Fantasy e Fantascienza, Recensioni

Recensione: La fuga di Logan di W.F Nolan e G.C Johnson

In quest’ultimo periodo mi sto trovando spessissimo a prestare e ricevere in prestito libri e fumetti da amici, gli stessi con i quali da circa due annetti sta andando avanti una campagna di Dungeons and Dragons, una delle più lunghe che mi siano capitate, e forse delle più soddisfacenti.

Uno dei van

taggi maggiori di aver trovato un gruppo di amici con il quale condividere i gusti, è proprio la possibilità di scoprire cose nuove, che siano letture, videogiochi o film e il romanzo di cui voglio parlarvi oggi fa proprio parte di queste recenti scoperte.

 

Come saprete se seguite il blog da un po’, non posso certo dirmi un’esperta di fantascienza e sono veramente pochissime le recensioni uscite sul blog di questo genere; la verità è che dopo la lettura dei cicli di Asimov, avevo perso un po’ l’abitudine ad esplorare questo genere, presa forse dalla passione per il fantasy, che è sempre stata molto più forte. Ultimamente, proprio grazie al gruppo suddetto, mi sono trovata a riscoprire questo genere e l’ultima lettura terminata in questa settimana, ovvero La fuga di Logan, è considerata uno dei pilastri della fantascienza anni 60-80.

Il romanzo, scritto a quattro mani da William Franics Nolan e George Clayton Johnson nel 1967, è ambientato in una Terra del XXII secolo in cui vige una legge mondiale, condivisa da tutti gli stati esistenti: ogni persona che nasca sulla Terra è marchiata con un crista

llo inserito sul palmo della mano destra, capace di segnare l’età del proprietario cambiando colore ogni sette anni. All’età di 21 anni, 

quando il cristallo vira per l’ultima volta al colore nero, tutti gli esseri umani devono consegnarsi spontaneamente al Lungo Sonno, ovvero alla dolce morte, lasciando così il pianeta e la società sempre nelle mani dei più giovani. Questo rigido controllo della vita è stato deliberato nel 2116, quando l’umanità ha raggiunto una massa critica non più gestibile con le risorse disponibili sul pianeta. Per far si che tutti rispettino questa legge esiste un corpo speciale, gli Agenti del Sonno, incaricato di inseguire e terminare ogni possibile disertore. Nel momento attuale della narrazione, tra gli Agenti del Sonno troviamo anche Logan-3, fedele sostenitore delle politiche di controllo e ormai prossimo al compimento dei 21 anni, traguardo che vede con rassegnazione e cieca ubbidienza. Almeno finché non si trova in contatto con alcuni disertori molto organizzati, che sembrano decisi a fuggire definitivamente dalle imposizioni della società e a rifugiarsi in un leggendario luogo chiamato Santuario. Inizia così per Logan una caccia-fuga, un viaggio incredibile attraverso lo strano mondo in cui si è trasformata la terra e soprattutto attraverso se stesso e tutti i suoi preconcetti.

Come potete notare già dalla trama, ci troviamo davanti ad un perfetto caso di romanzo fantascientifico dal duplice scopo: da un lato, il romanzo di Nolan e Johnson si prefigge di intrattenere il lettore proponendogli un’avventura dai ritmi serratissimi, che fa sfoggio di guizzi di fantasia magistrali capaci di stupire e lasciare con il fiato sospeso. Dall’altro lato, su un piano parallelo al tema avventuroso, si sviluppa il lato più profondo e riflessivo, un’analisi attenta e lucida della società e dei suoi problemi, adatta e descriverla nel 1960 ma perfettamente adeguata anche per raccontare quella attuale (o per meglio dire, quella futura per i due autori).
Sotto lo strato di incredibili battaglie e fughe rocambolesche, i due autori ci parlano di controllo delle nascite, di eugenetica, degli effetti distruttivi che l’uomo ha sul pianeta e di come le sue azioni influenzino poi in modo devastante soprattutto se stesso.
La fuga di Logan è a mio avviso un perfetto esempio di come la letteratura cosiddetta “di genere”, possa nascondere molto sotto il primo velo di intrattenimento e anzi, sintetizza a mio avviso il modo migliore per trattare temi profondi e difficili, rendendoli semplici e di facile assunzione. Oltre allo scopo più didattico e critico comunque, il romanzo in sé è una piacevolissima storia di avventura che si snoda tra ambienti sempre diversi e stupefacenti, mettendo in gioco culture bizzarre e caratteristiche sempre diverse ed attraenti.

Unica pecca che ho trovato riguarda una dei protagonisti: accanto infatti a Logan-3, coraggioso, forte, risoluto e al tempo stesso
dubbioso e in via di cambiamento, quindi un personaggio completo e ben costruito, troviamo una co-protagonista, Jessica-6 piuttosto piatta e spesso fastidiosa, la tipica donna-compagna dei film anni 60, che segue ciecamente l’eroe e ha il solo compito di esaltarne l’eroismo infilandosi in tutte le situazioni più pericolose e assurde che trova lungo il cammino. Un vero peccato perché, a mio avviso, una protagonista più sfaccettata e meglio costruita avrebbe aggiunto a questo romanzo un tocco in più, che mi avrebbe permesso di apprezzarlo al cento per cento. Nonostante questo dettaglio comunque La fuga di Logan è stato una lettura entusiasmante e riflessiva, avventurosa e profonda, che non posso non consigliarvi assolutamente di provare!


Il libro purtroppo è fuori produzione da qualche anno, quindi non si trova nei grandi store online di libri; però è sempre possibile recuperarlo usato, quindi nel caso foste interessati a leggerlo potreste provare a cercarlo su ebay, comprovendolibri, bookmooch e simili, nonché ovviamente in biblioteca, dove sicuramente troverete qualche copia disponibile per il prestito.

Dal romanzo sono stati tratti:
– Un film omonimo, uscito nel 1976 e diretto da Michael Anderson.
– Una serie tv della MGM Production in 14 episodi uscita tra il 1977 e il 1978.
– Due serie a fumetti, la prima di 7 numeri pubblicata dalla Marvel nel 1976-1977 e la seconda degli anni 80 prodotta dalla Malibu Graphics.

Tutte e quattro questi prodotti sono reperibili online sia su ebay che su siti simili in cui si venda usato.

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.