Recensioni

Domenica Cinematografica#2

Quante volte a noi lettori capita, terminato un buon libro, di fiondarci a vedere il film, per poter prolungare l'esperienza in quel mondo fantastico che abbiamo appena abbandonato e scoprire come rende sullo schermo?
O viceversa, spesso ci capita di vedere un bel film, scoprire l'esistenza del libro e leggerlo per pura curiosità o per approfondire il mondo e la storia.
Ci sono volte in cui il film ci delude incredibilmente rispetto al libro, altre però, le migliori, scopriamo piccole perle che seppur un po' distanti dal nostro amato libro, riescono a regalarci due ore di emozioni intense quasi quanto quelle delle letture.

Ho deciso di aprire questa rubrica per condividere con voi le mie impressioni sui film letterari che ho visto o vedrò in futuro, per confrontare le nostre impressioni, consigliarvi quei film che riescono ad appassionarmi e ovviamente, sconsigliarvi quelli che mi deludono amaramente.
Non sono un'esperta di cinema (non che di letteratura possa vantare chissà quale esperienza), ma amo guardare film; non aspettatevi quindi una critica completa e tecnica ma piuttosto, un riepilogo delle sensazioni e dei dettagli che mi hanno colpita maggiormente.

Il film di cui vi parlo oggi è:

The Martian


Anche detto Sopravvissuto o L'uomo di Marte, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Andy Weir. Alla regia troviamo Ridley Scott (già regista de Il gladiatore per citarne uno) e come potete vedere dalla locandina, il personaggio principale è interpretato da Matt Damon.
Di cosa parla il film?
È la storia di Mark Watney, biologo e ingegnere meccanico della Nasa, che a causa di un incidente resta solo e bloccato su Marte. Tutto il film (e così il libro), ci racconta la lotta per la sopravvivenza di Mark, le sue strategie per resistere all'ostilità di Marte e le invenzioni che di volta in volta attuerà per resistere sul pianeta sino all'arrivo dei possibili soccorsi. In parallelo, la scena si sposta spesso sulla terra, dove il fior fiore della Nasa e del JPL (Jet Propulsion Laboratory), studia ogni mezzo possibile per correre in soccorso dell'astronauta sopravvissuto.

Dopo Gravity e Interstellar torniamo a parlare di viaggio spaziali, anche se questa volta in modo decisamente più originale; il punto forte di questo film infatti è il suo personaggio principale, che con la sua brillante intelligenza e il suo sarcasmo pungente riesce a donare al film quel quid in più. Al contrario dei suoi predecessori infatti, The Martian non fa sfoggio di grandi effetti speciali, né di situazioni al limite del cardiopalma, preferendo una narrazione più sentimentale e scientifica.
Durante il corso del film, ciò che attira l'attenzione è la rilevanza della scienza, che Mark utilizza in ogni sua forma nella sua lotta alla sopravvivenza: dalla chimica alla biologia, passando per matematica, fisica e spesso pura capacità ingegneristica. Anche sulla terra è la scienza ad occupare la scena, rappresentata dai team di scienziati che lavorano alacremente per salvare il marziano.
Ai ragionamenti più elaborati si affianca però anche il lato sentimentale, rappresentato dalle milioni di persone che a poco a poco prendono a cuore l'astronauta e iniziano a fare il tifo per lui, rivelando un incredibile empatia comune.

Punti decisamente rilevanti a favore di The Martian sono inoltre il cast e la regia: un Matt Damon perfetto nel ruolo di Mark Watney, molto carismatico, spiritoso e al tempo stesso determinato è accompagnato da molti volti noti e rilevanti del cinema Hollywoodiano, da Jessica Chastain nel ruolo del comandante della spedizione Ares III (Crimson Peak, Interstellar, The Help) a Jeff Daniels al comando della Nasa (Pleasantville, State of Play) per finire con Sean Bean (GoT, Il signore degli anelli, Troy); e per la regia, un Ridley Scott in piena forma, che sceglie di alternare scene riprese in maniera classica, a registrazioni in vlog e in action camera, con colori molti caldi in atmosfera di Marte e molto nitidi sulla terra e sulle basi speziali.

Dal libro al film:
The Martian è in grado di accontentare probabilmente anche il lettore più fanatico: la scelta infatti è stata quella di attenersi molto fedelmente alla narrazione del romanzo e alla caratterizzazione dei personaggi, e di esaltare solo quelle parti che riprese fedelmente in camera potevano far perdere potenza al film.
Per sopperire alla presenza della narrazione diaristica del romanzo, si è scelto di alternare scene in camera classica a vlog, in cui il protagonista ha la possibilità di esprimere i suoi dubbi e le soluzioni ai problemi che di volta in volta gli si presentano davanti. Una scelta a mio avviso davvero piacevole, utilizzata con attenzione per non annoiare lo spettatore con cali di tensione ma sufficiente ad esaltare il carattere di Mark (come vi dicevo, uno dei punti focali del film) e a permettere di empatizzare a pieno con lui.
Le scene più particolari, spesso le più drammatiche, sono state girate con action camere montate sui caschi delle tute EVA, sostituendo così la narrazione in prima persona del romanzo.
Pochi cambiamenti quindi, e spesso davvero molto piacevoli. Non ve li descriverò tutti, per evitare spoiler fastidiosi, ma vi dirò solo che, personalmente, ho apprezzato maggiormente la scelta finale del film rispetto a quella del romanzo.

E questa era la mia opinione su The Martian cari Chiacchieroni. Voi l'avete visto? Avete letto il romanzo?
Se sì, come vi sono sembrati? Avete una preferenza tra i due?
Fatemi sapere qui sotto tra i commenti, sono davvero curiosa di sapere come la pensate! 🙂

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.