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Recensione: I segreti della casa sul lago di Kate Morton



“La pioggia era fitta, adesso, e l’orlo del suo vestito era bagnato e sporco di fango. Dopo avrebbe dovuto nasconderlo; nessuno doveva sapere che era uscita.
Per un immeritato colpo di fortuna le nuvole coprivano la luna, e lei camminò nella notte profonda e nera il più velocemente possibile. Era già venuta a scavare la buca, ma aveva aspettato che facesse buio per finire il lavoro. La pioggia punteggiava la superficie del torrente ricco di trote, e tamburellava inesorabile sulla sponda terrosa. Qualche animaletto si spaventò e corse via, tra le felci, ma lei continuò senza nemmeno un sussulto. Da una vita scorrazzava in quei boschi, e conosceva la strada a memoria.”

Inizia così il nuovo romanzo di Kate Morton, I segreti della casa sul lago; chi si è già precipitato in libreria l'altro ieri alla sua uscita, ora tra le mani avrà questo volume dalla copertina incantevole e custode di una storia magica ed incantata. Io ho la mia copia accanto mentre provo a trascrivere su “carta” le impressioni e le sensazioni intense che questo romanzo mi ha trasmesso; forse la mia difficoltà a parlarvene dipende dal fatto che ho avuto l'immensa fortuna di conoscere l'autrice, di sentirla parlare personalmente delle sua opera, in modo talmente profondo ed emozionante da temere di non rendere abbastanza giustizia al suo lavoro. O forse si può trovare la causa nel vortice di emozioni in cui sono precipitata con questa lettura, un groviglio talmente fitto da rendermi difficile riordinarle.
Posso provare iniziando a dirvi che anche questa volta l'autrice sceglie di narrarci una storia che scorre su più fili paralleli, frammenti di vite in epoche diverse, destinate inevitabilmente ad incontrarsi ed influenzarsi; scenario principale di questi fili è una villa dalle tinte quasi fiabesche, immersa in un giardino incantato nella Cornovaglia, dal nome quasi magico, Loeanneth, in gaelico “La casa sul lago”.
Loeanneth è di proprietà della famiglia Edevane, che l'ha resa il suo rifugio sicuro, la sua casa incantata e felice. Nel 1933 però, epoca in cui si apre il romanzo, un tragico evento ha colpito gli Edevane, causando la loro fuga dalla villa e dalla Cornovaglia: il loro figlio più piccolo, Theo, è sparito nel nulla e tutte le ricerche si sono rivelate vane, precipitando la famiglia nella tragedia. La villa all'epoca è stata abbandonata e così è rimasta fino al 2003, quando Sadie Sparrow, giovane detective in licenza forzata, la ritrova in mezzo al bosco ed incuriosita dalla sua storia decide di risolvere quella misteriosa tragedia che l'ha vista protagonista. Da questo punto in poi vediamo la storia dipanarsi e svolgersi davanti ai nostri occhi in più trame, ognuna portatrice di rivelazioni e frammenti di vita non solo di Sadie, ma soprattutto dei membri della famiglia Edevane, prime fra tutti Eleanor, erede della villa e madre di Theo, ed Alice una delle sue figlie, con la forte passione per la scrittura e divenuta nel 2003 una famosissima scrittrice di romanzi gialli.

Non è semplice inquadrare questo romanzo in un unico genere poiché si tratta di un abilissimo intreccio di generi e storie differenti, ognuno supportato e arricchito dagli altri: da un lato abbiamo il mistero dietro la scomparso di Theo e le indagine che Sadie compie a distanza di 70 anni su quello che è a tutti gli effetti un Cold Case; dall'altro l'autrice si concentra sulle vite dei singoli personaggi, ne racconta i risvolti, le passioni, le emozioni, i tormenti; grazie a questa seconda parte siamo in grado di costruirci un'immagine vivida e pulsante di ognuno di loro, di sentirli vicini, di comprendere i loro pensieri e i loro gesti e di calarci in modo perfetto nelle situazioni che vivono. A tratti abbiamo l'impressione di stringere tra le mani un giallo dei più classici, in cui la scoperta di ogni nuovo indizio porta con sé la curiosità di sapere di più, di arrivare a spiegare il grande mistero che via via si delinea davanti a noi; a volte però l'autrice si sofferma più a lungo su un'emozione, su un pensiero di un personaggio, spingendoci a desiderare di conoscere ogni sensazione che questo prova, ogni suo tormento, ogni sofferenza. L'armonia tra questi elementi è il tratto distintivo di questa autrice, così capace di accompagnare il lettore alla scoperta di personaggi che non possono che sembrargli reali nei loro sentimenti e soprattutto nelle loro azioni.
Lo stile stesso che Kate Morton adotta è studiato per accompagnare questi elementi, per racchiuderli e decorarli: le parole infatti scorrono dolcemente, avvolgono la scena, catturano gli occhi del lettore senza distrarlo dalla scena che stanno narrando: non attirano in modo eccessivo l'attenzione, decorano senza sostituirsi al messaggio che portano; l'effetto è quello di uno scorrere fluido di emozioni che toccano il lettore e lo avvolgono, raccontandogli la storia di luoghi magici ed incantati persi nel tempo e nella memoria.

I segreti della casa sul lago è riuscito a scavarsi un posticino speciale nel mio cuore, come c'è riuscita la sua autrice; è una lettura che non posso che consigliarvi caldamente quando avete bisogno di perdervi totalmente tra le pagine, di sognare con i personaggi, di provare gioia, amore, paura, dolore insieme a loro in modo profondo e totalizzante. È una lettura da fare in un bellissimo pomeriggio primaverile, immersi nel verde e nella natura, per vivere in modo ancora più intenso la Cornovaglia e la sua magia.
Spero di avervi stuzzicato abbastanza da spingervi a provare questo romanzo e soprattutto spero sia in grado di farsi amare come ha fatto con me.


Un sincero ringraziamento va alla casa editrice, la Sperling&Kupfer per avermi regalato una delle giornate più speciali della mia vita, per avermi dato la possibilità di parlare con Kate Morton e soprattutto di farvela conoscere, e per avermi regalato una copia di questo romanzo.
Se desiderate vedere l'intervista la potete trovare sul nostro canale youtube, o potete aprirla direttamente dal link qui sotto (disponibile nei prossimi giorni).

Buona lettura e buona visione a tutti ^^

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.