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Recensione I Medici di Matteo Strukul


Ormai le storie sulla famiglia dei Medici di Firenze abbondano, in libreria come in televisione; tra saggi, serie tv, film e romanzi dedicati, abbiamo potuto esplorare la storia di Lorenzo il Magnifico e della sua dinastia da molte prospettive diverse, ognuna ricca magari di nuovi dettagli, ma che tutte insieme hanno contribuito a delineare un quadro abbastanza conosciuto e noto del personaggio e della sua storia.
È per questo che all'inizio ero abbastanza dubbiosa sulla lettura di questo romanzo: non ero sicura di trovare nuovi spunti e sguardi innovativi, e non mi ci sono avvicinata finché non ho letto per caso la trama e scoperto che in questo romanzo ad essere protagonista indiscusso non era Il Magnifico ma suo nonno, il capostipite dei Medici, Cosimo. Ammetto che questo dettaglio mi ha ispirata molto, soprattutto perché della figura di Cosimo conosco ben poco, solo ciò che emerge dalla storia raccontata quando si ripercorrono le vicende della vita del nipote. È soprattutto per questo motivo che alla fine ho deciso di lasciarmi tentare da questa storia e, grazie alla Newton Compton che mi ha fatto avere il romanzo, mi sono immersa nella storia di Cosimo e dei suoi nemici.

Di Matteo Strukul avevo già sentito parlare in termini molto lusinghieri per il suo precedente romanzo I cavalieri del nord, quindi mi sono approcciata alla sua narrazione con grandi aspettative, soprattutto sul lato stilistico; purtroppo però qui è sorto il primo vero problema con questo romanzo, ciò che in parte ha anche influito in negativo sulla piacevolezza della lettura. Strukul ha infatti optato per una narrazione alquanto elaborata, mirata a rievocare un linguaggio aulico e arcaico: il risultato però è stato più quello di una scrittura molto rugginosa, poco fluida, appesantita da ghirigori e giochi di parole che, personalmente avrei preferito non trovare.
Il fatto di non essermi ritrovata nella scrittura ha ovviamente influito sul modo in cui ho letto il romanzo: purtroppo mi sono trovata ad interrompere e spezzare spesso il flusso della narrazione, appesantita proprio dallo stile; l'effetto più negativo di questa scarsa comunione tra me e lo stile dell'autore è stato che non sono riuscita a godere della storia e del susseguirsi degli avvenimenti come avrei desiderato. Per quanto infatti la trama in sé possa essere interessante e particolareggiata, non sono riuscita a lasciarmi trasportare come avrei voluto, e tutta la lettura si è ridotta ad un osservare gli avvenimenti dall'alto, senza sentirmici mai immersa.

I personaggi hanno in parte peggiorato questa condizione di scarso coinvolgimento: Cosimo per primo, ma con lui anche Lorenzo, Laura e i vari comprimari, sono risultati fin troppo discosti, poco esplorati ed investigati: comunicano poco, e quel poco che trasmettono non è comunque sufficiente per suscitare comprensione ed emozione nel lettore che ne segue le gesta; ammetto di essere una di quelle lettrici che ha bisogno di rivedersi in parte nei personaggi, di partecipare con loro alle difficoltà e alle prove che si trovano davanti. Con Cosimo è stato praticamente impossibile, non sono riuscita a calarmi nei suoi pensieri, ad interpretarne e prevederne le mosse, ad empatizzare con lui.
Usando una metafora, direi che la sensazione può essere descritta come se avessi osservato un piccolo mondo separato attraverso un vetro spesso, leggermente opaco, che mi impediva di distinguere bene i contorni delle cose, di stabilire un contatto con il mondo sotto la superficie vetrosa. Cosimo e i suoi si muovevano sotto questo vetro e io vedevo le loro mosse, ma queste erano sempre troppo lontane e separate da me perché potessero colpire più di quanto farebbero tra le pagine di un libro di storia.

Spero di essere riuscita a trasmettervi almeno in parte le mie impressioni su questa lettura; purtroppo, come mi capita spesso, le recensioni non esattamente positive sono sempre le più difficile da scrivere, perché richiedono maggiore obbiettività e un'attenzione più critica al dettaglio. Mi auguro comunque di essere riuscita nel mio scopo, e di avervi dato un'idea di cosa sia stata questa lettura per me.
Si tratta del primo volume di una trilogia, i cui prossimi volumi seguiranno le vicende di Lorenzo e di Caterina de Medici; ancora non so se continuerò questa lettura ma in caso affermativo, spero di trovare maggiore affinità con i personaggi, e magari di riuscire a venire più a patti con lo stile di Matteo Strukul.
Io come sempre ringrazio la Newton Compton per questo invio e vi lascio qui sotto il link da affiliate di Amazon se siete interessati a provare questa lettura e volete al tempo stesso supportare il nostro piccolo blog.
Ci vediamo ad una prossima lettura!


“Firenze, 1429. Alla morte del patriarca Giovanni de’ Medici, i figli Cosimo e Lorenzo si trovano a capo di un autentico impero finanziario, ma, al tempo stesso, accerchiati da nemici giurati come Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi, esponenti delle più potenti famiglie fiorentine. In modo intelligente e spregiudicato i due fratelli conquistano il potere politico, bilanciando uno spietato senso degli affari con l’amore per l’arte e la cultura. Mentre i lavori per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore procedono sotto la direzione di Filippo Brunelleschi, gli avversari di sempre continuano a tessere le loro trame. Fra loro c’è anche una donna d’infinita bellezza, ma dal fascino maledetto, capace di ghermire il cuore di un uomo. Nell'arco di quattro anni, dopo essere sfuggito a una serie di cospirazioni, alla peste e alla guerra contro Lucca, Cosimo finirà in prigione, rischiando la condanna a morte. Fra omicidi, tradimenti e giochi di palazzo, questo romanzo narra la saga della famiglia più potente del Rinascimento, l’inizio della sua ascesa alla Signoria fiorentina, in una ridda di intrighi e colpi di scena che vedono come protagonisti capitani di ventura senza scrupoli, fatali avvelenatrici, mercenari svizzeri sanguinari…”

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.