storie, come possiamo intuire anche dal suo romanzo Ascolta il mio cuore, in cui la storia, per quanto ovviamente modificata e romanzata, richiama strettamente la sua infanzia, come anche lei ci racconta nel saggio di cui vi voglio parlare oggi.

Il volume si divide in quattro parti principali:

  • L’oggetto del discorso, è un preambolo su cosa sia la letteratura per ragazzi, cosa voleva dire scrivere per i più giovani in passato e cosa vuol dire farlo oggi. Nei confronti della qualità delle opere per i più giovani ci sono tantissimi pregiudizi, sopratutto perché è nata principalmente come strumento educativo, romanzi e fiabe erano elaborati appositamente per insegnare qualcosa, oggi la questione è cambiata e ci sono autori e critici che si rendono conto che la letteratura per ragazzi (la buona letteratura per ragazzi) non ha niente in meno rispetto a quella degli adulti. Ovviamente ci sono ancora oggi libri scritti solo ed esclusivamente con un fine educativo, libri che vengono proposti a scuola, libri che DEVONO essere letti. Sono quelli che Bianca descrive come “libri che piacciono tanto agli adulti, e poco ai piccoli che devono leggerli”. Una prova del fatto che letteratura per ragazzi e per adulti ha un confine molto labile sono i libri di Stephen King, autore citato anche in questo saggio, ma Neil Gaiman e Zusak non sono da meno (si, non mi smetterò mai di ripetere che Storia di una ladra di libri fa parte della letteratura per ragazzi anche se a voi sembra “troppo bello per far parte di quella categoria”). Mi rendo conto che uno dei motivi per i quali ho apprezzato questa parte del saggio (così come quelle successive in realtà) è che Bianca riesce a spiegare in maniera perfetta quello che io penso della letteratura per ragazzi ma ovviamente usando uno stile e delle parole che io non riuscirei mai e poi mai a mettere insieme. Mi è sembrato di trovarmi nuovamente tra le pagine di Come un romanzo e probabilmente il filo conduttore è lo stesso. Questione su cui riflettere visto che nonostante venga ripetuto più e più volte il concetto dell’inutilità di libri finti ed educativamente indirizzati il concetto non sia ancora arrivato a tutti coloro che se ne dovrebbero occupare.
  • Da lettrice bambina a scrittrice per bambini, questa parte è quella maggiormente autobiografica. Infatti, prima di arrivare all’ultimo punto principale in cui è lo scrittore al centro del dialogo, Bianca ci parla un po’ di come lei è cresciuta e di come è nato il suo amore per la letteratura per ragazzi. Per parlarci di sé come scrittrice ha usato un metodo che ho apprezzato particolarmente, ha infatti suddiviso ulteriormente questa parte in tre sotto paragrafi: il primo dedicato all’ascoltare, come tutti i bambini (più fortunati purtroppo) è stata circondata da storie anche prima di essere in grado di leggere, storie raccontate dai grandi su di lei che la riguardavano in prima persona o semplicemente favole e fiabe; da questa passione per l’ascolto è nata la sua passione per la lettura, in questa seconda parte si torna a prendere in considerazione il fatto che non tutti i libri sono uguali, ci sono quelli proposti perché così si impara a diventare “bravi bambini”, ma ci sono anche quelli proposti perché “libri per ragazzine”, che a quanto pare sono completamente diversi dai libri per ragazzi (di questo argomento ne ho parlato anche nell’articolo Libri per bambini e libri per bambine), si torna a parlare in maniera più specifica del tipo di linguaggio e di stile ed ogni punto preso in considerazione mi ha fatto riflettere su quanto certe cose siano ovvie per un lettore adulto, eppure ancora difficilmente applicabili ai più piccoli, come se anche chi si occupa dell’ambito abbia muri e filo spinato da abbattere dentro la propria testa senza neanche saperlo; questo percorso porta finalmente alla parte dedicata alla scrittura, di come lei abbia iniziato a scrivere sin da giovane (nelle agende proprio come Prisca) e di come poi si sia bloccata ma sia rimasta sempre nell’ambito della narrazione ed infine sia tornata dal suo primo amore.
    Come ho già detto, in questa parte spicca la componente autobiografica, ma non per questo ci si allontana dalla trattazione sulla letteratura, ogni elemento che ci racconta della sua vita viene usato per spiegare cosa vuol dire letteratura per ragazzi, perché è importante e perché è importante la qualità di queste opere.
  • Lo scrittore per ragazzi e i suoi lettori, anche in questo caso ovviamente non manca la parte autobiografica, ma ci si concentra maggiormente sulla figura dello scrittore per l’infanzia. Figura ancora oggi troppo spesso bistrattata e sottovalutata, figura che spesso per avere “successo” deve rispondere più alle richieste degli adulti che a quelle dei bambini. Andiamo in contro a molti quesiti che circondano anche il mondo dello scrittore come personaggio, come si dovrebbe comportare? Cosa gli viene richiesto? Parte questa estremamente interessante perché ha portato alla luce delle situazioni che io non avendo ancora interagito con quest’ambito non avrei neanche mai immaginato. Che temi dovrebbero essere trattati e che temi dovrebbero restare tabù? Che differenze ci sono tra la scrittura per adulti e quella per bambini?
  • Dodici temi controversi, eccoci arrivati all’ultima parte e personalmente credo che sia anche la più interessante. Anche in questo caso ho riscontrato diverse analogie con Pennac, che chiude il suo saggio con i 10 diritti del lettore. I temi trattati sono: illustrazioni, linguaggio e stile, mamme, fiabe & favole, messaggio morale, personaggi magnanimi e valori etici, nomi, romanzi in serie, problem books, riduzioni, romanzo storico e incontro con l’autore. Ora, se devo parlarvi in maniera specifica di ogni parte questo articolo non finisce più, quindi vi citerò una frase che a sua volta Bianca cita dall’opera L’arte del romanzo di Kundera
    «Il romanziere non deve dire al suo lettore: “Tu hai la testa confusa ma adesso arrivo io a spiegarti chiaramente e una volta per tutte come stanno le cose”. Compito del romanziere è al contrario quello di dire: “Mio caro, le cose sono più complicate di quanto tu non pensi”».
    Credo che il significato di questa frase possa tranquillamente spiegare ognuno dei passi precedenti, perché tutti si basano sull’idea di un’infanzia da proteggere e da tenere nella bambagia sino a quando non avrà “gli strumenti adatti”. Viene da chiedersi quando mai avrà gli strumenti adatti se non gli si permette di svilupparli!

