Recensioni

Alfabeto Letterario: P

Un libro per ogni lettera dell'alfabeto.Ogni giovedì vi parlerò di un libro che mi ha particolarmente colpito, nel bene o nel male, il cui titolo inizi con la lettera della settimana.

"Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino"
di Carlo "Collodi" Lorenzini

Ecco un'altra lettera che mi ha creato non pochi problemi. Sinceramente non avrei mai immaginato di trovare nella mia libreria così pochi titoli che iniziavano con la lettera "P", inizialmente volevo parlarvi di "Pragmatica della comunicazione umana", un testo interessantissimo studiato per l'università, ma ho avuto l'impressione che non molti di voi fossero interessati (ovviamente se così non fosse scrivetelo nei commenti e sarò più che felice di parlarvi un po' di quest'opera che mi ha davvero entusiasmato).


« C'era una volta…
– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno. »

Fare una recensione di "Pinocchio" mi sembra però un po' banale quindi, invece che parlarvi dell'opera in sè ho deciso di parlarvi di tante curiosità che circondano il romanzo. Pinocchio è infatti un testo molto particolare per l'epoca.
Pinocchio appare per la prima volta nel 1881 come racconto a puntate nella rivista settimanale collegata al giornale "Il Fanfulla". Mentre la versione definitiva del romanzo completo verrà pubblicata nel 1883. Quello che però forse in pochi sanno è che in realtà Collodi voleva terminare il romanzo di Pinocchio al 15° capitolo, quale? Quello in cui il burattino muore impiccato ad un albero. Fu solo il malumore dei lettori e le pressanti richieste dell'editore a spingere l'autore alla continuazione del romanzo facendolo diventare un vero e proprio romanzo di formazione.
Un romanzo che però resta nettamente diverso dai romanzi di formazione in voga al tempo, molto più simili al celebre "Cuore" di De Amicis, pubblicato nel 1886. Il personaggio di Pinocchio infatti resta comunque un ribelle, anche quando decide di tornare dal papà Geppetto, forse un segno che Collodi non aveva nessuna intenzione di appoggiare la morale educativa dell'epoca. Ovviamente questa è solo una mia interpretazione, non ho studiato abbastanza profondamente l'autore per poterne parlare in maniera approfondita.


Tantissimi sono stati gli illustratori celebri di questa fiaba, il primo fra tutti, per l'edizione definitiva del romanzo, è stato Enrico Mazzanti ma un'edizione molto bella e particolare è stata illustrata da Jacovitti (o forse sono io che essendo una sua fan l'ho trovata spettacolare, ma va beh, è veramente bella). Molte sono anche le rivisitazioni, come per esempio "Occhiopin. Nel paese dei bei occhi" di Negrin Fabian in cui Pinocchio è emigrato. Non vive più in un piccolo paese della Toscana. Come milioni di altri bambini, abita nell'hinterland di una grande città. Case, una uguale all'altra. Persone, una uguale all'altra. Abitudini, una uguale all'altra. Il burattino non è lui, ma tutti quelli che gli stanno attorno. Una versione che tra l'altro consiglio caldamente, molto bella e interessante.
Inoltre Pinocchio è stato trasportato in tutte le forme artistiche e d'intrattenimento possibili, dedicati a lui troviamo cartoni, opere teatrali, film e non per ultime graphic novel. Tra queste ultime quella che probabilmente risalta di più è quella scritta dal fumettista Francesco "Ausonia" Ciampi e si intotola "Pinocchio – La storia di un bambino". In quest'opera Pinocchio è un pupazzo di carne fatto da un macellaio in un mondo di marionette, l'opera risulta parecchio creepy e probabilmente non è adatta agli stomachi meno forti.

Un caso molto particolare è la rivisitazione fatta da Tolsoj Il caso Tolstoj. Nel 1936 scrisse una versione di Pinocchio in Russo che si intotolava "La piccola chiave d'oro o Le avventure di Burattino". Nonostante la storia parta nella stessa maniera del Pinocchio di Collodi dopo l'incontro con Mangiafuoco (il burattinaio) la trama continua in maniera completamente diversa. Il libro di Tolstoj è stato tradotto con il titolo "Il compagno Pinocchio". Da quest'opera sono stati tratti anche due film di animazione: "Zolotoj kljuchik" (La chiave d'oro, 1939), regia di Aleksandr Ptushko e "Prikljuchenija Buratino" (Le avventure di Burattino, 1959) di Ivan Ivanov-Vano.

Personalmente il primo Pinocchio che ho conosciuto è stato quello Disney, cartone che adoravo e guardavo spesso e volentieri più volte al giorno, quando poi sono stata più grande mi è passata di mano una versione che i miei nonni avevano regalato a mia madre, con le illustrazioni originali e la copertina morbidosa che ancora porto con me ovunque oltre ad una versione illustrata dalle immagini del film di Luigi Comencini (1971). Ed infine mi sono potuta gustare la già soprannominata edizione illustrata da Jacovitti.

E voi come avete conosciuto Pinocchio? Vi è piaciuto?
Spero che il post vi sia interessato, l'alfabeto letterario torna la prossima settimana con la lettera Q e questa volta so esattamente di quale libro parlarvi 😉

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Valentina
Lettrice onnivora, educatrice, mamma.
Dei libri amo la capacità di mostrare la complessità del mondo che ci circonda, forse per questo tra i miei generi preferiti rientrano fantascienza, fantapolitica, fiabe tradizionali e saggistica.