Non sono decisamente un’appassionata di legal thriller, anzi, nella mia vita da lettrice forse ho letto un solo romanzo del genere prima di questo, ovvero Il cliente di John Grisham (di cui ricordo veramente pochissimo).
Quando però ho visto questo romanzo tra le novità in uscita per la Garzanti, mi sono sentita attratta dal tema e dalla storia; ci troviamo nei primi anni di Guerra Fredda, in America, e seguiamo un caso giudiziario molto particolare: Rudolf Abel, immigrato di cinquantaquattro anni, viene accusato dal governo di essere una spia sovietica, mandata negli Stati Uniti per carpire segreti sulla difesa nazionale.
Nonostante il periodo di grande tensione, ad Abel viene affidato uno degli avvocati più competenti di New York, James Donovan, ed è proprio dal suo diario che leggiamo lo svolgimento del processo nei quattro anni che lo hanno visto suo difensore.
La storia raccontata tra le pagine di “Strangers on a Bridge: The Case of Colonel Abel” (titolo originale di questo romanzo), è interamente reale, e apre uno spaccato molto avvincente sull’America dei primi anni ’60, sui rapporti internazionali con l’URSS e sul clima generale di tensione che si respirava all’epoca; l’autore racconta con estremo dettaglio ogni singolo giorno di processo, riportando per filo e per segno deposizioni, prove raccolte, relazioni con il suo cliente e iter burocratici. Ma non solo, perché ci mette a conoscenza di documenti ufficiali sullo scambio che ha coinvolto la spia sovietica Rudolf Abel, scoperta negli Stati Uniti, e il pilota Francis Gary Power, catturato in territorio sovietico, raccontandoci in prima persona le operazioni che ha svolto come ambasciatore durante le trattative.
Il romanzo si apre proprio con lo scambio tra i due prigionieri, avvenuto il 10 febbraio del ’62 sul Glienicke Brücke (un ponte nella Berlino Ovest), per poi tornare indietro in un lungo flashback, dalla cattura di Abel nel ’57, al suo arrivo sul Ponte delle Spie.
Per i lettori appassionati di materia legale, il romanzo offre un quadro completo della giustizia americana e dei suoi procedimenti, permettendo però anche a chi non conosce questi temi di rimanere affascinato dal perfetto dipinto dell’epoca, dalla vividezza dei ritratti dei partecipanti, dall’attenzione dedicata ai rapporti umani, specialmente quelli tra l’intraprendente avvocato James Donovan, fermo sostenitore dell’uguaglianza dei diritti (perfino verso una spia sovietica), e il suo cliente, una spia veramente inusuale, appassionato di matematica, di ingegneria e di arte, un ultra cinquantenne colto e intelligente, molto sveglio e molto interessante.
È un romanzo per certi tratti ostico, a volte è facile perdersi tra gli appelli alle Corti e i cavilli burocratici, eppure è perfettamente in grado di catturare il lettore e di costringerlo ad andare avanti, curioso di conoscere di più di questo universo giudiziario che conosce così poco.
È una lettura che mi sento di consigliare sia agli appassionati che ai neofiti come la sottoscritta, per la sua attenzione a quei particolari anni di storia, che ci vengono descritti abilmente anche tramite articoli di giornale, dibattiti dell’opinione pubblica, scambi di pareri tra avvocati e giuristi e atti diplomatici tra nazioni nemiche.
Io come sempre ringrazio la Garzanti per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo, perché ho avuto l’occasione di scoprire un genere che conoscevo poco, e approfondire un’epoca molto affascinante della quale non avevo molte informazioni.
Trama:
La mattina del 10 febbraio 1962, James Donovan è in missione sulla Glienicke Brücke, il celebre Ponte delle Spie che collega Berlino Ovest con l’Est comunista. Al suo fianco c’è Rudolf Abel, la più misteriosa ed efficiente spia del Ventesimo secolo, per anni clandestinamente negli Stati Uniti a capo dello spionaggio russo. Dall’altra parte del ponte, i sovietici tengono in ostaggio Francis Powers, il pilota di un aereo-spia U-2 americano abbattuto mentre era in volo segreto sull’URSS: Donovan ha ricevuto dal presidente Kennedy l’incarico di riportarlo in patria a ogni costo. La verità sul caso Rudolf Abel ci catapulta nelle drammatiche giornate vissute per realizzare lo scambio di prigionieri, nelle lunghe e pericolose trattative diplomatiche, nei momenti concitati e avventurosi della guerra fredda tra due blocchi con le armi costantemente puntate. Tra le pagine di questo diario rivive così un mondo di ambiguità, inganni e cospirazioni, raccontato in prima persona dall’eccezionale protagonista della più avventurosa spy story mai svoltasi a cavallo della Cortina di ferro.
8/10