Interviste

Intervista a Gabriele Dolzadelli- Un anno di CL #2


Cari Chiacchieroni, ecco la seconda intervista del ciclo di eventi di festeggiamento del nostro primo anno. Potete trovare il riepilogo di tutti gli articoli qui, tenete d’occhio questa pagina perché presto ci saranno aggiornamenti molto interessanti.

Oggi facciamo due chiacchiere con Gabriele Dolzadelli, autore della fortunata serie “Jolly Roger”, della quale abbiamo recensito i primi due romanzi, La terra di nessuno e Le chiavi dello scrigno.

(I) Ciao Gabriele, grazie di essere qui con noi oggi.

(G) Grazie a voi 🙂

(I) Come sai, questa intervista fa parte degli eventi di festeggiamento del primo anno di Chiacchiere Letterarie. Il nostro desiderio è quello di celebrare questo traguardo non solo con i nostri lettori, ma anche con tutti quegli autori che hanno contribuito a regalarci grandi emozioni.
In questo anno ho avuto la possibilità di leggere i tuoi due romanzi della serie Jolly Roger: La terra di nessuno e Le chiavi dello scrigno e come già sai li ho apprezzati molto entrambi.
Ma andiamo in ordine:
Ti va di introdurre la tua serie ai nostri lettori?


(G) Certo. “Jolly Roger” è una saga ambientata nel 1670, nel bel mezzo del Mar dei Caraibi. Le vicende si svolgono principalmente sull’isola (inventata) di Puerto Dorado ma nel corso dei volumi includono anche altre località circostanti. Ho scelto questo nome non tanto perché è una saga ad ambientazione piratesca (i pirati iniziano ad avere un ruolo molto più marcato solo dal terzo volume in avanti) ma in particolar modo per rappresentare un periodo storico dove corsari, pirati e potenze colonizzatrici erano gli elementi di spicco e caratteristici. La storia si sviscera fra diversi personaggi di nazionalità diversa che si trovano sull’isola per motivi differenti. Abbiamo Sid, un giovane irlandese alla ricerca del fratello scomparso, il nobile Jean Louis Lafayette, in esilio e ossessionato da un misterioso segreto che l’isola nasconde, l’ambizioso James Goodwin, la bella Elisabeth McLowell alla disperata ricerca di verità e giustizia ed un ambiguo mercenario ebreo di nome Isaac Ben Yeohudah. E questi sono solo alcuni. Seppur il mistero di Puerto Dorado sia il tema principale della saga, con l’aiuto di diversi flash-back impariamo a conoscere tutti questi variegati personaggi e le vicende che legano i loro passati ed il loro presente.

(I) Com’è nata l’idea di Jolly Roger?

(G) Quando andavo a scuola avevo avuto modo di partecipare a diversi “giochi di ruolo” online che mi avevano approcciato al mondo della scrittura. Un paio di questi erano ad ambientazione piratesca. Così quando iniziai a scrivere nel 2013, dopo aver abbandonato un vecchio progetto lasciato incompiuto, pensai ad un ambientazione che mi avrebbe permesso di creare un thriller che potesse appassionare dando al contempo un buon sapore d’avventura. Ricordando i tempi passati ho pensato che quel periodo storico mi avrebbe potuto dare parecchi spunti e così è stato. Da lì è nata la saga di Jolly Roger.

(I) La prossima domanda è d’obbligo: Chi è Gabriele Dolzadelli?


(G) Un ragazzo del 1988, diplomato geometra, panettiere di professione e sposato con Natalie dal 2012. Vivo in Valchiavenna, in provincia di Sondrio, sono molto credente e ho un gatto nero di nome Rufus. Che altro posso dire? 🙂

(I) La prima cosa che salta all’occhio al lettore che prende in mano il tuo libro è la complessità e realisticità della trama e dell’ambientazione. Che lavoro di ricerca c’è dietro il tuo romanzo?

(G) Parto dal presupposto che non ho alcuna presunzione nel definire il mio romanzo “storico”. Non ho mai pensato di avere le competenze per poter “insegnare” qualcosa attraverso un romanzo. Ad ogni modo mi sono documentato parecchio per far si che l’ambientazione fosse credibile, coerente e veritiera, soprattutto per rispetto verso il lettore. Ma il lavoro più grande in quest’opera l’ho sempre concentrato più sui personaggi. Ho cercato di dare il massimo nell’interpretarli e nel rendere il loro carattere marcato e credibile, questo anche attraverso dei Background ben costruiti. Poi ho la fortuna di aver trovato un editor appassionato come me del periodo in questione e attraverso una stretta collaborazione ci confrontiamo spesso nel rendere chiari e realistici quei passaggi che richiedono spiegazioni di avvenimenti realmente accaduti, di vita marittima o di situazioni geopolitiche.

(I) Entrambi i romanzi sono caratterizzati da un grandissimo numero di personaggi, tanti fili sottili che li collegano e molti segreti da rivelare a piccole dosi. Quant’è complesso gestire tutto questo?

