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Recensione: "Il bambino magico" di Maria Paola Colombo


Casa Editrice: Mondadori
Costo: €18,50
Dove acquistarlo:IBS


In questo periodo sto preparando un esame che ha come argomento anche l'immigrazione, è un argomento che mi interessa molto, quindi ho accolto molto volentieri la possibilità di leggere questo romanzo.
All'inizio mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, non so per quale motivo, forse a causa della trama o del titolo (lo so che non ha senso, il mio cervello lavora in modo strano) credevo di trovarmi davanti ad un libro per ragazzi, ma ho cambiato idea dalle prime pagine visto che non ho trovato adatto il linguaggio e le tematiche (non in generare dell'immigrazione, ma i temi specifici trattati in questo libro) per un pubblico troppo giovane.
Il mio incontro con il libro non è stato quindi dei più semplici, ci ho messo un po' a riorganizzare le mie idee sul libro, una volta ingranata la lettura non mi sono più staccata dal libro per tutta la prima parte. Il romanzo infatti è diviso oltre che in capitoli anche in parti, tre in tutto, la prima che comprende i primi anni in Africa; la seconda racconta la permanenza in Italia; la terza che narra… il poi, non voglio, come sempre, fare spoiler di nessun tipo.

La prima parte è stata quella che narrativamente ho preferito. Facciamo la conoscenza con i tre protagonisti: Moussa, è uno "zeruzeru" termine con cui si definisce un bambino albino, è più piccolo e più debole rispetto agli altri, ma con una forza spirituale fuori dal comune; Gora, fratello di Moussa, i due vivono sempre insieme perché Gora ha giurato al padre che avrebbe sempre difeso il fratellino; e Miriam, loro amica e compagna d'avventura. Ho amato i due fratelli dalle prime pagine, sia singolarmente per la loro personalità che in coppia, per il loro rapporto così sincero e di vero supporto. Al contrario non ho mai sopportato Miriam, non sono però riuscita a capire esattamente per quale motivo (per questo se qualcuno di voi ha letto il libro mi farebbe piacere saperlo, in questi casi uno scambio di opinioni mi è sempre utile).
La crescita dei personaggi è veloce, ma gli avvenimenti importanti vengono narrati in maniera molto dettagliata con uno stile che personalmente ho adorato. La prosa di questo romanzo infatti è talmente ben legata agli eventi che racconta che cambia al cambiare dell'emozione che viene narrata, ci sono momenti di calma e tranquillità narrati da paragrafi lunghi e articolati, con descrizioni e particolari mentre momenti d'azione o ansiogeni narrati con frasi brevi e concise che sottolineano e amplificano il sentimento che l'evento vuole trasmettere. Credo che verrebbe la pena leggere questo libro anche solo per conoscere questo stile di scrittura.

La seconda parte è quella che ho apprezzato meno. È ambientata in Italia, luogo in cui i protagonisti si ritrovano per diversi motivi.
Se nella prima parte è avvenuta principalmente la crescita fisica dei personaggi in questa seconda parte seguiremo la loro crescita spirituale.
Gli eventi fanno sicuramente riflettere molto su ciò che può accadere quando si decide di intraprendere un viaggio lungo e difficile affidando la propria vita a persone che vedono nell'Altro solo un mezzo per fare soldi, ma non solo, gli aiuti per scappare da situazioni di violenza arrivano dalle persone più impensate e salvare l'altro, in un modo o nell'altro, porta a salvare anche se stessi.
Rispetto alla prima è molto più lenta e cruda, due caratteristiche che prese da sole non mi dispiacciono se si parla di argomenti importanti, ma insieme hanno reso la lettura molto pesante, inoltre entrano in campo anche altri personaggi con i loro relativi problemi, tutto questo ha resto davvero molto lenta la lettura di questa seconda parte.

La terza parte però mi ha fatto riappacificare completamente con il romanzo. È un finale che ho apprezzato molto, il some years leater in generale è una caratteristica che mi piace trovare nei romanzi, sopratutto in quelli così complessi, perché da la possibilità di avere un ultimo sguardo d'insieme alla storia dopo che è passato un po' di tempo da quello che è successo.

La storia, in finale, risulta molto coinvolgente ed emozionante, come detto in precedenza la scrittura è particolarmente attenta al cambiare delle situazioni, si comporta come il sottofondo musicale di un film che ti accompagna nella vicenda dandoti anche il giusto stato d'animo.

Un consiglio: Se andate in libreria prendetelo in mano, andate alle ultime pagine e leggete i ringraziamenti, ci vuole un minuto a farlo, ma sono sicura che capirete perché ne vale veramente la pena.

Trama:
Questa storia inizia in una notte africana, sotto l'albero delle parole. Qui, dove di giorno gli uomini del villaggio si raccolgono per ragionare, nel buio crepitante di lampi un bambino di cinque anni stringe al petto un fagotto. Il bambino si chiama Gora, è figlio di Ibrahima Diop il lottatore e, tra le braccia, regge un neonato con la pelle bianca come il latte di capra. È uno zeruzeru: un africano albino. Una sventura. Un bambino magico. Ma per Gora è soltanto Moussa, suo fratello. Il villaggio di Marindo-Ta, una manciata di capanne e campi di arachidi nel cuore della savana, custodisce il segreto del figlio bianco. Tra le lezioni alla scuola coranica e le scorribande al vecchio recinto, Gora e Moussa crescono inseparabili: un bambino nero e la sua ombra bianca. Ai loro giochi selvaggi si unisce Miriam, che preferisce le corse sfrenate alle bambole di stracci. È testarda, disobbediente e visionaria. Miriam è il primo amore, vissuto con la convinzione assoluta dei bambini, accompagnato dalla promessa folle dell'indissolubilità: insieme, noi tre, sempre. Miriam è il desiderio che spinge a infrangere i divieti, che allarga l'orizzonte delle avventure, oltre il perimetro del villaggio, oltre il confine dell'Africa e dell'infanzia. Fino all'Europa, all'Italia, alle strade di una Milano distratta, dove, ventenni, approdano come migranti, stranieri, ultimi tra gli ultimi. Nel loro sguardo si specchia un'Italia sognata come l'El Dorado che si svela nelle sue contraddizioni, ostilità, solitudini, ma che è anche capace di gesti inattesi di immaginazione e generosità. Con voce limpida e ispirata, Maria Paola Colombo attinge alla potenza del mito e all'incanto della fiaba per raccontarci una vicenda attualissima. E ci conduce nel cuore meraviglioso e combattuto di ogni uomo in cammino verso la felicità: lì, dove siamo fragili e diversi, lì è la fonte segreta del nostro più grande potere.

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.