È stata una lettura estremamente interessante, è stato bello constatare che i miei pensieri sono condivisi anche da una persona che per me vale davvero tanto. Così come capire il punto di vista di chi sta dall’altro lato della barricata, di chi scrive e vuole farsi leggere.
Una lettura che vi consiglio caldamente, sia se siete amanti della letteratura per ragazzi ma anche (anzi, forse sopratutto) se non la reputate una letteratura di valore. Perché questo saggio può farvi porre delle domande sulla vostra modalità di interpretare questo tipo di letteratura, che magari non si basa sulle opere reali ma su un vostro pregiudizio (che è anche un pregiudizio comune) al riguardo. Che poi alcune opere che rientrano in questo ambito non valgono nulla (sopratutto se si parla di young adult) sono la prima a dirlo, ma sfido anche chiunque di voi a dirmi che non ha mai trovato brutto o scadente un libro per adulti!

Se siete giunti sino a qui nella lettura vi faccio davvero i miei più sinceri complimenti. Mi rendo conto di aver scritto molto ma purtroppo (o per fortuna) non ho idea di come funzioni la capacità di sintesi quando si parla di argomenti che mi coinvolgono così tanto. Spero comunque che questo articolo vi sia interessato. Come vi ho anticipato all’inizio il prossimo “Libro sui libri” sarà Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino che troverete più o meno a metà mese sul canale di Chiacchiere Letterarie.


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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.