(G) Diciamo che è una complessità altalenante. Mi spiego. Nella stesura del primo volume non ha richiesto molti sforzi in quanto i personaggi erano appena avviati e buttare giù le idee era abbastanza semplice. Il difficile è poi iniziato con l’andare avanti della trama, quando devi rimboccarti le mani e cominciare a tessere quello che hai creato mettendo ogni cosa al posto giusto e facendo sì che tutto torni e vada nella direzione voluta. Quello è un momento dove ci vuole molta concentrazione e lavoro. Però posso dirti che, una volta preso il ritmo giusto, i personaggi prendono vita e la trama, i dialoghi e le loro decisioni vengono talmente così spontanee che ora come ora non sento più questa difficoltà nel disegnare la storia volume dopo volume.

(I) Hai scelto la via del self publishing per pubblicare il tuo romanzo. Ti va di parlarci di questo percorso?

(G) Il Self è stata la mia prima scelta ma questo, inizialmente, per una sola ragione. Quando iniziai a scrivere “Jolly Roger” non lo feci per metterlo in commercio. Scrissi la storia più per me stesso e i miei amici. Ovviamente per poterglielo regalare dovevo o rivolgermi ad una tipografia o a un’impresa come You Can Print che offre servizi a chi si vuole autopubblicare. Per questa ragione iniziai con il Self e solo successivamente cominciai a contattare diverse case editrici credendo sempre più in questo progetto. Purtroppo, come ben sai, non è facile emergere tra tutti gli scrittori che abbiamo nel nostro paese. Ho ricevuto diverse proposte ma o con contratti che non mi hanno mai convinto o da editori a pagamento, che per principio ho sempre rifiutato. Con il tempo, comunque, visto che mi ero creato già la mia cerchia di lettori, ho preferito continuare ad affidarmi a questa opzione del Self e sono felice dei risultati ottenuti.

(I) Come ti è venuta l’idea di affidarti anche ai blog letterari per la promozione del tuo romanzo? Com’è stata questa esperienza?


(G) Inizialmente accadde che navigando in internet scoprii un sito che permetteva agli scrittori di far leggere i propri manoscritti da persone anonime e ricevere la loro valutazione. Questo per avere un’idea dell’efficacia del proprio prodotto sul pubblico. Il sito si chiama “Il rifugio degli esordienti”. Dopo quell’esperienza iniziai a cercare in internet altri siti simili che mi avrebbero permesso di avere ulteriori pareri e mi imbattei nel blog gestito da Laura Bellini e Dylan Berro: Sole e Luna Blog. Vidi per la prima volta un sito che si proponeva di aiutare scrittori esordienti a farsi conoscere attraverso recensioni gratuite.
Da lì, una volta pubblicato il libro, ho cominciato a cercare molti altri blog che facessero una cosa simile e mi si è aperto un mondo che non conoscevo, tra cui anche quello dei BookTubers. Di questi ultimi, Chiacchiere Letterarie è stato il primo canale a fare un video in cui parlava del romanzo.
L’esperienza è stata molto bella e costruttiva. Mi ha permesso di approcciarmi a una grande varietà di lettori dai gusti diversi e poter conoscere sempre più i punti di forza della saga così come quelli deboli.
In linea generale posso ben dire che il maggior merito della diffusione di questi volumi è proprio di queste persone estremamente gentili e disponibili che hanno messo la propria faccia nel parlarne e non finirò mai di ringraziarli.

(I) C’è qualcos’altro che ti piacerebbe far sapere ai nostri lettori?

(G) Sto ultimando la stesura del terzo volume della saga: I fratelli della costa. Ho anche in mente di concretizzare quel famoso progetto che, come dicevo all’inizio, avevo lasciato nel cassetto, ossia un thriller ad ambientazione moderna. Per il resto, spero di continuare ad appassionarvi con le vicende di Puerto Dorado e faccio un grande in bocca al lupo alla redazione di Chiacchiere Letterarie. Tra l’altro, questo suo primo anno coincide proprio con il primo anno di vita della saga “Jolly Roger” 🙂

(I) Ti ringrazio tanto per aver accettato di farti intervistare e per essere qui con noi a festeggiare questo traguardo. (o per meglio dire questo doppio traguardo, visto anche il tuo) Speriamo di rivederti presto sul sito e nel frattempo ti auguriamo “buona fortuna” per i tuoi romanzi.

(G) Grazie. Un saluto a tutti!

A breve arriveranno nuove interessanti interviste Chiacchieroni, fino ad allora, vi invito a visitare sito e pagina di Gabriele Dolzadelli per conoscere meglio questo bravissimo autore e la sua interessantissima saga.

Link utili:
Sito web: dolzadelli.wix.com
Pagina facebook: Jolly Roger
Recensione Jolly Roger, volume uno: La terra di nessuno
Recensione Jolly Roger, volume due: Le chiavi dello scrigno

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.