7 settembre 2005 – Primo trimestre
Ah, sì, eccola! St Oswald appare all’orizzonte, la migliore metafora dell’eternità mai vista, come succede nei romanzi di avventura per ragazzi – uno di quelli di Jules Verne, forse, con l’isola misteriosa avvistata all’improvviso. O uno di Rider Haggard, in cui sinistri indigeni si nascondono e stanno in agguato alle porte della Città Proibita. Dalla strada si vede la torre campanaria, la torretta aguzza che non ha mai ospitato una campana ed è un covo di piccioni – e, in tempi recenti, di topi. E, dietro, la lunga spina dorsale del corridoio di mezzo, con la luce che si riflette sulle colonnine delle finestre a bifora, la facciata illuminata della cappella, il rosone che proietta un fugace bagliore sul viale di tigli.
A distanza di undici anni dal primo volume, Joanne Harris ci riporta a St Oswald, esattamente un anno dopo i fatti accaduti ne La Scuola dei desideri. La classe dei misteri è, in un certo qual senso un sequel, anche se totalmente slegato nella trama dal precedente: restano i personaggi principali, il fantastico Roy Straitley per primo, e ovviamente la storia coinvolge il college maschile di St Oswald, vero protagonista di entrambi i romanzi.
Un nuovo anno ha dunque inizio all’apertura de La classe dei misteri, o per la precisione due; seguiamo infatti due vicende in parallelo, proprio come nel romanzo precedente: la prima si sviluppa appunto un anno dopo la chiusura de La scuola dei desideri, nel 2005, mentre la seconda ha luogo nel 1981 e ha lo scopo di svelare a poco a poco i fatti che sembrano riemergere quasi per caso nel presente.
Il nostro insegnante ultraottantenne Roy, dopo aver salvato St Oswald da una terribile catastrofe solo un anno prima (a cui sia io, sia il romanzo faremo riferimento sempre in termini vaghi, cosa che permetterà di leggere le due storie tranquillamente in ordine inverso), si trova ora, alle soglie di un nuovo promettente anno, a far fronte ad una spietata modernizzazione del college e soprattutto dei suoi insegnanti, lui per primo. Già come insegnante di latino Roy non trasuda innovazione, ma per di più il nostro attempato insegnante è ancora legato fermamente ai vecchi metodi di insegnamento, che comprendevano rigida disciplina ma al contempo un rapporto stretto e familiare con i suoi studenti. Immaginate dunque la sorpresa quando si vede ammonire per aver rimproverato apertamente uno studente, o quando capisce di essere entrato nel mirino del team di perfezionamento di un’immagine futuristica di St Oswald.
Occupato ad adeguarsi all’introduzione dei computer (strumenti demoniaci poco utili a chi è abituato ai rapporti umani) e alla messa in discussione dei suoi metodi di insegnamento, Roy pare non accorgesi in un primo momento che qualcosa anche quest’anno cerca di minare la stabilità della scuola, o almeno pare percepirlo senza dargli il giusto peso. Quando però alcuni elementi di quel funesto 1981 inizieranno a tornare a galla, non ci metterà molto a ricollegare le piste e a lanciarsi in un investigazione degna del miglior Sherlock Holmes, per una nuova partita a scacchi in cui è cambiato l’avversario ma non l’intento: lo scacco matto alla scuola.
Con lo stesso spirito schiettamente britannico, Joanne Harris crea un nuovo magistrale thriller, seguito solo ideale del precedente; una nuova partita a scacchi come già vi accennavo, una sfida tutta mentale tra un figurativo Sherlock Holmes ed un nuovo Moriarty, forse solo di un pizzico meno spietato e geniale del precedente. Poca azione quindi e molta riflessione, che comunque riesce a catturare in maniera quasi magnetica l’attenzione del lettore, dibattuto tra il bisogno di scoprire l’artefice del nuovo malefico piano, e un sentimento di frustrazione ed impotenza per l’avanzata della modernità, condiviso con il vecchio Roy e i suoi colleghi più anziani.
Tra le pieghe delle pagine emergono molte riflessioni, spesso profonde e controverse, su temi attuali e dibattuti come l’omosessualità, la visione delle scuole private, la distinzione sociale e soprattutto il ruolo dell’insegnante, sempre più messo da parte e schiacciato dal vortice di norme di comportamento e dettami pensati per proteggere gli studenti ma che in realtà spesso non fanno che peggiorare l’insegnamento stesso. Non mancano ovviamente i colpi di scena e le rivelazioni inaspettate, anche se forse non tanto sorprendenti quanto quella de La scuola dei desideri, che ancora trovo geniale ed imprevedibile.
Brillante lo stile della Harris, che riesce a gestire con abilità le due linee temporali e a mantenere alta la tensione su entrambe, rivelando con il giusto ritmo al lettore solo ciò che permette di creare congetture ed ipotesi, fino ad un finale in crescendo che si svolge tutto in una notte, la stessa fatidica notte a distanza di un anno del precedente volume. Una lettura che consiglio soprattutto se siete appassionati di quella vena di humor tutta britannica, che riesce ad emergere anche dalle situazioni all’apparenza più tese e cupe.
Io come sempre ringrazio la casa editrice, la Garzanti, per avermi permesso di leggere questo romanzo, e da buona amante di Joanne Harris non posso non rinnovare il suggerimento di recuperare uno qualunque dei suoi romanzi, capaci tutti di sorprendere e conquistare.
I lunghi corridoi dalle finestre a bifora sono illuminati dalla fredda luce del sole d’autunno. Sta per cominciare un nuovo anno scolastico a St Oswald, un prestigioso collegio per soli ragazzi nel Nord dell’Inghilterra. E, come ogni anno, i professori si ritrovano per la riunione inaugurale del corpo insegnante. Ma stavolta l’anziano Roy Straitley, docente di lettere classiche, si rende conto che il clima è ben diverso dal solito. Durante l’anno precedente, molti eventi inquietanti hanno minato la serenità e il buon nome della scuola. Ecco perché, per contrastare la crisi, è stato scelto un nuovo Rettore. Ed è proprio questa scelta a lasciare l’anziano professore spiacevolmente stupito: a guidare la scuola sarà Johnny Harrington, una sua vecchia conoscenza. Un suo ex studente legato a una brutta storia. Tutta la scuola ne è affascinata, ma Straitley non si fida. C’è qualcosa in lui che gli sfugge. E man mano che la nuova gestione si afferma a St Oswald, il passato ritorna senza pietà con le sue violenze nascoste. Solo il professore è in grado di fermare tutto questo. Ma quando si avvicina alla verità, Straitley capisce di dover compiere una scelta. Fare giustizia o salvare la scuola a cui ha dedicato la sua intera vita?
Dopo il grande successo di La scuola dei desideri, Joanne Harris ci riporta tra i corridoi popolati di segreti di St Oswald. L’acclamata autrice di Chocolat, che vanta un milioni di lettori in Italia ed è tradotta in 50 paesi, con impareggiabile maestria tratteggia un luogo dove niente è come sembra e dove in ogni angolo si nasconde un pericolo. Dove anche il tuo migliore amico può trasformarsi nel tuo peggiore incubo. Un romanzo sorprendente, capace di esplorare i nostri istinti più oscuri.