Recensioni

Cercare di appassionare alla lettura con il metodo Bignami?

"Distillati al cuore del romanzo"

Stiamo davvero cercando di far appassionare alla lettura con il metodo Bignami?
Ma studiare dal Bignami ci appassionava all’argomento di studio oppure serviva solo per dare una facciata di conoscenze che permetteva (e non sempre) di arrivare alla sufficienza e poi abbandonare tutto? Personalmente credo siano davvero pochi quelli che dopo aver studiato qualcosa dai riassunti poi tornavano a cercarlo con un materiale più ampio e completo, al massimo era possibile il contrario.
Non voglio essere quella che vede nero ovunque ed in genere faccio di tutto per trovare il buono dalle nuove idee per promuovere la lettura tra i non lettori, ma questa è un’idea che proprio non riesco a comprendere. Cercherò di mettere in ordine i motivi per i quali quest’idea proprio non mi scende giù.

Facendo un riassunto (o distillato che dir si voglia) di un libro è come se si stesse dicendo al non lettore che leggere è qualcosa che SI DEVE fare, come se fosse un compito scolastico da dover portare a termine a tutti i costi. Ma la lettura non è questo e non deve essere questo. La lettura deve essere uno svago piacevole e volontario, non stiamo parlando con persone che devono imparare una lezione scolastica, ma persone che scelgono di impegnare il proprio tempo libero in un modo invece che in un altro. Anche perché, noi lettori in primis dovremmo toglierci dalla testa il fatto che leggere renda persone migliori, questo non è vero, non sempre per lo meno. Altrimenti non ci ritroveremo i gruppi di lettura pieni di persone saccenti e giudicanti chiunque osi leggere qualcosa che loro non leggerebbero mai.

Se pensiamo che il problema della lettura sia la lunghezza basta promuovere libri previ sotto le 200/250 pagine. Esistono, sono molti e anche molto belli e piacevoli, oppure raccolte di racconti, anche in questo caso ne esistono per tutti i gusti. In ogni caso sono libri completi che permettono al lettore di selezionare le parti più o meno importanti a seconda dei suoi gusti, senza dare un pacchetto preconfezionato di conoscenze. Questo è tanto più importante quando si pensa che la lettura dà anche la possibilità di scegliere cosa è più importante per noi sviluppando le capacità critiche. La lettura è infatti un’azione attiva, che mette in relazione autore-libro-lettore, in questo caso diventa solo qualcosa di passivo. Prendere conoscenze che altri hanno identificato come importanti per noi per poi…cosa? Poter dire di aver letto un libro anche quando questo non è vero?

Leggere non è e non deve essere questione di tempo, non è importante se un libro si legge in un giorno o in tre mesi, l’importante è la qualità di quello che contiene. Per qualità non intendo ovviamente che debbano essere solo libri altamente culturali, come ho già detto prima la lettura deve essere un passatempo e dei libri leggeri possono tranquillamente essere qualitativamente elevati. Leggere un libro non è guardare un film, non è una cosa che si riduce ad una giornata. Si hanno disponibili solo cinque minuti al giorno? Bene, si leggono due pagine al giorno. Non è una corsa a chi finisce primo è qualcosa che si fa per se stessi (e credo che non smetterò mai di dirlo).
Ma leggere è diventato una moda ormai e nelle mode non è la qualità a farla da padrone ma l’apparenza.

Tra l'altro se davvero la quantià di pagine è la sola causa della non lettura sono ben felice di stilare una lista di libri dei diversi generi sotto le 250 pagine!
Se poi in tutto questo qualcuno vede qualche lato positivo fatemelo sapere, perché a me sembra solo un altro segno della decadenza della cultura. Non leggere posso capirlo, ma far finta di leggere no.

Valentina on FacebookValentina on InstagramValentina on Wordpress
Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.