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Recensione: "L'estate dei morti viventi" di J. A. Lindqvist

Casa editrice: Marsilio
Costo:€ 17,50
Genere: Horror
Titolo Originale:Hanteringen av odöda
Traduzione:Giorgio Puleo



Sono abbastanza sicura di avervi già parlato della mia passione per Lasciami entrare, prima opera di questo autore, sicuramente più famosa, e che io amo tantissimo.
Lasciami entrare è un romanzo che parla di vampiri, vampiri “veri” però. Ossia quelli che appartengono alla migliore tradizione popolare e letteraria perfettamente inseriti in un contesto contemporaneo. A tutto questo si aggiunge molto sottilmente l’argomento del bullismo e del disagio giovanile, mantenuto però solo come cornice del quadro, in maniera tale da esaltarne il soggetto principale ma senza la pretesa di diventare esso stesso il protagonista.
Praticamente ogni cosa in questo romanzo mi era piaciuta, dalla presenza di una figura soprannaturale che fa parte del mondo della notte all’argomento-cornice che fa riflettere e da ulteriore spessore alla trama.
Ho poi scoperto che tutti i libri di Lindqvist mantengono la tematica horror e hanno come protagonisti creature della notte. La mia curiosità nei confronti di questo autore è ovviamente salita alle stelle, ma purtroppo solo ora, dopo veramente tantissimo tempo, sono riuscita a procurarmi un altro suo titolo.

L’estate dei morti viventi, come penso si intuisca dal titolo parla di zombie… anzi no, parla proprio di mostri viventi. Queste creature infatti non corrispondono alla descrizione di quelle figure non morte che possiamo trovare in film e libri apocalittici, come L’alba dei morti viventi o Resident Evil, figure infette alla costante ricerca di cibo.
I morti viventi hanno un corpo che è tornato a funzionare a causa di quella che sembra una tempesta elettromagnetica, non è un evento globale ma riguarda solo Stoccolma, non riguarda tutti i morti ma solo quelli che avevano ancora connessioni attivabili e non riguarda i morti successivi all’evento della tempesta. Un evento possibile anche se non spiegabile ovviamente nel contesto del sovrannaturale. Si spera.

Il libro è scritto in terza persona è prende in considerazione il punto di vista di diversi personaggi, ognuno che vive l’evento da un punto di vista differente.
I personaggi sono David, che ha perso la moglie in un incidente proprio il giorno della tempesta, si vede la moglie tornare in vita davanti ai suoi occhi e gli viene difficile riuscire a pensare di averla persa per sempre e dover riuscire ad andare avanti da solo con suo figlio, Magnus; Flora, che insieme a sua nonna Elvy ha dei poteri sensitivi, poteri che vengono acuiti dalla presenza dei morti viventi, le due vivranno in maniera diversa il ritorno di Tore, marito di Elvy e nonno di Flora, morto poche settimane prima; infine Mahler, ex giornalista che ha perso il nipote di appena sette anni un mese prima, convinto sostenitore del fatto che i morti viventi debbano avere la possibilità di tornare a vivere con la loro famiglia.
Queste vite si troveranno spesso ad avere problemi simili, alcune volte si incontreranno anche, ma resteranno sempre sui loro binari e ogni storia si evolve in maniera diversa, perché tutti gli eventi dipendono sempre dalle scelte individuali e le scelte sono strettamente connesse al diverso vissuto di ognuno di loro.

I morti viventi che si risvegliano, come già detto, sono solo quelli che hanno ancora abbastanza connessioni neurali, questo però non vuol dire che per loro la decomposizione non valga, nel libro sono molte le descrizioni dei corpi che ormai stavano marcendo, a causa delle condizioni in cui si trovavano o del semplice tempo che passa. Queste descrizioni hanno un forte risalto, sopratutto quando si parla di Elias, nipote di Mahler. È infatti questo bambino di 7 anni ad essere nelle condizioni peggiori tra i morti viventi che ci vengono descritti, più di una volta leggere delle sue condizioni e del fetore che si porta dietro mi ha fatto venire i conati di vomito, nonostante questo il nonno e la madre non possono fare a meno di stargli accanto e prendersi cura di lui, sopratutto quando si rendono conto che dentro quel corpo che marcisce potrebbe davvero esserci qualcosa del bambino che hanno perso, l’unico desiderio è cercare di poter invertire la morte.
Certo, sotto questo punto di vista il libro non è certo adatto se si è deboli di stomaco, ma si parla pur sempre di morti viventi e ho apprezzato veramente molto l’aver reso il corpo umano in maniera così realistica.

