Cari Chiacchieroni, oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho potuto leggere in anteprima grazie alla Corbaccio editore e che mi ha attirato tanto soprattutto per la sua presentazione: la casa editrice infatti ci ha rivelato che l’identità dell’autore di questo romanzo rimane nascosta per sua scelta, per far si che il romanzo trovi i lettori senza filtri né spinte ulteriori. Ammetto che la cosa mi ha incuriosita al punto da accettare di leggere questo romanzo quasi a scatola chiusa e ora, dopo averlo finito, posso dire con certezza di aver fatto bene a seguire l’istinto.
Il prigioniero della notte si presenta all’apparenza come un thriller molto sui binari, in cui un detective e una profiler si trovano ad inseguire le tracce di un serial killer feroce e inarrestabile; in realtà però, già dopo le prime pagine la storia deriva da questo percorso ovvio, per tuffarsi e addentrarsi nelle pieghe della mente umana e nei suoi affascinanti segreti. Il lettore si trova catapultato nelle menti dei vari personaggi, soprattutto dei due protagonisti, e scava tra le pagine fino alle loro anime, mettendone a nudo ogni mistero. È quindi veramente difficile intuire come la storia si svilupperà e si è spesso colti alla sprovvista con risvolti di trama e rivelazioni inaspettate.
L’autore sceglie di mettere al centro dell’attenzione l’analisi psicologica, l’investigazione dei processi mentali, le motivazioni prima dei fatti che si svolgono, la persona prima dell’azione. Il percorso all’interno del romanzo è per lo più un percorso mentale, che non segue quindi un ordine temporale e spaziale logico, ma salta continuamente ricordando l’inafferrabilità del pensiero.
Lo stile si adatta alla perfezione a questa scelta narrativa: due punti di vista differenti, una prima persona per la profiler, e una terza per il detective, contribuiscono a creare la sensazione di spaesamento e al tempo stesso di analisi interiore, mentre il ritmo segue questa ricerca personale, accelerando e decelerando in sincronia con i cambiamenti, soprattutto interni. In più, la scelta di utilizzare frasi brevi, spesso troncate, sincopate, aumenta la sensazione di corsa contro il tempo, di lotta reale ma soprattutto mentale.
Salta all’occhio l’intento dell’autore di focalizzarsi sugli effetti del passato sulla formazione della persona, sul suo agire futuro e sul suo modo di pensare; entrambi i personaggi infatti hanno vissuto eventi che li hanno segnati, e subiscono le ripercussioni di questi ogni giorno.
L’effetto di tutti questi elementi sul lettore è evidente fin da subito: è difficile staccarsi da questo romanzo volontariamente, difficile scegliere di non continuare questa discesa sempre più profonda nelle pieghe della mente umana. Una volta penetrati tra i vari strati di questa storia, le sensazioni e le emozioni dei personaggi ci si attaccano addosso, diventano nostre, e ci ritroviamo nella necessità di giungere all’ultima pagina, per rimettere ordine nei loro pensieri, e anche nei nostri.
Il mio consiglio è di lasciarvi avvolgere tra le parole di questo autore e di calarvi nella sua storia senza pregiudizi, liberi da idee pregresse, in modo che la sua storia vi scorra dentro e vi travolga, come ha travolto me.
Come sempre, ringrazio la Corbaccio Editore per avermi permesso di leggere questo libro e di parlarne con voi, e se siete curiosi vi invito a leggere la Segnalazione del romanzo, dove trovate maggiori informazioni e un video molto particolare di presentazione al romanzo.
Trama:
Lucas è un detective. Nella sua vita gli sono rimasti solo il nome e il lavoro. Il suo passato è una ferita sempre aperta da un evento sconvolgente ha segnato la sua vita… e la sua mente. Come un automa attraversa i delitti su cui è chiamato a investigare, mettendo al servizio della giustizia il suo intuito straordinario, quasi visionario, e la sua sensibilità persino eccessiva. Fino a quando incappa in un caso diverso da tutti gli altri: una giovane donna trovata morta con il terrore negli occhi e nessun segno di violenza apparente. Lucas sa che il colpevole è un assassino seriale e ne ha conferma da Anna, psichiatra profiler, abituata a scandagliare il male in tutte le sue forme, da quando lei stessa, da ragazza, ha vissuto un’esperienza traumatizzante. Lucas e Anna annaspano in un labirinto di follia in cui i ricordi del loro passato, tenuti troppo a lungo sepolti, riemergono taglienti come vetri rotti in un’indagine che li coinvolge da vicino, lasciandoli devastati di fronte a una verità impensabile.