Oltre ai punti di vista di questi tre personaggi coinvolti in prima persona ogni tanto l’autore inserisce articoli di giornale, cronologie governative, interviste ad esperti e così via. Inserendo un giro di informazioni che permette di avere un occhio di riferimento esterno sull’intera vicenda e potendo così valutare la situazione anche senza il coinvolgimento emotivo dei parenti.

I morti viventi non sono violenti, però riflettono i comportamenti con i quali vengono trattati, inoltre il loro corpo non è abbastanza forte da contenere il loro spirito vitale e la loro attività cerebrale più forte del normale, questo fa si che quando le persone si trovano vicino a loro siano capaci di leggere nel pensiero degli altri viventi e nel caso di un forte coinvolgimento con il morto anche i suoi.
Questa parte, così come quella che fa entrare in gioco la morte sono quelle che mi hanno resa più dubbiosa, perché hanno allontanato le vicende dalla quotidianità e della normalità dei vissuti, questo per lo meno sino a quando non mi sono ricordata che la vicenda in sé era soprannaturale, conseguentemente l’introduzione di persone capaci di percepire sentimenti e pensieri altrui o sentire la presenza della morte è effettivamente il meno in quanto ad impossibilità degli eventi!

Credo di essermi dilungata veramente tantissimo parlandovi di questo romanzo e avrei ancora mille cose di cui parlarvi, ma preferisco evitare perché tanto non so neanche in quanti siete arrivati a leggere sino a qui. Citerò solo la cornice che, anche in questo romanzo come in Lasciami entrare, esalta e arricchisce gli eventi rendendoli ancora più importanti, così come importante diventa comprenderli e capirli.
I morti viventi non sono solo esseri che mettono in luce il ruolo della morte e tutto ciò che gira intorno agli affetti e cosa si è disposti a fare per essi, ma hanno anche il ruolo di diversi. I morti viventi sono gli estranei, sono l’Altro da noi. Sono Altro e sono Specchio, percepiscono le nostre emozioni e si comportano allo stesso modo, la paura si trasforma in diffidenza e la rabbia in violenza. In un escalation di azioni che non può certo portare ad un lieto fine.

Come già detto avrei ancora molte cose di cui parlarvi ma preferisco fermarmi qui, se avete letto questo libro fatemelo sapere, sarei felice di iniziare una discussione sul forum perché è uno di quei libri che ti lasciano dentro talmente tante cose che difficilmente si riesce a comprenderle tutte senza un confronto. Forse avrei fatto meglio a farne una videorecensione, probabilmente sarei riuscita ad esprimermi meglio, vedremo più avanti se troverò il tempo.
Lettura sicuramente straconsigliata se però non siete facilmente impressionabili dalle descrizioni di corpi in decomposizione e non siete inclini agli incubi!

Trama:
Stoccolma è sull'orlo del caos. Dopo un'ondata di caldo torrido, in città si è creato un campo elettrico di grande intensità. Le lampade non si spengono, gli apparecchi elettrici non si fermano, i motori continuano a girare. Poi si scatena un'emicrania collettiva. Si diffonde la notizia che negli obitori i morti si stanno risvegliando. C'è un giornalista, il cui nipote è appena stato seppellito, che si chiede se anche i morti sotto terra stiano riaprendo gli occhi. E un'anziana signora, in attesa del funerale del marito, che sente bussare alla porta in piena notte. E ancora, un uomo disperato che prega Dio di riportare in vita la moglie. Ma poi quando i morti tornano, cosa vogliono? Quello che vogliono tutti: tornare a casa. E riaverli con sé, non è esattamente come ci si aspettava.


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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.